Celestino Raffaele
Celestino Raffaele ricorda
cosa raccontare di più, se, non il fatto, di vedere tanta distruzione arrecata alle opere d'arte ed ai negozi ivi esistenti ed, in special modo, a quei laboratori orafi ivi esistenti. Quanto fango e quanta tristezza negli occhi delle persone che, cercavano, di recuperare qual poco che si era salvato. Però ho notato che, in loro, non vi era disperazione ma volontà di riattivare i luoghi e riportarli nell'antica presentazione.Vi era un gran da fare e tutti si prestavano aiutando, come potevano. Era una continua gara di solidarietà fra giovani, soldati,volontari, e, perché no, anche di noi Carabinieri e forze dell'ordine in generale. Giovani con pale, scope e secchi sporchi di fango, erano li presenti, senza distinzione di nazionalità o lingua, si davano da fare dando aiuto, a secondo, delle necessità. Il seguito è quello narrato in altri racconti di chi ha vissuto quella tragedia. Finito il turno si rientrava alla Scuola, dove ci attendeva il modesto pasto a base di cipolla rossa e tonno ed alla sera qualche fredda cena dalle stesse caratteristiche. Il resto verrà raccontato in seguito