Campagna Mario
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Chi sono
Mi chiamo Mario Campagna. Sono siciliano “DOC”, ma da molti anni vivo in Romagna e risiedo a Cattolica. Quasi da sempre appassionato di fotografia e pittura, perché amo la natura, amo la gente, amo i posti nuovi. Prediligo il ritratto, in quanto mi piace moltissimo ritrarre le persone nella propria realtà, nei propri luoghi, nel proprio ambiente, senza alterare la loro natura, la loro personalità, le loro espressioni. Tale passione mi ha portato in giro per il mondo. Dall’America del Sud, al centro America e all’oriente. Dappertutto, ho immortalato volti bellissimi di persone anziane, bambini e giovani fanciulle. I loro sorrisi e le loro espressioni vere, sincere, hanno arricchito la mia vita, la mia esperienza, e mi hanno regalato una gioia di vivere veramente grande.
Ovunque sono stato, naturalmente, ho visto dei paesaggi stupendi che ho fotografato senza alcuna esitazione. Una natura talmente bella, incontaminata, e paesaggi da sogno che mi hanno obbligato a catturare col mio obiettivo fotografico. Tantissime fotografie, tantissimi ricordi e tanta gioia di far vedere agli altri, le cose vere e belle di cui sono stato testimone. Pertanto, ho organizzato delle esposizioni personali, sia in Italia che all’estero, (da Bologna ad altre città importanti e quindi nella Repubblica di Venezuela, Repubblica Ceka ed a Osaka)e ovunque, modestia a parte, ho riscosso un successo enorme. Ho avuto la riconoscenza della gente, e di tutte quelle persone amabilissime che sono venute a visitare le mie esposizioni. Per esempio, in Venezuela, ho avuto una accoglienza veramente commovente, tanto che ne ho fatto del paese una mia seconda Patria. Da più di un decennio, vi trascorro i mesi invernali.
Tale lavoro e naturalmente la passione, mi ha portato a lavorare sia nel cinema che nella moda. Anche in questo campo, ho avuto delle soddisfazioni grandi. Sono stato fotografo ufficiale del Mystfest di Cattolica (Festival del cinema giallo e poliziesco). Mie foto sono state pubblicate su riviste e periodici italiani e stranieri, fra cui Vogue .Hanno parlato di me critici cinematografici e televisivi – lodando i miei lavori – Claudio G. FAVA, Irene BIGNARDI, Felice LAUDADIO (già Presidente del Festival del Cinema di Venezia) e poi attori e attrici italiani e stranieri, nonché il Prof. Marco ANDREANI, insegnante di fotografia all’Università di Urbino.
Per quasi un anno, ho anche lavorato a Miami, presso un Studio Fotografico noto, facendo ritratti in studio. Ma siccome sono un cane sciolto senza padroni, ho rifiutato lo studio, per vagare in giro per le strade del mondo , in cerca sempre del bello, del vero, del puro e dell’incontaminato. Così continuerò la mia vita, fin quando avrò la forza di resistere alle insidie che la società moderna t’impone. Con l’aiuto di Dio, credo che resisterò.
Dicono di Me
Claudio G.FAVA (Critico cinematografico)
• Le fotografie di Mario CAMPAGNA, fatte in occasione delle varie edizioni del “MYSTFEST” di Cattolica ed esposte nella scalinata che conclude agli uffici della manifestazione, costituiscono un pregevole esempio di alta professionalità.
Sono ritratti incisi e consapevoli di personaggi noti e di personaggi famosi (si va da Monica Vitti a Tognazzi, da Greta Scacchi a Nino e Roberta Manfredi, da Paola Borboni e Mariangela Melato, da Gianmaria Volontè a regista Claude Chabrol e così via) colti durante i vari momenti di vita di una rassegna come il Mystfest che accomuna tutte le caratteristiche di un piccolo Festival Internazionale del Cinema – piccolo ma pugnace ed altamente specializzato – a quello di una annuale riunione di vecchi e nuovi amici, riuniti da una comune passione. Questa galleria di ritratti, che mi auguro possa allargarsi ancora con il passare degli anni e con le future edizioni della Rassegna, la documenta e la ricorda, con il calore dell’amicizia e con la nettezza della descrizione piena e consapevole.
Irene Bignardi (Giornalista e critico cinematografico)
• Mario CAMPAGNA sbuca in fondo alla sala, al corridoio, al teatro, con la sua pelle mediterranea e la sua barba brizzolata. E si mimetizza. E dire che non si può fare a meno di riconoscerlo. Eppure ci riesce. Nei quattro anni in cui sono stata Direttore del Mystfest, ma anche prima, quando ci venivo da giornalista che per nulla avrebbe voluto rinunciare all’appuntamento di Cattolica, in questi quattro anni è andata proprio così. Che Mario, discretissimo e mimetico, si appostava nei punti cruciali e discretamente scattava.
Scattava le fotografie che chi è stato lo scorso anno al Mystfest ha potuto ammirare in una piccola mostra che era una galleria di personaggi e di caratteri. Dalla pipa di Chabrol alle ansie dei vari direttosi, dalla solare bellezza delle ospiti alle meditazioni sui massimi sistemi dei nostri esperti. Quello, insomma, che Mario Campagna ama definire “IL LAVORO CHE MI PIACE FARE”, “ Il mio lavoro introspettivo dell’animo umano”.
Ma c’è un altro lavoro che gli riesce bene, oltre a quello di cogliere i momenti segreti che le stanchezze e le emozioni di un festival si prestano particolarmente a rivelare. Ed è il suo lavoro di documentatore delle facce – per così dire – di strada. Ragazzini e vecchi, colti quà e là, e le bellezze adriatiche, quelle bellezze che hanno talmente sconvolto uno degli illustri ospiti del festival, Francis M. NEVINS, da fargliene parlare estatico su tutte le riviste americane di mystery che hanno ospitato i suoi pezzi.
Quelle bellezze adriatiche prepotenti, ingenuamente allusive, fellinianamente peccaminose, carnalmente allegre. Perché di queste bellezze – basta guardare le sue donne – Campagna se ne intende, e le ama. Gioca in casa. Mimetizzandosi, con discrezione, con buona educazione e con buoni risultati.
Alberto Prof. MEI DEL TESTA (Università di Bologna)
La fotografia di Mario CAMPAGNA ci introduce nello sfumato regno delle sue senzazioni immediate, dei sogni più riposti, delle fantasie e desideri lungamente cullati nel silenzio del proprio cuore attraverso immagini che sottrae al tempo e allo spazio.
Al tempo perché occorre cogliere dallo spettacolo della vita unicamente quell’attimo fuggente che solo sa esprimere pienamente il proprio sogno poetico: prendono così vita quei volti sospesi tra la fuga nel tempo e l’immobilità dell’immagine dove si celebra la fragile infinita bellezza della femminilità, si descrive la silente pace di un paesaggio campestre o la lussureggiante e selvaggia natura di Santo Domingo.
Allo spazio perché è sempre un particolare dell’immagine che conferisce il senso e il significato all’immagine stessa: la spontaneità di un gesto volontario, l’’nfinita malinconia dei grandi occhi di un mulatto, le umide labbra di una fanciulla innamorata, la luvce che penetra e plasma un volto, il desiderio che sorge dal contrasto di luci ed ombre che avvolgono un corpo femminile.
Come non ricordare che l’obiettivo è il corrispondente tecnologico della nostra vista che con il nome IRIDE venne innalzata a divinità dalla mitologia classica quale bellissima primogenita della dea MERAV.