Archimede statua opera di Villa Ignazio
Il povero Archimede bistrattato dai siracusani. Udite, udite la nuova mia scoperta. Scartabellando nel mio archivio trovo questa foto intitolata archivio storio, la porto su photo shop e scopro che è l'originale bozza del disegno-progetto di Ignazio Villa, famoso scultore, che presentò l'opera insieme ad altri nove progetti di altri artisti e, come specificato nella stessa immagine, fu scelta dal Comune di Siracusa per posizionarla in Largo Aretusa (bastione Aretusa). Minchia! Ma possibile che i nostri amministratori non ne hanno mai fatta una buona? Per la cronaca, la statua fu poi posizionata sotto il bastione e precisamente nella villetta Aretusa accanto all'antica casina sanitaria, poi casermetta della capitaneria, dove rimase fino a quando, fu rimossa provvisoriamente per i previsti lavori di ristrutturazione della villetta (interrotti nel 1918 per la grande guerra e portati a termine successivamente). La statua da provvisoria affidata al Corbino rimase definitiva e li si trova. Siamo proprio delle bestie noi sarausani?
Ignazio Villa (19 secolo) è stato uno scultore italiano di scene mitologiche e sacre. Era un lombardo e residente a Milano. Ha dipinto a grandezza naturale secondo il tableaux storico o mitologico. Per esempio, ha dipinto un gruppo di 3/4 dimensioni che rappresenta Diomede che precipita Pantasilea nello Scamandro. Tra le altre opere sono la Toilette di Venere e la statua raffigurante Archimede che brucia le navi di Marcello con con lo specchio ustorio esposti nel 1872 a Milano, insieme a La sera che indica ai popoli il riposo, il silenzio e la calma. Nel 1884 a Torino, espone un gruppo equestre, la Lotta ed una statua di marmo: La scoperta di Archimede. Altre opere di Villa sono: L'Aurora che sveglia i popoli dal sonno; Hagar guarisce Samuel, e le altre statue di temi biblici e mitologici. Fu fatto cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia e Accademico di Merito da molte accademie e istituti d'arte in casa Italy. Mario Sironi, (1885-1961) era suo nipote.
Archimede, statua in marmo opera di Ignazio Villa presso palazzo degli studi Corbino
progetto bozza disegno originale di Ignazio Villa
quando era posizionato alla villetta Aretusa
Il genio dimenticato tra l'indifferenza di tutti i siracusani
tratto da quotidiano La Sicilia - Giovedì 12 Dicembre 2013 - Siracusa,pagina 33
Quando l'Unione Matematica Italiana fissò nel 2013 la ricorrenza dei 2300 anni della nascita di Archimede seguendo la convenzione che la poneva al 287 a. C., la notizia fu accolta ovunque, e particolarmente a Siracusa, come l'occasione di un forte momento commemorativo. Tutti esultarono sperando che la celebrazione dell'anniversario, onorando il grande scienziato, lo riconducesse finalmente alla sua città natale. Infatti se è indiscutibile la fama di cui gode Archimede in tutto il mondo e se Siracusa ne ricava luce riflessa, incerta è sempre apparsa la sua posizione nei confronti del grande concittadino. La "disattenzione" della città, con alti e bassi, si è trascinata nel tempo, fino a comprendere la saga del monumento ad Archimede le cui vicissitudini arrivano ai nostri giorni. La città ha vissuto una situazione di stallo fino a quando, in tempi recenti è emersa una sorta di scatto di orgoglio che ha unito i siracusani intorno alla volontà di celebrare il ricordo di Archimede a partire proprio da un monumento. Si voleva, soprattutto, che questo atto fosse il punto iniziale su cui fondare un programma di iniziative per mantenere vivo il ricordo dello scienziato a Siracusa, allo stesso modo con cui l'Inda ha saputo portare l'attenzione, non solo nazionale, su Siracusa e il suo teatro greco. Modello illuminato questo che, a ben considerare, molte città hanno coniugato con grande successo come Spoleto, Verona, Modena e più vicino a noi Erice, la quale, però, quando ha espresso un grandioso programma archimedeo (una statua di Archimede per ogni città siciliana) si è rivelata fuoco fatuo. Siamo convinti che Archimede rappresenti per Siracusa il suo formidabile brand e riteniamo che questa sia indiscutibile occasione anche di sviluppo da perseguire programmando sapientemente superando il grande problema dei piccoli personalismi! Da questo punto di vista le iniziative finora messe in atto certo non hanno dimostrato vere capacità di rappresentare momenti fondanti, coordinati e continui in uno stabile progetto della città. Si vuol dire che organizzare mille incontri e conferenze è possibile ovunque da parte di scuole, associazioni e club service, cosa anche utile per tener viva l'attenzione su un personaggio o su un problema, ma, certo, di altra natura è l'esigenza civile di porre in condizione la comunità cittadina di percorrere la memoria, la celebrazione in maniera alta, programmandone i momenti destinati a tenere viva quella che Cicerone definiva "memoria hominum" e finalizzati alla crescita della città. E, per carità, siamo tutti adulti e consapevoli per capire che non basta l'uso e l'abuso dell'aggettivo "archimedeo" per dare senso a qualsiasi manifestazione che se ne fregi! L'anno archimedeo volge alla fine e sembra che la città "delusa le palme tenda", rincorrendo, come per secoli ha fatto, la figura di Archimede che non ha saputo ancora ricordare con un monumento, mentre viene alla mente come grandi artisti (Fetti, De Ribera, Gouion, Delacroix) per dare forma al "genio" e alla classicità hanno fatto ricorso alla figura di Archimede. Ma siamo a Siracusa e dalla nostra parte abbiamo tutta una città che "parla" di Archimede! Dove cercarlo? In Ortigia, lungo stenopoie plateiai che sicuramente sentirono i suoi passi, o sul castello Eurialo, o lungo le Mura Dionigiane sulle quali egli mise in atto i terribili marchingegni che terrorizzavano i Romani. E, allora, per dirne una, perché la città non si muove per promuovere e realizzare il parco delle Mura Dionigiane di cui si fa un gran parlare da decenni? Esso è diventato una sorta di leggenda metropolitana e, intanto, i resti del più formidabile sistema fortificatorio del mondo greco si vanno man mano perdendo, non custoditi, maltenuti, sommersi dalla vegetazione, paurosamente avvicinati dalla disordinata e aggressiva espansione edilizia dei nostri tempi. Ma le Mura Dionigiane, ancora oggi sono il segno antico più esteso e rappresentativo che potrebbe abbracciare e dare continuità simbolica e reale, in uno, ad Archimede e al passato antico della città. Cifra unica questa, possibile da scomporre ritrovandosi in essa la grandezza di un progetto matematico di numeri e calcoli riconducibili ad Archimede insieme alle sue straordinarie macchine belliche e il respiro della grande storia della città capitale della Grecità in Occidente, in uno dei momenti più cruciali del suo divenire. Cettina Voza 12/12/2013