Archimede Randazzo Antonio
Omaggio ad Archimede il più grande genio siracusano di tutti i temi
Opera n. 113 di A. Randazzo statua di Archimede donata per il parco di Bosco Minniti
Per la statua del nostro Archimede ho scelto volutamente una pietra nostra,“siracusana”, ricavata da un grande blocco di oltre 4 tonnellate di calcare semicristallino, cercata e rinvenuta in una Cava di contrada Mostringiano presso la base (cretaceo-miocenica) del Monte Climiti; ciò per significare che il nostro grande antenato, impastato dalla polvere e dal fango di queste contrade, respirò quest’aria, ammirò questo firmamento, queste albe e questi tramonti ed infine per riaffermare l’origine Siracusana del grande scienziato, storicamente acclarata, nei confronti del quale siamo da sempre debitori.
Volevo che con la scultura Archimede continuasse a rivivere, parlarci e invitarci a capire il dono di sapersi meravigliare ancora e gioire, come solo un bambino sa fare, nello scoprire qualcosa di nuovo; immaginare i Suoi sogni, le Sue incertezze, le Sue curiosità.
Così la pietra informe guida gli scalpelli e m'invita ad immaginare il suo spirito (Psichè) personificato, dopo lunga permanenza nel Limbo, in un giovane vecchio serenamente seduto che per risolvere i suoi problemi, superando tutti i preconcetti e dogmatismi del suo tempo, ci appare stralunato e assente nel suo viaggio dello spirito verso la conoscenza (“Odisseo”).
Il blocco prende forma e Archimede, “Genius loci”, riemerge dalle nebbie del passato qui nella Sua Siracusa, e con il suo mito, come per incanto, gli si materializzano insieme alcuni oggetti dei suoi appassionati studi fisicomatematici che indica con la mano destra mentre sulla mano sinistra li regge metaforicamente: una puleggia all’inizio di un tronco di cono sormontato da un cilindro dal quale “emerge” la sfera inscritta e il tutto è avvolto da una spirale; più in basso, sono posti la squadra ed il compasso, gli antichi strumenti della geometria per un comodo calcolo matematico non sempre possibile, significano la subordinazione dell’antico e rigoroso ordine geometrico ai nuovi e geniali “Metodi” per risolvere i complessi problemi dell’Uomo Archimedeo, il precursore dell’Uomo moderno.
La quaglia in alto, accovacciata sulla sfera, è il simbolo dell’isola d'Ortigia mentre, sul prospetto inferiore, il Teatro “Greco” voluto da Gerone II° rappresenta il legame del potere politico con la tradizionale religiosità e le bellezze artistiche della città; entrambi focalizzano lo scienziato nel luogo di nascita, Siracusa, dove visse per renderla più grande e invincibile, prima di subirvi una morte violenta.
Lo Scienziato Siracusano è oggi, ancora una volta, quasi dimenticato; a ricordare il suo nome solo una piazza, seppur bella ma con altre statue, eppure un genio tanto grande meriterebbe molti toponimi e immagini che darebbero ancora più lustro al suo luogo d’origine.
Con questa statua nella Sua città saldo il mio debito da “Siracusano” che si considera uno dei “figli di Archimede”; ed infine, come un figlio pur indegno, deferente oso salutarLo con questa mia modesta poesia:
O Padre antico
Nobil d’ingegno,
Sommo fra i grandi,
Precursor nelle vie del sapere:
vivesti volendo,
scopristi pensando,
dicesti facendo.
Come il sole ch’illumina e dà vita,
su noi rifletti l’immensa gloria.
Antonio Randazzo