Archimede storia - Archimede da Siracusa

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Archimede storia

Archimede da Siracusa
Archimede da Siracusa
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Archimede il più grande genio siracusano di tutti i tempi
Archimede da Siracusa
Archimede è universalmente considerato il più grande genio siracusano di tutti i tempi.
Spesso ignorato e dimenticato nella sua città, anche dopo più di 22 secoli, viene letto e approfondito con grande interesse da studiosi e scienziati di tutto il mondo, consapevoli, che Lui e gli altri scienziati ellenistici sono le radici della scienza moderna.

Nacque a Siracusa, forse nel 287 a.C.
Figlio del matematico e astronomo Fidia, discendente del re Gelone I°, dopo la prima formazione nella sua città, proseguì i suoi studi ad Alessandria, la nuova capitale d’Egitto governata dal re Tolomeo II° (Filadelfo).
Alessandria, sede della famosa fornitissima enorme “Biblioteca”, paragonabile ad una moderna Università, centro di studi e ricerche era frequentata da scienziati e studiosi di vari paesi.
Collegata ad una straordinaria scuola di Medicina “moderna fondata sugli studi di Erofilo di Calcedonia ed Erasistrato di Coo, veri precursori della patologia diagnostica e terapeutica, con avanzatissimi risultati in anatomia e fisiologia umana, con una scuola per lo studio di discipline umanistiche rappresentate da Teocrito, poeta di origine siracusana, da Crisippo, filosofo della scuola ateniese e con altre scuole per lo studio delle scienze naturalistiche esatte e la tecnologia.
Studiò, seguì e frequentò i più famosi scienziati del tempo tra i quali, Ipparco di Nicea, astronomo della scuola di Rodi, matematico-fondatore della trigonometria, Ctesibio di Alessandria, ingegnere-tecnologo costruttore di innovativi strumenti idraulici e meccanici di precisione che ebbe come allievo Filone di Bisanzio, poi specialista e inventore di armi da lancio nella scuola di Rodi, Aristarco di Samo, Astronomo, Eratostene di Cirene, Geografo, Appollonio di Perge, Matematico discepolo di Euclide e il grande Conone da Samo, Matematico e Astronomo suo amico e maestro.
Lasciata Alessandria, pur mantenendo una corrispondenza scientifica con gli studiosi e amici alessandrini conosciuti, con molta probabilità, visitò altri centri culturali del Mediterraneo.
Tornò a Siracusa su invito del suo re Gerone II°, e, a differenza dei suoi contemporanei, fermi alla teorica e filosofica scienza alessandrina, affrontò i problemi pratici della società dedicandosi allo studio e costruzione di strumenti di uso comune e di armi utili alla difesa della sua città già coinvolta nella prima guerra punica, sviluppando altri originali metodi di ricerca con applicazioni pratiche nei campi civile, agricolo, militare e navale.
Secondo gli storiografi fu ucciso da un soldato romano, nel 212 a.C., dimenticato dai suoi contemporanei, come raccontato in due versioni ufficiali – politiche contrastanti.
Cicerone, allora Questore romano della Sicilia, solo dopo circa 140 anni, racconta di aver ritrovato, all’esterno della porta “Agrigentina”, ma forse Akradina, il sepolcro di Archimede, una stele o colonnetta sormontata da una sfera inscritta in un cilindro con una enunciazione epigrafica di quel teorema, ma nonostante l’impegno di storici e archeologi non è stata mai più ritrovata anche nel luogo indicato.

Secondo gli storici, inventò e costruì la “Coclea” pratica applicazione della sua vite idraulica, un elementare dispositivo che sfruttando l’energia cinetica, sollevava l’acqua da utilizzare in campo agricolo e uso domestico o in edilizia per sollevare materiali granulari, sabbia, ghiaia o solidi frantumati.
Progettò nuove navi, poi costruite nei grandi cantieri dei famosi arsenali sui Porti siracusani e varate con grande facilità grazie ai suoi congegni, sino a far costruire con tecniche d’avanguardia, la Sirakosia, una gigantesca nave a tre alberi con venti ordini di remi.

Studiò, sperimentò e dimostrò ricerche e metodi in ogni campo scientifico, aritmetica, geometria piana e solida, meccanica, ottica, idrostatica, astronomia ecc. e varie applicazioni tecnologiche, ancora oggi base per futuri studi come documentato nella raccolta di scritti originali tradotti nel tempo.
La Cultura e le arti classiche, ignorate nei secoli di barbara decadenza, dopo lunghe e travagliate vicende, venne riscoperta, soprattutto per varie applicazioni pratiche, da vari umanisti, scienziati, artisti e studiosi, Leonardo da Vinci, in particolare, al quale mancò un’approfondita teoria e la tecnologia necessaria, nel corso del Rinascimento, XIV - XVII sec.
Dall’Oriente, furono introdotte in Italia e nell’Europa occidentale, con le traduzioni scientifiche dagli originali testi tramandati delle culture arabe, bizantine ed ebree, rese possibili anche e soprattutto con la stampa a carattere mobili inventata alla fine del XV sec.
Nel XVI secolo, le consolidate credenze e culture medievali, vennero demolite dalle riscoperte dell’astronomo polacco Copernico, studioso delle teorie eliocentriche di Aristarco e sui principi di gravità formulati da Archimede, con innovazioni e dinamiche celesti poi consolidate, nel XVII secolo, da Galileo Galilei, fondatore della fisica moderna, inventore del cannocchiale, che introdusse la Meccanica archimedea nella nuova Cinematica con il metodo sperimentale-dimostrativo.
Si devono agli innovativi studi matematici delle curve-equazioni del francese Cartesio e l’elaborazione degli originali calcoli infinitesimali e leggi della dinamica con quella di gravitazione universale, del matematico e fisico inglese J. Newton e del tedesco Leibniz.

Archimede nacque a Siracusa, forse nel 287 a.C., la più grande e bella città della Magna Grecia; di origini umili e nobili, per una probabile discendenza dal re Gelone I°, ebbe fin dalla geniale infanzia gli insegnamenti del padre, il matematico e astronomo Fidia. Dopo la prima formazione nella sua città, pur culturalmente e tecnicamente avanzata, proseguì i suoi studi nell’amica e ben collegata Alessandria, la nuova capitale d’Egitto. Alessandria, posta alla periferia deltizia del Nilo, era allora già famosa, oltre che come fiorente centro portuale, per numerose varie e avanzate produzioni tecnologiche e “chimiche” (composti e reazioni per coloranti tessili vari, per il raffinamento e imitazione dei metalli preziosi, per cosmetici e profumi, per medicine) utili alle peculiari attività artigianali, industriali ed artistiche di tradizione egizia; tutto ciò moltiplicava le attività commerciali (soprattutto granaglie) e i viaggi marittimi fra Oriente ed Occidente perché la capitale egiziana, ancora più di Siracusa e Rodi, era anche il più grande polo del sapere ellenistico del Mediterraneo. Alessandria, l’enorme città cosmopolita governata dal re Tolomeo II° (Filadelfo), aveva, infatti, sviluppato un grande centro di studi e di ricerche per varie discipline, paragonabile ad una moderna Università, dove confluivano scienziati e studiosi di vari paesi che venivano accolti in strutture varie nel contesto di una città splendida per le arti e urbanisticamente avanzata un grande teatro, un ippodromo e con altre innovative costruzioni dominate poco lontano, fra i due porti artificiali creati con dighe (in analogia con il grande “Porto piccolo” di Siracusa), dall’altissimo e luminosissimo “Faro” considerato in antico come una delle sette “meraviglie” del mondo (per un metallico riflettore parabolico). Tra questi edifici, presso il centro degli studi, fondamentali e monumentali erano il Ginnasio e il “Museo” (prima Accademia di Scienze, Lettere ed Arti pubblica costruita, come il Faro, dal celebre architetto Sostrato di Cnido) con annesso un osservatorio astronomico e la famosa fornitissima enorme “Biblioteca” che con quella di Pergamo raccoglieva la maggior parte dei testi esistenti, trattati specialistici e redazioni in greco (allora la lingua “internazionale”) degli scritti di un sapere millennario provenienti da gran parte del “nuovo mondo” allora conquistato da Alessandro Magno, dalla Grecia all’Egitto e dal Mediterraneo all’oriente sino ai confini dell’attuale India. Dai conseguenti progressi scientifici, ricerche e innovazioni tecnologiche dell’Accademia, la lungimirante politica della regnante dinastia dei fondatori Tolomei traeva potere e vantaggi con applicazioni monopolizzate in vari campi: agricolo, civile, tecnologico e militare.Ma per apprezzare ulteriormente in quale eccezionale e fecondo ambiente della cultura ellenistica si svilupparono le capacità geniali e multiformi di Archimede si deve ricordare che il “Siracusano” ebbe modo di seguire e frequentare, fra gli altri, i seguenti famosi scienziati.Ipparco di Nicea della scuola di Rodi, astronomo tra i più grandi (scoprì persino la precessione degli equinozi e misurò accuratamente la distanza media Terra-Luna), e matematico-fondatore della trigonometria, introdusse le coordinate geografiche e astronomiche ideando strumentazioni terrestri e celesti per l’osservazione; Ctesibio di Alessandria, ingegnere-tecnologo costruttore di innovativi strumenti idraulici (come “moderne” pompe aspiranti-prementi ed esatte clessidre ad acqua, veri orologi) e meccanici di precisione (automi e macchine da guerra ad aria e vapore) che ebbe come allievo l’altrettanto noto Filone di Bisanzio, poi specializzatosi in armi da lancio (catapulte) nella scuola di Rodi; Aristarco di Samo (Astronomo che calcolò la rotazione inclinata giornaliera e il diametro dell’orbita annua di rivoluzione terrestre intorno al Sole anticipando la gravitazione universale e la teoria eliocentrica), Eratostene di Cirene, il grande Geografo che disegnò la prima carta scientifica del mondo conosciuto (con le coordinate geografiche, latitudine e longitudine), un’ipotesi geocentrica complessa e che scoprì fra l’altro l’obliquità dell’eclittica e la lunghezza quasi precisa del meridiano terrestre; i Matematici discepoli dell’appena scomparso e celebre Euclide (il celebre teorico della geometria) fra i quali eccelleva Appollonio di Perge che sviluppò la teoria e delle sezioni “coniche”(proprietà di cerchio, ellisse, iperbole e parabola, poi con sviluppi fondamentali per le nuove opere archimedee) ; il grande Conone da Samo, maestro e amico di Archimede Matematico e Astronomo notevole. Ad una così straordinaria comunione scientifica erano infine collegate discipline umanistiche (principalmente rappresentate da Teocrito, poeta di origine siracusana, e da Crisippo, filosofo della scuola ateniese) e naturalistiche, con maggiori rapporti con le scienze esatte e la tecnologia; in tal centro di studi esisteva finanche una straordinaria scuola di Medicina “moderna”(con laboratorio per operazioni chirurgiche) che si fondava sugli studi di Erofilo di Calcedonia ed Erasistrato di Coo, veri precursori della patologia diagnostica e terapeutica, con avanzatissimi risultati in anatomia e fisiologia umana. Lasciato l’Egitto e probabilmente visitati anche altri centri culturali del Mediterraneo, certamente anche per nostalgia, ritornò nella sua Siracusa ma mantenendo una corrispondenza scientifica con gli studiosi e amici alessandrini conosciuti. I motivi della sua partenza furono almeno due: l’aver ritenuto di aver ormai superato gran parte della scienza alessandrina, limitata da pregiudizi teorici e filosofici che la isolavano dai problemi pratici della società; sicuramente l’invito del suo re Gerone II°, forse anche suo parente, che gli richiedeva di dedicare il suo sapere, ancora fondato su rigorosi studi teorici, ad applicazioni tecnologiche per l’amata Siracusa per altro già coinvolta nella prima guerra punica.Archimede, infatti, sviluppò nella sua città altri originali metodi di ricerca con applicazioni pratiche nei campi civile, agricolo, militare e navale. In quest’ultimo campo progettò nuove navi, poi costruite nei grandi cantieri dei famosi arsenali sui Porti siracusani e varate con grande facilità grazie ai suoi congegni, sino a far costruire con tecniche d’avanguardia una nave a tre alberi gigantesca, pure per quei tempi con costruzioni di navi enormi, per la quale occorsero venti ordini di remi.
Archimede statua opere di Villa
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