Archimede agli Uffizi - Archimede da Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
siracusani ieri oggi
Vai ai contenuti

Archimede agli Uffizi

Archimede immortalato sulla volta della galleria degli Uffizi a Firenze
clicca sulle immagini per ingrandire
 
Alla fine del Cinquecento il Granduca Ferdinando I de' Medici concepì il progetto di allestire negli Uffizi un locale, attiguo alla Tribuna, come una «stanza per piantar lo studio di architettura militare», dove esporre macchine per sollevare pesi, strumenti matematici (alcuni dei quali oggi conservati nel Museo di Storia della Scienza) e «libri et carte di geografia et piante e modelli di fortezze».
Le prime decorazioni dello Stanzino delle Matematiche furono eseguite tra il 1599 e il 1600 da Giulio Parigi, che vi realizzò, accanto alla celebrazione di imprese medicee e di tradizioni professionali fiorentine, una storia visiva delle matematiche. I ritratti di Pitagora, Tolomeo, Euclide sono associati alla fondazione matematica dell'arte militare. Ma l'indiscusso eroe di questa storia visiva delle matematiche è Archimede, la cui apoteosi, celebrata nello Stanzino, testimonia il rinnovato interesse per il siracusano, cui si assisteva in quegli anni: si pensi all'arrivo a Firenze del codice greco delle sue opere, oggi custodito nella Biblioteca Mediceo-Laurenziana. Sessanta anni più tardi il Granduca Ferdinando II e il principe Leopoldo de' Medici dedicarono nuova attenzione alle matematiche, consacrando loro il Corridoio di ponente della Galleria. Galileo Galilei fu allora celebrato come il "Nuovo Archimede". Nel 1780 Filippo Lucci integrò l’iconografia dello Stanzino con una serie di immagini raffiguranti alcuni dispositivi elettrostatici, segno evidente dell'interesse che tali apparati suscitavano alla fine del secolo XVIII.
Lo Stanzino delle Matematiche è oggi segnalato all’interno della Galleria degli Uffizi come “Sala 17 dell'Ermafrodito”. Al centro, infatti, è collocato l’Ermafrodito dormiente, copia romana di un originale bronzeo di Policleto.
La sala 17 della Galleria degli Uffizi è chiamata Stanzino delle Matematiche. È un ambiente di piccole dimensioni, adiacente alla Tribuna. Lo Stanzino nacque da un’idea del granduca Ferdinando I de’ Medici, negli ultimi anni del XVI secolo.
In questo piccolo spazio degli Uffizi, Ferdinando mise la collezione di strumenti scientifici che aveva iniziato a raccogliere suo padre, Cosimo I. Il granduca pensò a una «stanza per piantar lo studio di architettura militare».
Tra il 1599 e il 1600, Giulio Parigi (1571 – 1635) affrescò il soffitto con una decorazione a grottesche. Negli affreschi sono rappresentate alcune imprese della famiglia Medici e le tradizionali professioni fiorentine, ma anche una meravigliosa storia visiva della matematica, come fondamento dell’arte militare.
Pitagora, Tolomeo, Euclide e soprattutto Archimede sono rappresentati e celebrati negli affreschi. Dobbiamo ricordare che lo stanzino fu realizzato nel periodo della Rivoluzione scientifica, quando questi grandi personaggi del passato suscitavano un nuovo e profondo interesse. Nella decorazione è rappresentata anche una parte della collezione, ma anche alcune importanti invenzioni antiche e moderne.  
Lo Stanzino delle Matematiche è – insieme ad altri – uno spazio caratteristico e particolare, che contribuisce a rendere unica la Galleria degli Uffizi.
Torna ai contenuti