molo Sant'Antonio - akradinasiracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Akradina
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molo Sant'Antonio

vedi anche: https://www.antoniorandazzo.it/palazzidipregio/palazzo-stazione-marittima.html



I Carcari di Armando Carruba


Il quartiere "I CARCARI" era negli anni '50 il più povero di Siracusa, c'erano tre case chiuse, con affollamenti immaginabili soprattutto quando al porto sbarcavano dalle navi americane e francesi i marinai scesi a terra non tanto per ammirare le tanto decantate bellezze di Siracusa, quando per le bellezze delle cosidette signorine ospiti delle case chiuse.
Le carrozze andavano e venivano da quel quartiere e persino i ragazzini, come i sciuscià napoletani, accompagnavano i marinai americani e francesi, guadagnandosi qualche spicciolo o sigarette.
Questo quartiere, con quelle case che la legge Merlin nel '58 definitivamente cancellò, con il macello comunale; era ricco d'educazione per chi ci abitava e di conseguenza anche per chi si trovava di passaggio; regnava l'amicizia, l'altruismo, la sincerità d'animo.
Quelli delle carcare, hanno dato tanto al mondo del lavoro, alcuni di loro hanno avuto successo nella vita (mai tanto sudato), tutti hanno fatto del lavoro un credo, facendo sì che quello che era un quartiere a rischio ha sempre dato lezioni di vita.
Da questo quartiere partivano di mattina presto i lattai per le strade di Siracusa, portando il latte sulla bicicletta in due o tre contenitori d'alluminio; partivano tanti padri di famiglia alla ricerca della giornata da guadagnare, perchè la famiglia aspetta, partivano con il carretto a braccia a raccogliere ferro e rame vecchio, i giovani andavano ai magazzini di pomodoro nelle segherie, ad attendere il cenno di qualcuno al piazzale Marconi che potesse fargli guadagnare quei quattro soldi .
In questo quartiere alcune famiglie vivevano con l'animale in casa, asino o cavallo, strumento di lavoro e ricchezza di famiglia; quando veniva l'Ascnsione si faceva 'a fucata ed erano tutti impegnati a raccogliere legna, affinchè 'a fucata del quartiere delle carcare fosse più alta e più bella di tutti i quartieri di Siracusa.
E quando la legna bruciava i giovani saltavano le fiamme, tra gli applausi dei presenti e gli sguardi ammirati delle ragazze.
In questo quartiere quando pioveva, camminare era impossibile per il fango che c'era in ogni vicolo e quando c'era il sole il caldo era insopportabile.
Siracusa cambia giorno dopo giorno, questo quartiere non esiste più come tale, delle tre case chiuse, due sono diventate eleganti B&B e la terza - quella che era più raffinata - diventerà elegante albergo.

La ferrovia che collegava la Stazione Centrale con la Marittima non c'è più, sostituita da una strada e le casupole di una volta, qualcuna ristrutturata è bottega o bar le altre magazzini, il mercato Ittico chiuso da tempo e fatalmente su questo spiazzo, posteggerà la sua macchina una famiglia e il padre rivolgendosi ai propri figli dirà: Qui una volta, c'era il quartiere delle Carcare, ci viveva mio nonno con mio padre bambino, me lo raccontava sempre la nonna...


vedi anche:https://www.antoniorandazzo.it/Siracusaera/c.-biancamonte-siracusa.html



via Molo

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