Acradina e suo territorio
Acradina, Siracusa e il suo territorio
Il quartiere immediatamente al di là del ponte si deve identificare con Acradina. Questo nome non appare nei testi più antichi: Tucidide si limita a chiamarlo «la città estema» per distinguerlo da Ortigia, che chiama « la città interna ». Un tempo si riteneva che Acradina occupasse anche la parte orientale del pianoro delle Epipole, ma è probabile invece che qui fosse il quartiere di Tyche. La comunicazione tra Ortigia, Acradina e la Neapolis doveva avvenire tramite una larga strada diretta più o meno da sud a nord, un tratto della quale fu visto nel 1909 presso il Foro siracusano: le dimensioni eccezionali della strada (circa 13 m di larghezza) rendono probabile l'identificazione di essa con la via lata perpetua di cui parla Cicerone nella sua descrizione della città.
Saggi recenti, realizzati lungo il Corso Gelone, hanno dimostrato che la zona era già abitata, all'inizio del VII secolo, se non già alla fine dell'VIII La città, dunque, oltrepassò i ristretti limiti dell'isola più precocemente di quanto non si ritenesse un tempo. Il complesso di Acradina, come è stato provato ultimamente, era orientato nord-est/sud-ovest: probabilmente l'asse portante corrispondeva alla grande strada che, provenendo dall'Hexapylon, entrava in città passando tra le Latomie del Paradiso e quelle di S. Venera. Secondo questo asse è orientato il settore conosciuto del quartiere, a sud di piazza Vittoria, e inoltre alcuni monumenti come l'Ara di Ierone e l'anfiteatro, che evidentemente dipendono dalla più antica viabilità della, zona.
L'agorà è stata da tempo localizzata nella zona corrispondente al Foro siracusano, dove esplorazioni recenti hanno rivelato l'esistenza di una pavimentazione a grandi lastre, e di una grande strada est-ovest, che doveva incrociarsi con l'arteria diretta a nord, in direzione della Neapolis: intorno a questo incrocio, chiaramente il principale della città esterna, dovette organizzarsi la zona pub-blica di Acradina. In prossimità doveva essere il Timoleonteion, il ginnasio costruito intorno alla tomba di Timoleonte, e il grande orologio solare, più volte citato dalle fonti letterarie (Plutarco, Vita di Dione, 29).
La struttura urbanistica della parte settentrionale della città, è stata recentemente chiarita da una serie di scavi realizzati nella zona più a nord, tra l'anfiteatro e la piazza Vittoria, che si sono aggiunti a vecchie esplorazioni nella zona dell'ex Giardino Spagna (area dell'Ospedale civile). La scoperta di una serie di necropoli, la cui durata si estende su tutto il vi sec. a. C. ha dimostrato che questa zona, ai limiti tra il quartiere di Acradina e quello di Tyche, fu urbanizzata solo nel corso del V secolo. Si tratta di un impianto urbanistico regolare, centrato su una lunga strada est-ovest, larga circa 5 m, che doveva collegare il Porto piccolo con la zona del Fusco, e della quale sono stati visti vari tratti tra piazza Vittoria e l'anfiteatro. Su questa strada si innestava un sistema di vie con orientamento nord-sud, larghe 3 m, che delimitavano stretti isolati, larghi circa 58 m. Il teatro si inserisce perfettamente in questo sistema, poiché ne assume l'orientamento.