curiosità memoria
Forma e varietà della pasta negli anni 40 come la chiamavano i nostri nonni
spaghetti: gli spaghetti, qui prodotti da pastificio conigliaro, erano in pacchi da 5 kg e molto più lunghi. Si compravano sfusia a peso nella quantità giusta per la famiglia. Mai sprecata e se avanzava il giorno dopo, fritta, era meglio che fresca;
sminuzzara, era l'insieme di tante varietà, di solito pezzetti di spagnetti e pasta corta fuoriuscita dai sacchi e contenitori durante la lavorazione. A volte si spessavano sminuzzando gli spagnetti;
i ditalini, i nostri nonni la chiamavano "gnucchittula";i rigatoni cannaruzzuni;
Le penne maltagliati;
i tubetti, talianeddi;
e ancora:i pizzulati a forma di riso schiacciato,u corallinu,i firrioli.
Le lingue di passero: lingua i passula
il pentolame e oggetti di uso comune
Non esistevano vasche da bagno e si usava a "pila" che normalmente serviva per lavare il bucato;
La padella la chiamavano "sattania";
la bacinella "vacila";
Non esisteva il gas e le moderne cucine a fornelli con forno e si cuoceva 'nto: fucularu fornelli predisposti per mettere in uno sportellino di ferro, sotto, carbone o legna che si accendeva ogni volta con carta e piccoli ramoscelli soffiando con un "muscaloru".
A maidda era una larga tavola di legno sulla quale, nella testata, era installata una leva mobile che abbassandola e alzandola serviva a lavorare la pasta, "scaniari".