ipogei Ortigia
Ipogei in Ortigia
Connessione tra la geologia dell’area siracusana e la sua pianificazione territoriale
Di Maria Giampapa Geologo, libero professionista
Un ulteriore aspetto significativo ed estremamente interessante del tessuto urbano di Ortigia, in termini di pianificazione territoriale è costituito dal suo variegato sistema ipogeico.
Gli ipogei infatti rappresentano elementi morfologici significativi del territorio urbano e per questa ragione sono stati censiti e riportati in una tavola, allegata allo studio geologico a corredo del Nuovo Piano Particolareggiato di Ortigia in fase di approvazione redatto dal dott. Gaetano Bordone titolata Carta degli ipogei - Ortigia (fig. 4).
Da trenta secoli i siracusani scavano la terra per ricavare acquedotti, cisterne, depositi, catacombe, gallerie, cunicoli, passaggi per usi civili, agricoli, religiosi e militari. Gli ipogei sono stati scavati ed utilizzati ininterrottamente dai primi segni di civiltà fino ai tragici eventi della seconda guerra mondiale, quando gli ipogei servivano come rifugio dai bombardamenti per poi essere trasformati, dagli anni quaranta in poi, in cantine, depositi, discariche. Di questo complesso sistema, rimasto nascosto, chiuso e vietato alla città, per motivi di sicurezza, per mancata comprensione delle potenzialità in termini turistici ed economici, e non per ultimo per difficoltà logistiche ed operative, oggi è possibile ammirarne qualcuno per una visita inusuale alla città sotterranea, capace di raccontare una storia diversa, coinvolgente e misteriosa.
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Quello più importante è costituito dal sistema ipogeico di Piazza Duomo (foto 8) nel cuore di Ortigia, che, con le sue concrezioni, pozzi verticali, tombe svuotate, affreschi bizantini, formazioni varie e complesse, sottratto a pluridecennale incuria, di recente restaurato e restituito alla fruizione con il ripristino del passaggio diretto da Piazza Duomo alla Marina, offre la possibilità di una passeggiata nelle viscere di roccia (fig. 5).
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I cunicoli di Piazza Duomo sono collegati ad un altro importantissimo sistema ipogeico localizzato nel quartiere della Giudecca al di sotto della Chiesa di S. Francesco di Paola e Convento dei Minimi in via Logoteta, scoperto durante i recenti lavori di consolidamento strutturale dell'immobile ma ancora chiuso al pubblico. Questo percorso ipogeico inoltre si collega al pozzo di S. Filippo, situato anch'esso nel quartiere ebraico della Giudecca sotto l'omonima piazza. Il pozzo, già noto a Jean Houel che lo descrisse e disegnò nella sua monumentale opera citata in precedenza, è accessibile mediante una scala a chiocciola di età cinquecentesca (e cioè connessa al periodo della cacciata degli ebrei avvenuta nel 1492) che lo collega alla soprastante chiesa. Al suo interno è ancora possibile osservare la presenza di acqua dolce con le stesse caratteristiche delle altre polluzioni di acqua, già descritte, nel substrato di Ortigia e di cui però non si ha certezza che venisse usata anche per i riti di purificazione ebraica al pari del vicino bagno ebraico miqwè.
Entrambi questi sistemi ipogeici (Piazza Duomo e Chiesa di S. Francesco di Paola-Convento dei Minimi) hanno avuto il ruolo di rifugi antibellici: lo testimoniano le sedute realizzate lungo i corridoi e all'interno della grande latomia del sistema ipogeico di Logoteta attorno a contrafforti appositamente costruiti, nonché le pareti murarie che riportano disegni e scritte a testimonianza del lungo periodo trascorso dai rifugiati in questi sotterranei.
In generale i più importanti complessi ipogeici, alcuni dei quali casualmente portati alla luce durante i lavori di restauro nell'ultimo decennio, riportati nella nominata tavola "Carta degli ipogei" (Fig. 4) sono stati raggruppati secondo il seguente schema:
Complessi ipogeici utilizzati come rifugi antiaerei accessibili ed esplorati
Complessi ipogeici accessibili ed esplorati
Complessi ipogeici inaccessibili ed inesplorati
Principali accessi di cavità utilizzate come rifugi antiaerei, inaccessibili allo stato attuale ed inesplorati (Fonte, U.N.P.A.)
In conclusione, tutte le considerazioni esposte ci fanno comprendere come i nostri predecessori e i Greci soprattutto, tra i primi abitatori intelligenti di Ortigia, abbiano saputo fare un sapiente utilizzo del paesaggio modificandolo in funzione delle loro esigenze ma senza arrecare danno all'ambiente.
Oggi si sono in parte perdute la cura e l'attenzione per il paesaggio che appare quasi dappertutto involgarito da presenze ingombranti e di grande impatto visivo e paesaggistico.
La tendenza tuttavia sembra essere invertita con il ritorno all'attenzione per la progettazione, con rispetto delle vocazioni naturali del territorio anche per la semplice progettazione di una strada o di una villa in campagna.
La geologia e la posizione geografica, sebbene apparentemente non sembri, sono strettamente connessi con lo sviluppo urbanistico di una città e la storia di un popolo: anche l'assetto viario di un sito è una diretta discendenza della geologia e della paleomorfologia del territorio in cui ricade.