Carta Ipogeica - Ipogei Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Catacombe siracusane
Vai ai contenuti

Carta Ipogeica

Siracusa Carta Ipogeica
La carta, titolata Siracusa Ipogea, nasce dal censimento e successiva classificazione dei principali sistemi ipogeici presenti nel sottosuolo di Acradina, Neapolis ed Ortigia, molti dei quali venuti alla luce durante i lavori di restauro dell’ultimo decennio, e riporta le principali risorse ipogeiche e cavità antropiche del territorio studiate, comprendenti: • latomie • acquedotti • ipogei • catacombe Riguardo all’utilizzo attuale, le risorse ipogeiche sono state distinte per colore: in rosso sono rappresentati i beni non accessibili; in giallo i beni potenzialmente accessibili, in verde i beni accessibili.
Più dettagliatamente, i siti rappresentati in rosso comprendono beni documentati in bibliografia e complessi ipogeici utilizzati anche come rifugi antiaerei, in seguito obliterati o inaccessibili.
Quelli in giallo sono i beni che, per motivi di manutenzione o perché ricadono in aree private, non sono al momento accessibili.
Quelli di colore verde sono relativi a beni di libera fruizione ed a complessi ipogeici utilizzati anche come rifugi antiaerei.
Per la realizzazione della carta sono state numerate e vettorializzate tutte le planimetrie disponibili.
In seguito si sono implementate su una piattaforma GIS sovrapponendo le planimetrie su una base cartografica georiferita, la Carta Tecnica Regionale in scala 1:2.000 rispetto al sistema geografico Gauss-Boaga.
Questa parte di lavoro è stata svolta utilizzando il software “Quantum GIS - open source”.
L’analisi interpretativa dell’ambiente fisico - geografico della città consente di definire la presenza di un elemento di rottura topografica, che si trova in corrispondenza della linea di faglia, riconoscibile nella falesia della Balza Acradina.
Questo confine ideale, in realtà diventa fisico, perché divide lo spazio tra le principali opere d’escavazione a cielo aperto e sotterranee, “latomie” nella zona a nord e le “catacombe” e “ipogei” nella zona a sud.
La successione delle principali latomie, da Est verso Ovest, è la seguente: Latomia dei Cappuccini, Broggi e Casale, Carratore, Santa Venera, del Paradiso, Intagliatella, Cozzo Romito, Novantieri, Bufalaro. I principali complessi catacombali sono rappresentati da: Santa Lucia, la necropoli della Vigna Cassia e San Giovanni.
Nella carta spiccano anche i maggiori sistemi acquedottistici: Paradiso, Galermi e Ninfeo, che attraversano la città. Infine sul lungomare di levante, Pietralonga, è stato cartografato un gran numero d’ipogei, rilevati e studiati dall’archeologo Paolo Orsi, successivamente obliterati dagli stessi proprietari. Per quanto riguarda le catacombe, il vasto cimitero di S. Lucia (il cui toponimo è dedicato al luogo in cui è avvenuto il seppellimento della nostra patrona.
Torna ai contenuti