Ipogei Ortigia Mappa Gianpapa
Rifugi Antiaerei Ortigia
Ipogei in Ortigia
vedi:Connessione tra la geologia dell’area siracusana e la sua pianificazione territoriale di Maria Giampapa Geologo, libero professionista
mappa originale Maria Gianpapa
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Quello più importante è costituito dal sistema ipogeico di Piazza Duomo (foto 8) nel cuore di Ortigia, che, con le sue concrezioni, pozzi verticali, tombe svuotate, affreschi bizantini, formazioni varie e complesse, sottratto a pluridecennale incuria, di recente restaurato e restituito alla fruizione con il ripristino del passaggio diretto da Piazza Duomo alla Marina, offre la possibilità di una passeggiata nelle viscere di roccia (fig. 5).
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I cunicoli di Piazza Duomo sono collegati ad un altro importantissimo sistema ipogeico localizzato nel quartiere della Giudecca al di sotto della Chiesa di S. Francesco di Paola e Convento dei Minimi in via Logoteta, scoperto durante i recenti lavori di consolidamento strutturale dell'immobile ma ancora chiuso al pubblico. Questo percorso ipogeico inoltre si collega al pozzo di S. Filippo, situato anch'esso nel quartiere ebraico della Giudecca sotto l'omonima piazza. Il pozzo, già noto a Jean Houel che lo descrisse e disegnò nella sua monumentale opera citata in precedenza, è accessibile mediante una scala a chiocciola di età cinquecentesca (e cioè connessa al periodo della cacciata degli ebrei avvenuta nel 1492) che lo collega alla soprastante chiesa. Al suo interno è ancora possibile osservare la presenza di acqua dolce con le stesse caratteristiche delle altre polluzioni di acqua, già descritte, nel substrato di Ortigia e di cui però non si ha certezza che venisse usata anche per i riti di purificazione ebraica al pari del vicino bagno ebraico miqwè.
Entrambi questi sistemi ipogeici (Piazza Duomo e Chiesa di S. Francesco di Paola-Convento dei Minimi) hanno avuto il ruolo di rifugi antibellici: lo testimoniano le sedute realizzate lungo i corridoi e all'interno della grande latomia del sistema ipogeico di Logoteta attorno a contrafforti appositamente costruiti, nonché le pareti murarie che riportano disegni e scritte a testimonianza del lungo periodo trascorso dai rifugiati in questi sotterranei.
In generale i più importanti complessi ipogeici, alcuni dei quali casualmente portati alla luce durante i lavori di restauro nell'ultimo decennio, riportati nella nominata tavola "Carta degli ipogei" (Fig. 4) sono stati raggruppati secondo il seguente schema:
Complessi ipogeici utilizzati come rifugi antiaerei accessibili ed esplorati
Complessi ipogeici accessibili ed esplorati
Complessi ipogeici inaccessibili ed inesplorati
Principali accessi di cavità utilizzate come rifugi antiaerei, inaccessibili allo stato attuale ed inesplorati (Fonte, U.N.P.A.)
In conclusione, tutte le considerazioni esposte ci fanno comprendere come i nostri predecessori e i Greci soprattutto, tra i primi abitatori intelligenti di Ortigia, abbiano saputo fare un sapiente utilizzo del paesaggio modificandolo in funzione delle loro esigenze ma senza arrecare danno all'ambiente.
Oggi si sono in parte perdute la cura e l'attenzione per il paesaggio che appare quasi dappertutto involgarito da presenze ingombranti e di grande impatto visivo e paesaggistico.
La tendenza tuttavia sembra essere invertita con il ritorno all'attenzione per la progettazione, con rispetto delle vocazioni naturali del territorio anche per la semplice progettazione di una strada o di una villa in campagna.
La geologia e la posizione geografica, sebbene apparentemente non sembri, sono strettamente connessi con lo sviluppo urbanistico di una città e la storia di un popolo: anche l'assetto viario di un sito è una diretta discendenza della geologia e della paleomorfologia del territorio in cui ricade.