Bagno ebraico miqweh casa Bianca via Alagona - Ipogei Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Catacombe siracusane
Vai ai contenuti

Bagno ebraico miqweh casa Bianca via Alagona

Bagno Ebraico, miqweh
Il così detto Bagno Ebraico si trova in via Alagona nel sottosuolo del palazzetto medievale meglio conosciuto coe Casa Bianca.
Si accede dal civico 52, attuale albergo.enza, nel quartiere Giudecca, di una comunità ebraica siracusana tra le più antiche di tutto il Mediterraneo.
 
Il miqweh, situato a 18 metri sotto il livello stradale, circa metri 12 metri, scendendo da una ripida scala scavata nella roccia.


 
È alimentato alimentato da acqua pura sorgiva con diverse lvasche, grandi e piccole e pilastri in conci sovrapposti e ben squadrati di calcare per sostenere le antiche volte di epoca greca cavate nella roccia ed è fra gli unici bagni rituali meglio conservati integralmente in Europa.
 

Per la storia
Il Mikveh: bagno ebraico sede di riti e purificazioni
Proprio nel cuore di Ortigia, fra le viuzze chiamate “rua” o “ruga”, è possibile ancora oggi visitare uno dei più antichi bagni ebraici d’Europa.
Il mikveh si trova esattamente nell’antico quartiere ebraico, la Giudecca, dove sono evidenti le tracce dell’antica comunità ebraica di Siracusa.
Al tempo del ritrovamento, il quartiere ebraico era in stato di completo abbandono, non vi erano luci nelle strade, né negozi. La famiglia della marchesa Daniele, decise di acquistare e ristrutturare un palazzo nel cuore della Giudecca, Palazzo Bianca, una struttura che si trova in via Alagona e attualmente ospita un albergo turistico.
Nonostante il palazzo fosse sommerso di spazzatura e vandalizzato, durante il recupero architettonico, si accorsero che contigua ad un cortiletto, c’era una costruzione senza alcun acceso.
Sopra questo blocco, vi era una stanzetta e allora intuirono che doveva esserci qualcosa sotto di molto prezioso. Così, con opera certosina e spinti dalla voglia di riportare alla luce un passato prezioso appartenente alla storia millenaria dell’isola di Ortigia, cominciarono a bucare il muro e trovarono una piccola stanzetta piena di terra, con una volta a crociera. La ripulirono e scoprirono con grande sorpresa l’esistenza di una lunga scala. I lavori di sgombero dei detriti richiesero molto tempo e un grande impegno economico. Alla fine dei lavori di scavo, sgombero e restauro, vennero alla luce 58 gradini che formavano tre rampe di scale alla fine delle quali si aprì alla vista una grande sala, sommersa dalla fanghiglia, ma di grande magnificenza.
La sala aveva forma quadrata, con quattro colonne che sostenevano una volta a crociera perfetta e, attorno a queste, vi era un ambulacro che le includeva tutte, con volte a botte.
Tutto intorno alla sala correva un sedile, scolpito nella pietra viva, a diciotto metri di profondità. Nel pavimento c'erano tre vasche poste a trifoglio con all’interno dei gradini. Durante la ripulitura dal fango, nel fondo delle vasche, ritrovarono anche dei cocci di ceramica delicatissima e delle piccolissime lucerne.
Con l'aiuto di esperti del restauro, riuscirono a datare la chiusura di quel luogo: la fine del 1400. I nobili Daniele, cominciarono così un'affannosa ricerca fra testi e libri antichi, contattarono esperti e professori e fecero ordine fra le informazioni a loro disposizione: avevano scoperto un antico bagno ebraico, che serviva per la purificazione prima dei rituali. Le vasche erano alimentate da pura acqua sorgiva, che sgorgava dal sottosuolo. Il bagno ebraico fu così preservato e ancora oggi è possibile visitarlo e ammirarlo nella sua infinita bellezza.
Nonostante questa scoperta straordinaria, le ricerche della famiglia Daniele non si fermarono. L’amore e l’attenzione per questi luoghi li attenzionarono circa un’iscrizione su una pietra murata nell’abside della chiesa di San Giovanni, attigua al bagno ebraico. Con l’aiuto e la traduzione di esperti, capirono che l’iscrizione si riferiva alla Sinagoga di Siracusa, che molto probabilmente era presente in quel luogo prima della costruzione della chiesetta cristiana. Oggigiorno la chiesa di San Giovanni, ubicata lungo via della Giudecca, è consacrata e aperta, soprattutto in occasione di matrimoni ed eventi culturali.
Torna ai contenuti