27-Rosmarino-Savasta - cenacolosiracusanità

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
home Randazzo
Vai ai contenuti

27-Rosmarino-Savasta

Il Rosmarino
Giorgia Savasta racconta:


documentazione pdf




Nome scientifico: Rosmarinus officinalis L.
Nome dialettale: Rosmarina, Rosamarinu o Rusamarinu
Etimologia: L'etimologia del suo nome è abbastanza controversa: per alcuni studiosi deriverebbe dal lat. ros, ‘rugiada’ e "maris, ‘mare’, cioè ‘rugiada del mare’, forse per la sua propensione a crescere presso le zone costiere. Altri lo farebbero derivare sempre dal lat. ma da rosa, ‘rosa’ e maris, ‘mare’ cioè ‘rosa del mare’ o ancora dal lat. rhus ‘arbusto’ e maris ‘mare’ ossia ‘arbusto di mare’. Infine dai termini greci rhops ‘arbusto’ e myrinos ‘aromatico o odoroso’, con il significato di ‘arbusto aromatico’ che definisce appieno la natura della pianta.
Descrizione della pianta: arbusto perenne aromatico, sempreverde, della famiglia delle Lamiaceae. Può avere un’altezza variabile che può essere di qualche decina di cm. fino a circa 2-3 m., a seconda dello spazio ad esso concesso per la crescita.
Le radici sono molto profonde e tenacemente ancorate al terreno. Il fusto legnoso, eretto o a volte sdraiato alla base e poi ascendente, è molto ramificato, dal secondo anno di vita la parte inferiore presenta una corteccia di colore bruno che si sfalda in strisce longitudinali. I rami in età giovane sono alquanto pubescenti poi diventano legnosi, anch’essi assumo la posizione prostrata o ascendente. Le foglie, molto fitte sui rami, sono piccole, prive di picciolo, strette e lineari quasi lanceolate, un pò coriacee, ricche di ghiandole oleifere, di un bel colore verde scuro sulla pagina superiore e verde-argentate-bianche in quella inferiore. I fiori, di colore azzurro-violetti, sono riuniti in grappoli che crescono all'ascella delle foglie e formano spicastri terminali, sono presenti quasi tutto l'anno, particolarmente melliferi attirano le api che ne producono un miele raro e prezioso. I frutti sono degli acheni che diventano scuri a maturità.
Si riproduce per semi, per talea o per divisione della pianta
Ne esistono numerose varietà che si differenziano per la maggiore o minore aromaticità, per il portamento e per il colore dei fiori.
Fra le varietà coltivate di R. officinalis, selezionate per il colore dei fiori, ricordiamo:
le cultivars “Albus” e “Majorca pink” a fiori bianchi e rosa rispettivamente.
Origini e cenni storici: Il rosmarino è originario del bacino Mediterraneo, cresce spontaneo nelle nostre zone e può essere coltivato.
Conosciuto e apprezzato fin dai tempi più remoti, accompagnava i nostri avi dalla culla alla tomba. Una volta, infatti, le partorienti venivano lavate con l’infuso di quest’erba, ed anche il neonato veniva delicatamente deterso con l’acqua precedentemente bollita con foglioline di Rosmarino; questo avrebbe protetto entrambi dalle infezioni.
Per gli Egizi, i Romani e i Greci il profumo del rosmarino allietava i defunti e li accompagnava nell’oltretomba. Un ramoscello di rosmarino è stato trovato in una tomba egiziana, gelosamente custodito in cofanetto di marmo a forma di scarabeo. Il rosmarino era in Egitto uno degli ingredienti principali per la preparazione degli oli d’imbalsamazione dei defunti, procedura indispensabile per garantire all’anima la rinascita nel regno dei morti, inoltre la tradizione egizia attribuiva a questa pianta la capacità di conservare nei trapassati la memoria dei loro cari rimasti ancora sulla terra, confortando così il loro viaggio verso l’aldilà. Per questo motivo il rosmarino era detto l’erba del ricordo, e si pensa che questa tradizione sia legata al fatto che una delle proprietà di questa pianta è di migliorare le capacità mnemoniche e di rinfrancare lo spirito, grazie alla presenza di sostanze blandamente psicoattive.
Nell’antica Roma, gli studenti adornavano il capo con ghirlande di rosmarino, che indossavano quando studiavano e in particolar modo duranti gli esami per rinforzare la memoria.
Nel IV secolo a.C., il grande filosofo e botanico greco, Teofrasto lo raccomandava per le sue proprietà antisettiche, stimolanti, digestive, e antiputrefattive nella conservazione e cottura delle carni.
Quando ancora non si utilizzava l’incenso, si ardeva il rosmarino nei templi e si continuò ad adoperarlo anche successivamente nelle feste di purificazione. Si utilizzava anche per fare fumigazioni nelle stanze degli ammalati e purificare l’aria. Rami di rosmarino venivano tenuti nelle tasche e nei manici dei bastoni, per poterli annusare nelle zone malsane durante le pestilenze.
Si evince che, ad esso venivano assegnati varie virtù: dalla capacità di placare le divinità alla capacità di allontanare gli spiriti maligni dai luoghi o dalle persone oltre che allontanare le malattie.
Il Rosmarino rientra nella formulazione di antiche ricette curative e cosmetiche (l‘Aceto dei quattro ladri, Acqua della Regina d’Ungheria ecc.)
Nel XVIII secolo il suo olio essenziale fu impiegato dalla farmacopea ufficiale per la preparazione di molti cordiali, digestivi e balsami antireumatici.
Proprietà nutritive: Il rosmarino contiene grassi, è ricco di sali minerali tra cui calcio, sodio, potassio, magnesio, ferro, fosforo. Si trovano molte vitamine del gruppo B, oltre che la A e la C. Inoltre sono presenti alcuni acidi tra cui: folico, pantotenico, rosmarinico.
L’utilizzo del Rosmarino nei cibi è molto utile; infatti oltre ad aromatizzare ed insaporire molto le vivande, facilita la produzione della bile, favorisce la digestione e stimola i movimenti peristaltici.
Mi piace ricordare, attraverso una nota riportata nel volume “Delizie degli Orti di Napoli “ di Lejla Mancusi Sorrentino l’uso che si faceva di questa pianta in cucina, già tanti secoli fa: “Le cimette tenere di Rosmarino attuffate in pastetta o in uova si friggono e si servono per vivanda e per ornamento; e con i fiori poi di quest’erba si fa grato ornamento alle insalatine, alle carni e ai pesci bolliti.” [V. Corrado, “Del Vitto Pitagorico”, 1781]
Principi attivi: L’olio essenziale è costituito principalmente da pinene, conforene, limonene, flavonoidi, acidi fenolici, tannini, resine, canfora e acido rosmarinico.
Proprietà terapeutiche: Fin dall’antichità questa pianta veniva considerata una panacea universale, con particolari capacità cardiotoniche, di rinforzo della vista e della memoria.
Molte delle sue virtù o proprietà terapeutiche sono oggi state provate scientificamente:
• Uno studio, condotto da ricercatori in Northumbriain in Gran Bretagna, ha confermato ciò che già era stato intuito anticamente, che l’odore di rosmarino migliora la capacità cognitiva degli individui oltre che la capacità di ricordare eventi, nonché i compiti che devono svolgere;
• Secondo uno studio del Sanford-Burnham Medical Research Institute della Florida un composto presente nel rosmarino, l’acido carnosico, contrasta la degenerazione maculare che colpisce la retina;
• E’ stata studiata la sua azione cardiotonica: i flavonoidi, costituenti attivi del rosmarino, sono tonici del cuore e dei vasi sanguigni per cui è suggerito per la cattiva circolazione, per le aritmie e per gli stati di ipotensione. Possiede inoltre una leggera azione anticoagulante.
Agisce in modo benefico sui diversi sistemi del corpo umano: è uno stimolante, utile nei casi di astenia e debolezza generale, per alleviare lo stress da superlavoro fisico e intellettuale tanto da essere considerato anche un antidepressivo (contiene molte sostanze antiossidanti, pertanto, il suo utilizzo abituale, contribuisce al buon mantenimento della salute psicofisica e a ritardare l’invecchiamento cellulare). Risulta essere anche un antisettico, ha un buon effetto sugli stati influenzali e febbrili, agisce sull’apparato respiratorio, fluidifica la secrezione bronchiale e seda le tossi convulse. Sull’apparato digerente esercita azione colagoghica, stomachica, carminativa e antispasmodica. Oltre a stimolare la funzionalità del fegato e l’escrezione biliare, attiva la diuresi agendo dolcemente sull’apparato urinario. E’ un buon emmanagogo, riesce a regolarizzare il ciclo mestruale ed è utile in alcune affezioni dell’apparato riproduttivo. Ha un buon effetto anche sull’apparato osseo, grazie alla presenza di minerali come calcio, potassio e magnesio e risulta essere anche un antireumatico.
Per uso esterno è soprattutto un buon antisettico oltre ad avere proprietà stimolanti e rubefacenti utili per il trattamento di contusioni, dolori articolari e muscolari, reumatismi e torcicollo.
In cosmesi le lozioni e i bagni deodorano e purificano la pelle, le tinture rivitalizzano il cuoio capelluto, i dentifrici e i collutori al Rosmarino rinforzano le gengive.
Impiego terapeutico: Tanti sono i modi per beneficiare terapeuticamente del rosmarino tra cui si ricorda:
• l’infuso e il decotto (utilizzato come antispasmodico o come stimolante oltre che come antisettico);
• la tintura madre e la tintura vinosa ( entrambe favoriscono la digestione, stimolano la diuresi e agiscono anche come sedativi della tosse);
• bagni, maniluvi e pediluvi ( sia contro i reumatismi che come corroboranti);
• impacchi, favoriscono un'azione topica stimolante della circolazione e antidolorifica
• massaggi, che si effettuano per una piacevole sensazione stimolante e rivitalizzante.
Nella moderna fitoterapia esistono numerosi fitoderivati del Rosmarino, ciascuno caratterizzato dalla parte della pianta che viene usata per l'estrazione e per il tipo di solvente o di tecnica estrattiva. Ciascun fitoderivato avrà un peculiare profilo fitochimico e di conseguenza attività fisiologiche specifiche.
Tra le varie preparazioni troviamo:
 Il macerato glicerinato che si ottiene dai giovani getti, raccolti durate la ripresa vegetativa.
 L’estratto fluido o secco: si ottiene dalle foglie e fiori (si ritiene migliore quello secco perché è titolato e standardizzato).
 La tintura madre si ricava dalla pianta fresca.
 L’olio essenziale: si ricava dalle foglie e dalle sommità fiorite con il metodo della distillazione in corrente di vapore. Esistono tre chemiotipi principali: canfora, cineolo e verbenone.
L'essenza di rosmarino può essere utilizzata, per via esterna, tramite inalazioni, suffumigi, bagni, pediluvi, maniluvi, frizioni, impacchi e per massaggi. Può essere assunto anche per via orale (solo se deterpenato) insieme ad altri alimenti. Il suo impiego è anche farmaceutico e cosmetico.
Aromaterapia
A livello fisico, l’olio è conosciuto come cefalico ossia come olio che stimola il cervello e l’attività mentale.
A livello spirituale viene associato alla chiarezza di pensiero e alla perspicacia, molto utile quando è necessaria una maggiore lucidità mentale (un lieve massaggio alle tempie o ai polsi riaccende la memoria e le idee e spegne il mal di testa da tensione o stanchezza).
L'olio di Rosmarino è anche un protettore psichico, risulta particolarmente utile usarlo al mattino prima di esporsi a tutte le influenze del mondo esterno, sia quelle di cui siamo consapevoli e magari timorosi, sia quelle che non conosciamo.

Floriterapia: Il rimedio vibrazionale-emozionale ricavato dai fiori del rosmarino contribuisce alla chiarezza di spirito e all’essere presente a sé stesso; all’accettazione del proprio corpo e all’armonia fisica e spirituale.
Questa essenza floreale è adatta a tutte le persone che si sentono disorientate, a chi tende alla perdita di memoria e alla sonnolenza. E' utile a coloro che non sono presenti al proprio corpo. E' consigliata alle persone anziane che sono soggette all'assopimento e alla perdita di memoria. Il Rosmarino sviluppa chiarezza di spirito e sensibilità. È utile anche ai temperamenti chiusi e scontrosi.

Linguaggio dei fiori: “Sono felice di vederti”.

Simbolismo: La pianta oltre ad essere simbolo del solstizio d'estate (questa pianta ama il Sole), è simbolo di buona salute, rinascita e immortalità (probabilmente legata al suo essere sempreverde).
Simboleggia inoltre sincerità, fedeltà, prolificità e felicità.

Curiosità
Anticamente, con il legno del rosmarino si fabbricavano minuscoli cucchiai a protezione dagli avvelenamenti; e perfino pettini utilizzati come talismani per proteggersi dalla calvizie!
Il legno viene utilizzato oggi per realizzare stuzzicadenti aromatici e carboncini per i disegnatori.
Con del rosmarino polverizzato si confezionavano delle sigarette per calmare gli attacchi d’asma.
Note di cultura popolare
Le foglie della pianta vengono utilizzate con la funzione di conservazione di alcuni alimenti.
Le foglioline essiccate di rosmarino, raccolte in sacchettini o fazzoletti leggeri, tengono lontane le tarme dagli armadi e profumano la biancheria. In passato si faceva asciugare la biancheria sulla pianta, così facendo si profumava il bucato e si tenevano lontane le tarme.
Si racconta, in Sicilia, che tra i rami di Rosmarino sono celate delle figure magiche femminili, esili fatine pronte ad aiutare chi è veramente degno.




Bibliografia:
http://www.macrolibrarsi.it. Ppeciali benefici-terapeutici del rosmarino.
AA.VV., Medicina verde erboristeria, Ed. European Book, Milano, 2000, pp.414/415.
M. MESSÈGUÈ, Il mio erbario, Ed. Arnoldo Mondadori, Farigliano (CN), 1980, pp.279/280.
B. BRIGO, Medicina Naturale dalla A alla Z, Ed. Tecniche Nuove, Miulano, 2006, p.440.
www.elicriso.it/. Piante aromatiche - il rosmarino.
L. MANCUSI SORRENTINO, Delizie degli Orti di Napoli, Grimaldi & C. Editori, San Casciano, (FI), 2009.
L.COZZI M.BERTONA, L’Aromaterapia, Xenia edizioni, Milano, 1996, p. 87/80.
P. DAVIS, Aromaterapia sottile, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena (FC), 1996, pag.225/226.
www.fioriperlanima.com/romarin

Si credeva che i suoi fiori, posti a contatto della pelle, in prossimità del cuore, donassero felicità. Le foglie, invece, messe sotto il letto, avrebbero evitato brutti sogni.
Leggenda Siciliana
In Sicilia si narra la leggenda di una regina sterile, che un giorno, passeggiando nel giardino del suo castello, vide una rigogliosa pianta di rosmarino carica di nuovi germogli. Allora fu invasa da una forte rabbia, perché le ricordava il simbolo fecondità, e tornò nelle sue stanza infuriata con se stessa, affranta più che mai per il suo grembo sterile. Non passò molto che la sovrana si accorse di essere incinta, e al termine della gravidanza partorì una piccola pianticella di Rosmarino. La regina accolse quel dono con tanta tenerezza, che decise di battezzarla Rosamarina; nutriva quella creatura ogni giorno con il proprio latte. Ma un giorno, il nipote del re di Spagna, incuriosito, rubò la piccola pianticella, piantandola poi nel proprio giardino e curandola a sua volta con amore, annaffiandola con latte di capra.
Il tempo passò, il ladruncolo divenne un giovane saggio sovrano, che sereno trascorreva il suo tempo a suonare il flauto nei giardini. Ma un giorno vide apparire, dalla piantina di Rosmarino, una figura femminile molto graziosa e dolce; il giovane se ne innamorò immediatamente. Così da quel giorno il sovrano si recò spesso nei giardini regali a suonare il flauto per rivedere la delicata “Principessa del Rosmarino”. Ma ahimé, un giorno il re dovette partire per la guerra; disperato, diede al proprio giardiniere il compito di curare e proteggere quella magica pianticella a lui così cara. Le sorelle del monarca approfittarono della sua assenza, per malmenare la pianta e sfogare la loro rabbia, la loro gelosia immensa verso Rosamarina; la principessa sparì e lentamente l'arbusto cominciò a deperire. Il giardiniere, spaventato, fuggì dalla reggia temendo la reazione del suo sovrano. Esausto per la lunga fuga, il giovane si riparò su un albero per un sonno ristoratore, e si assopì; allo scoccare della mezzanotte, fu destato da un vociare che proveniva da sotto le fronde: un drago chiacchierava con la sua compagna.
All'inizio il giardiniere si spaventò, ma ben presto si rese conto che quella coppia voleva aiutarlo; infatti il drago spiegò come ridare la vita al Rosmarino: entrambi si sarebbero sacrificati per la principessina. Usando il sangue di lui e il grasso di lei, il giardiniere doveva preparare un unguento da spalmare sulla pianticella e questa sarebbe tornata rigogliosa e vitale. Detto fatto, il giovane preparò l'unguento e pazientemente annaffiò e curò la pianta con l'intingolo dei draghi; finalmente l'incantesimo si spezzò, la principessa ricomparve e non si trasformò più. Al ritorno del giovane sovrano si festeggiarono grandi nozze: Rosamarina ed il re vissero per tanti anni sereni. Anche questa novella simboleggia l'immortalità del rosmarino, un'unione sottile fra le vita e la morte, tra il mondo astrale e quello terreno. Ancor oggi (bot_ rosmarino.pdf -Adobe Reader)
Preparazioni miracolose: l’aceto dei quattro ladri, balsamo tranquillo, l’acqua di san giovanni http://www.gustoblog.it/post/7201/conoscere-le-erbe-il-rosmarino
MG che si ottiene dalle gemme : ha un’azione elettiva per il fegato e le vie biliari. Abbassa il colesterolo e i trigliceridi nel sangue e aiuta a contrastare la formazione dei calcoli biliari. Regolarizza le funzioni delle ghiandole sessuali maschili e femminili. Tende ad innalzare la pressione sanguigna nelle persone ipotese.

Torna ai contenuti