4-il Labdalo
IV. Il Làbdalo
Gli Ateniesi sono, almeno per ora, saldamente attestati sull'Epìpole. Pongono un campo fortificato al Làbdalo e raccolgono a Sykè (v. appresso) il grosso dell'esercito (6.98,2).
Il caposaldo del Làbdalo stava sicuramente, per tutti i motivi emersi finora, sul margine settentrionale dell'Epìpole58: era la garanzia della strada del nord e dei collegamenti con la flotta di Tapso. Lì pongono 1'"intendenza" e i magazzini. Ovviamente non presso l'Eurìelo ormai fuori strada ma appunto sul capo di quella che è ancor oggi - e doveva esserlo sempre stata - la via da Siracusa per Catania, nella zona detta di "Scala Greca"59 (tav. VII e foto 1 a).
C'è tra gli studiosi chi puntualizza il forte e quindi la località del Làbdalo a occidente della attuale strada statale60 in corrispondenza del ricordato varco di Torre Targetta o addirittura più in là ancora, sopra Casa Tàrgia, chi invece ad oriente61. E si direbbe questi ultimi più convincentemente, perché in situazione più razionale ai fini di difesa e di sorveglianza onde il forte fu costituito. Qui infatti, come si è detto, era uno dei maggiori accessi all'Epìpole, presso l'approdo del Leone, su un promontorio che permetteva di controllare d'infilata tutta la costa N dell'Epìpole e spaziava su un'ampia zona sia di terra fino ai monti Clìmiti e all'attuale paese di Melilli sia di mare fino ad Augusta.
Di questo forte non resta nulla (o non ne è stata ancora trovata traccia). Nella costa ad oriente della strada statale fin quasi alla cala di S. Panagia furono fatti ampi scavi ad opera della Soprintendenza, come è facile constatare da diverse strutture anche rilevanti che si vedono qua e là emergere. Ma nessuna notizia ne è stata mai data in sede scientifica e del resto il luogo (nonostante una recente buona recinzione) è ritornato selvaggio e soggetto a manomissioni.