San Filippo Neri - Antichi Conventi di Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Conventi Siracusa
Vai ai contenuti

San Filippo Neri

Il testo è tratto da: Architettura religiosa in Ortigia di Lucia Acerra
stampato nel 1995 da: EDIPRINT  

CONVENTO  DI SAN FILIPPO NERI via Gargallo





 

II 28 maggio 1650 il sacerdote Don Francesco de Grande e sua madre Donna Margherita de Grande, col permesso del vescovo A. Capobianco, fondarono l'oratorio di S. Filippo Neri dotandolo di tutti i loro possedimenti. Successivamente il papa Innocenzo XI concesse tutte le prerogative di cui godevano le Congregazioni di S. Filippo Neri.
Nella chiesa che eressero i padri istituirono la congregazione delle Cinque Piaghe, e ogni venerdì si riunivano per pregare ed esercitare opere di penitenza, tanto che la chiesa veniva chiamata delle Cinque piaghe.
Nel 1750, su richiesta del vescovo Francesco V Testa, il papa Benedetto XV cambiò l'oratorio di S. Filippo Neri in Collegio di S. Carlo che, per ordine del vescovo mantenne il nome di S. Filippo Neri. A perpetua memoria, in una lapide di marmo venne incisa la storia dell'oratorio.
Ma nonostante le cure dei vescovi che vennero dopo, il collegio non ebbe lunga durata per la cattiva amministrazione delle rendite, per cui il vescovo G. Amorelli iniziò le pratiche per affidare il collegio ad altri sacerdoti, ma il progetto non fu portato a termine. Sarà poi l'arcivescovo D. Michele Manzo nel 1851 ad ottenere da Pio IX e Ferdinando II il permesso di assegnare legalmente il collegio di S. Carlo, sotto il titolo di S. Filippo Neri, con tutti i fondi relativi, al Superiore dei Padri della Missione, chiamati Vincenzini, perché istituiti da S. Vincenzo de Paoli. I Vincenzini istituirono un convitto per l'istruzione dei giovani che comprendeva le classi ginnasiali e liceali, e scuole ecclesiastiche per i chierici della Diocesi, essendo ancora chiuso il Seminario. Per la legge del 1866 i locali del convento, la cui costruzione è attribuita a Luciano Ali, furono adibiti a scuole ginnasiali e liceali, mentre la chiesa veniva lasciata aperta al culto e affidata alle cure della Confraternita dei Bianchi.



Torna ai contenuti