San Domenico
Tratto da “SIRACUSA LA RICOSTRUZIONE” FLACCOVIO EDITORE Novembre 2007
Ex chiesa e regio convento di San Domenico
Il convento era stato edificato, con l'annessa chiesa, vicino alla chiesa di San Fantino oggi dedicata a San Giuseppe, nel 1222, grazie all'interessamento della regina Costanza d'Aragona e dello stesso Federico II, che avevano concesso ai padri domenicani i fondi necessari per la costruzione, nonché molti doni e privilegi fra cui la protezione regale. Il convento, infatti, per tale motivo venne detto "Convento Regio".
Dell'imponente fabbrica medievale oggi non resta che parte di uno dei due chiostri, mentre la chiesa ed il convento, così come la maggior parte degli edifici di Ortigia, risultano legati alla ricostruzione avvenuta dopo l'evento tragico del terremoto del gennaio del 1693 e quindi ad una immagine prevalentemente legata agli schemi tipologici del settecento. Dal punto di vista architettonico, l'ex convento si snoda intorno a due chiostri interni e si articola su due piani fuori terra, ad esclusione del fronte sul Lungomare di Levante che si sviluppa su tre quote. La distribuzione verticale è garantita da due corpi scala ai quali si accede dai due ingressi posti lungo la via del Nome di Gesù.
La Chiesa
La chiesa di San Domenico, dopo quella del Collegio e quella di Sant'Andrea Apostolo, era la terza fra le più belle e grandi che esistevano a Siracusa. Con il terremoto si perde, oltre al primordiale impianto della chiesa, anche la testimonianza tangibile dell operato di importanti artefici dell'architettura religiosa del Seicento. Nella monumentale chiesa di San Domenico, ad aula unica intorno alla prima metà del XVII secolo vi avevano lavorato Andrea e Giovanni Vermexio per la realizzazione di altari e cappelle di cui non resta più alcuna traccia. Se la distruzione non avesse colpito la chiesa oggi potremmo avere un'idea abbastanza chiara di questa attività dei Vermexio e, di conseguenza, della bellezza delle loro realizzazioni. Stranamente, però, i domenicani non riuscirono ad avviare, all'indomani del terremoto un repentino lavoro di ricostruzione come gli altri centri di vita religiosa. Nonostante, infatti, il cospicuo patrimonio immobiliare, devono passare ben trentaquattro anni dalla data del terremoto prima che il consiglio dell'Ordine chieda l'autorizzazione a utilizzare alcune rendite "...per spenderle per la nova chiesa che restò demolita sin da fondamenti...". La proposta di ricostruzione risale dunque al maggio del 1727, ma i lavori veri e propri vengono avviati successivamente. È questo un momento storicamente caratterizzato dalla presenza di un artista completo che riempie con la sua personalità il fervido risveglio architettonico: il sacerdote e architetto Pompeo Picherali, tecnico e consigliere dei vescovi e delle varie congregazioni religiose durante il rinnovamento edilizio avvenuto nel XVIII secolo. Relativamente alla chiesa di San Domenico non si ha a tutt'oggi alcuna conferma della paternità artistica del Picherali. Infatti, pur operando nel periodo in cui era vescovo monsignor Tommaso Marino, non si ha certezza che abbia lavorato al progetto della nuova chiesa. La sua firma, in qualità di teste, appare solo nei capitoli contrattuali redatti dal notaio Domenico Serafino il 23 ottobre del 1738.
Con la soppressione nel 1866 degli Ordini religiosi, la chiesa ed il convento furono dapprima, trasformati in ospedale, successivamente, assegnati alla banda musicale e, infine trasformati in caserma. Dal punto di vista architettonico, l'intero volume dell'aula unica della chiesa, viste le destinazioni d'uso sopra menzionate, è stato articolo nel tempo secondo tre livelli orizzontali, i cui solai sono stati orditi rispetto ad un "nuovo" muro posto perpendicolarmente alla facciata e baricentricamente rispetto alla stessa.
Analisi delle strutture e dissesti rilevati
Chiesa
In corrispondenza dell'asse longitudinale della chiesa è stata realizzata una parete muraria sulla quale poggiano i due impalcati che frazionano la chiesa in altezza. La parete muraria non risulta efficacemente ammorsata alle pareti trasversali perimetrali e, in corrispondenza dell'ultimo impalcato, la stessa si erge per circa 4 metri con uno spessore di 56 cm senza alcun collegamento, in sommità, con le pareti laterali. In caso di sisma questo tratto di parete, lunga circa 30 metri e priva di collegamenti sommitali, sarebbe soggetta ad un meccanismo di collasso per la formazione di una cerniera alla base a seguito del quale si avrebbe il ribaltamento del paramento murario.
Gli impalcati hanno orditura portante in travi di legno sostenute in mezzeria da putrelle in ferro disposte perpendicolarmente alla direzione della tessitura del solaio. Gli ambienti ricavati ai vari piani sono stati infatti destinati ad edilizia scolastica e tale destinazione è stata confermata dall'Amministrazione Comunale per l'uso futuro. Le fondazioni della chiesa sono ammorsate sul substrato calcarenitico-marnoso presente a quota media -4.00 m dal piano stradale come si evince dai sondaggi verticali e dai pozzetti esplorativi condotti durante le indagini geognostiche. Non sono state rilevate lesioni o fessurazioni riconducibili a cedimenti fondazionali. Sulle pareti longitudinali sono rilevabili ampie zone soggette a degrado per infiltrazione di acque meteoriche. Le capriate presenti in copertura si presentano in discreto stato di conservazione e risultano provviste, sotto la catena in ferro, in modo alterno, di tiranti ammorsati alle pareti laterali con capochiavi. In corrispondenza del paramento murario ester¬no destro della chiesa è stata realizzata una superfetazione per tutta l'altezza della chiesa in cui sono stati alloggiati, ai vari livelli, i servizi igienici. Tale costruzione, successiva alla edificazione originaria, verrà totalmente demolita, riducendo, in tal modo, il carico sulle pareti murarie del chiostro e della chiesa.
Il convento si dispone su un'area rettangolare ed ingloba due chiostri al suo interno. Il chiostro nord, così come la maggior parte di tutti gli ambienti che su di esso si affacciano, costituiscono l'attuale caserma dei carabinieri. Tali ambienti sono stati oggetto di un intervento di restauro e si presentano in buono stato di conservazione. Non sono stati rilevati segni di dissesto o lesioni di alcun tipo. La disamina degli ambienti sul chiostro sud, tutti destinati ad edilizia scolastica, non presentano significativi segni di dissesto. In corrispondenza del vano scala, con accesso da via SS. Nome del Gesù, è presente un ponteggio con tubi Innocenti realizzato presumibilmente per contenere eventuali distacchi dell'intradosso del solaio di copertura dello stesso vano scala.
Conclusioni analisi struttura
L'insieme delle informazioni ottenute con le indagini geognostiche e diagnostiche hanno fornito un quadro globale delle strutture sostanzialmente non preoccupante. Il quadro fessurativo più intenso si rileva in corrispondenza del prospetto principale della chiesa rilevabile nel distacco dei conci murari per decoesione della malta, in corrispondenza del cantonale destro, e in prossimità del collegamento con il muro di centrale.
Interventi di progetto
Inserimento di tiranti
Verrà predisposto il posizionamento di nuovi tiranti nella chiesa e nel convento ubicati secondo le indicazioni fornite dal calcolo di verifica a ribaltamento delle pareti murarie.
Sarcitura di lesioni, bonifica murature
La parete centrale della chiesa, eretta a sostegno dei solai, risulta non efficace¬mente collegata alle pareti trasversali. L'ammorsamento verrà garantito mediante costruzione con scuci e cuci realizzato con mattoni pressati per tutta l'altezza della parete. Le eventuali lesioni di picco¬la entità presenti nelle pareti della chiesa saranno sigillate con iniezioni di miscela legante a base di calce idraulica. Sul pro¬spetto della chiesa si prevede la riconfigurazione dei paramenti murari mediante l'asportazione delle scaglie e dei giunti di malta distaccati, decorsi o degradati, rimozione degli elementi lapidei non connessi alla muratura e loro ricollocazione in opera con rifacimento della rincocciatura del muro con malta di calce idraulica e scaglie di pietra o di mattone. In corrispondenza dell'ultimo piano della chiesa si prevede la totale rimozione della volta in canne e gesso per consentire la vista delle capriate di copertura in legno.
Demolizione corpo in c.a. destinato a servizi igienici
Si provvedere alla totale demolizione di un corpo in c.a. prospiciente sul chiostro nord e destinato a servizi per gli studenti. Tale operazione consentirà di liberare tutta la parete laterale della chiesa e di eliminare i carichi trasferiti da tale superfeta¬zione sul paramento murario.
Consolidamento e/o sostituzione solai
I solai della chiesa verranno consolidati o rimossi e sostituiti con nuovi solai aventi orditura principale costituita da travi lamel¬lari al fine di garantire una risposta compa¬tibile alle sollecitazioni richiesta dai sovraccarichi accidentali previsti per l'edilizia scolastica. Analogo intervento verrà effettuato su alcuni solai del convento.
Rifacimento infissi
Si prevede la fornitura e posa in opera di infissi in legno con caratteristiche di sicurezza per garantire il rispetto delle norme in materia di edilizia scolastica.
Manutenzione manto di copertura Si prevede la revisione del manto di coper¬tura, la sostituzione delle tegole rotte o mancanti e la revisione delle gronde e dei pluviali al fine di garantire un efficace allon¬tanamento delle acque meteoriche.
Realizzazione impianto elettrico e idrico sanitario e antincendio
Verrà realizzato un nuovo impianto elettrico a norma. Verranno riconfigurati i locali destinati a servizi e realizzati i relativi impianti idrico e fognario. Verrà prevista revisione o sostituzione della caldaia dell'impianto termico esistente. Verrà installato l'impianto antincendio e si provvedere all'adeguamento dei locali alle norme antincendio vigenti. Verrà progettata e installata una nuova scala di sicurezza in ferro che consentirà di raggiungere il piano stradale sul lungomare di levante ed una nuova scala in c.a. per garantire una seconda via di fuga.
Restauro elementi in pietra
Verrà effettuato un intervento di restauro del paramento lapideo degradato del prospetto principale e laterali comprendente la stuccatura dei giunti, il fissaggio dei conci (architrave), la ripresa delle sagome erose e la sostituzione dei blocchi deteriorati e non più recuperabili.
Ipogei
Durante i lavori sono venuti alla luce importanti e significativi ipogei che sono stati visitati e resi fruibili anche attraverso un'apertura operata nei muraglioni del Lungomare di Levante