Orestea Archimede - siracusa tragedie greche

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Orestea Archimede

Euripide
Ippolito
È un dramma d'amore, concepito come una malattia, una passione indomabile.
Il prologo è recitato da Afrodite. Ella si vede trascurata dal giovane Ippolito, figlio di Teseo, che disprezza l'amore e venera solo Artemide, dedicandosi alla caccia.
Ma di lui è innamorata Fedra, la seconda moglie del padre. La dea causerà la morte di tutti e due.
Giunge sulla scena Ippolito, ancora vibrante della caccia, con i servi e la muta dei cani. Appende una ghirlanda alla statua di Artemide, schernisce Afrodite e scompare.
Il coro compiange il male sconosciuto di Fedra. Ella non tocca cibo e sfiorisce nel¬la sua bellezza. Appare Fedra sostenuta dalle ancelle e si abbandona all'amoroso delirio. Subito si riscuote, si vergogna e piange. Poi confida il suo combattutto amore alla nutrice. Onesta com'è non vuole cedere all'amore, ma nemmeno sa resistere al¬la passione. Unico scampo è la morte.
La nutrice la conforta e le consiglia di guarire dall'amore con un filtro. Invece va da Ippolito e gli rivela il sentimento di Fedra.
Ippolito risponde con ingiurie sdegnose. Allora Fedra, svergognata e affranta, sep-pure innocente, crede di poter salvare la propria reputazione calunniando Ippolito. Così si uccide, lasciando a Teseo uno scritto, dove accusa il figlio di averla violata.
Con questo comincia la tragedia di Ippolito. Teseo crede alla calunnia della mor¬ta. Ma Ippolito ha giurato alla nutrice di tacere, ed egli vuole rimanere fedele al pat¬to, anche se gli è stato strappato con l'inganno. Così Teseo lo maledice e lo scaccia.
La maledizione s'avvera subito. Ippolito viene travolto dai suoi cavalli, atterriti da un mostro che Poseidone ha fatto sorgere dal mare per preghiera di Teseo, suo figlio. Ma prima che il giovane muoia appare Artemide e proclama la sua innocenza e Te¬seo chiede e ottiene il suo perdono.
Ippolito è un'asceta fanatico della sua castità, che merita commiserazione e com-pianto. La sua giovinezza, la sua innocenza e ingenuità, lo rendono degno di umana pietà. E per questo la sua morte ci commuove di più.
Fedra è la vera creatura del poema, disegnata con insuperabile finezza. Il suo amore parla dolorosamente al nostro cuore, perché ne è vittima.

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