Chiaramonte
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Stemma dei Chiaramonte. Dal Nobiliario di Sicilia di Antonio Mango di Casalgerardo, Palermo 1912-1915.
I Chiaramonte (forse riconducibili ai de Clermont di Francia; in alcuni scritti sono citati anche come Chiaromonte) furono un'antica famiglia siciliana molto potente nel XIV secolo. Furono fra i rappresentanti più importanti e in vista della nobiltà Latina in Sicilia e presero parte attiva alla vita politica della Sicilia.
Storia
I più antichi componenti della famiglia, arrivati in Italia al seguito dei Normanni, di cui si ha notizia, sono un Edgardo di Capua e un Ugo signore di Colubraro e Policoro (in Basilicata), vissuti tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII secolo. Un ramo della famiglia si stabilì in Sicilia a cavallo fra il XIII secolo e il XIV secolo ed esattamente a Ragusa.
Durante i regni di Pietro II d'Aragona (1337-1342) e di Ludovico suo figlio (1342-1355), i Chiaramonte, insieme ai Palizzi capeggiarono la fazione Latina che combatteva quella dei Catalani. A questa famiglia si deve la costruzione di vari castelli e palazzi. Da loro prende nome il cosiddetto stile chiaramontano, caratteristico dell'edilizia privata trecentesca siciliana, e che ha notevoli esempi nei castelli di Caccamo, Mussomeli e Alcamo, e nelle pitture del Palazzo Steri di Palermo, la più splendida impresa dell'arte decorativa siciliana del Trecento, sede poi dei Viceré e dell'Inquisizione.
I Chiaramonte ebbero diversi territori. A loro si fanno risalire fra gli altri: la vasta signoria su Ragusa, Modica, Scicli, Pozzallo, Ispica e Chiaramonte Gulfi (RG), Naro, Bivona (AG), Lentini (SR), sui castelli di Favara, Palma di Montechiaro, Racalmuto (AG), Gela, il castello di Mussomeli, il castello di Falconara presso Butera (CL), Alcamo (TP) e Caccamo (PA).
Al culmine della loro potenza risiedevano stabilmente presso il palazzo Steri a Palermo nel quale avevano stabilito la corte, vista la contiguità di tale famiglia con la Corte Reale, di cui erano "pari" e collaboratori.
Fra gli incarichi più importanti rivestiti dai componenti della famiglia Chiaramonte vi furono quello di Maresciallo dell'Impero, Gran Siniscalco del Regno, Vicario del Regno e Maestro Giustiziere del Regno.
Personaggi
Gli esponenti che più legarono il loro nome alla storia di Sicilia furono:
Manfredi I (m. 1321) che fu signore del casale di Caccamo ereditato dalla madre Marchisia Prefolio e Conte di Modica grazie alla moglie Isabella Mosca;
Giovanni, detto il giovane, avversario di Roberto d'Angiò, dal quale fu fatto prigioniero a Lipari, nel 1339;
Manfredi II, che fu vicario generale del Regno (m. 1353);
Manfredi III, conte di Modica, Malta e Gozo, e Vicario del Regno di Sicilia dal 1377 al 1391;
Andrea, che ereditò dal precedente tutti i possedimenti ed i titoli baronali.
Dopo la morte di Andrea i Chiaramonte si estinsero: i beni furono confiscati e concessi al catalano Guglielmo Raimondo Moncada ma soprattutto a Bernardo Cabrera, investito poi nuovo conte di un ancor più ampia e ricca di privilegi Contea di Modica.
Castelli chiaramontani [modifica]
Furono edificati, rifondati o modificati da esponenti della famiglia Chiaramonte i seguenti castelli, ancora esistenti: Camastra, Castello di Carini, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Favara, Modica, "capitale" dell'intera, omonima, Contea, Montechiaro (ora Palma di Montechiaro, Motta Santo Stefano, Mussomeli (città fondata da Manfredi III), Naro, Racalmuto, Ragusa, Siculiana, Sperlinga, Sutera.