Francesco Saverio Cavallari necropoli
necropoli del Fusco Siracusa
Ricerche e nuove scoperte fatte nella Necropoli del fusco e dintorni
Terminata appena la pubblicazione della Topografia Archeologica di Siracusa, il R. Ministero della Pubblica Istruzione ci onorava dello incarico d'impiantare il nuovo Museo Nazionale nella classica Siracusa, centro una volta della potenza e della civiltà di tutte le greche colonie del Mediterraneo; e noi profittando della nostra nuova residenza, non perdevamo di vista le località poco esplorate, ove probabilmente dovevano esistere mo-numenti sconosciuti e tuttavia sepolti.
Una di queste località, di molto interesse, è la necropoli del Fusco, non solo perchè in replicati scavi abbiamo estratto dalle tombe in essa ritrovati importanti vasi orientali comunemente detti corintii, ma perchè ancora cotesto sito fu il teatro di molti episodii registrati dalla storia, ove dovevano esistere, secondo Cicerone nelle Verrine, i templi di Cerere e di Proserpina , ove Imilcone profanò i sepolcri e saccheggiò quei due templi fatti edificare da Gelone con le spoglie dei vinti Cartaginesi dopo la vittoria d'Imera, ed ove forse si facevano i giuramenti solenni, evocando le Tesmòfore, come fecero Callippo ed Agatocle, tutti e due spergiuri.
Per questi motivi la contrada del Fusco era da noi personalmente vigilata, e per nostro ordine perlustrata dalle guardie di antichità; tale vigilanza si aumentò, quando, nel centro della necropoli, e presso la barriera della strada che conduce a Floridia ed all' Epipoli, si cominciarono a scavare fosse per il seppellimento dei morti dentro il nuovo cimitero comunale da re¬cente costruito in quel sito. Le prime notizie avute, durante gli scavi delle cennate fosse furono quelle di essersi scoperta una gran tomba, credendola erroneamente simile a quelle antiche che spesso si trovavano nella necropoli del Fusco; ma verificato il fatto, tosto si riconobbe, che la supposta tomba, non era altro se non un grande pezzo parallelepipedo di tufo calcare ben lavorato in tutti i suoi sei lati con molta cura, ed in contatto di esso pezzo altri di eguali forme e grandezze se ne scoprirono situati al loro antico posto. "
Fatto un primo rapporto, ci fu concesso dal Ministero di fare altre esplorazioni in quello stesso sito, ed in virtù di queste si conobbe la grandissima estensione di un colossale fabbricato di antichissima costruzione tutto di pezzi intagliati, squadrati e con precisione livellati, come se fosse un grandioso monumento di una forma interamente strana meritevole di un serio studio.
Pria però di descrivere gli avanzi e notarne le dimensioni e la forma, ci sembra utile di far conoscere la sua posizione to¬pografica nel centro quasi della necropoli del Fusco, notando la relazione che passa con le località che circondano la detta necropoli e questo nuovo edifizio sconosciuto.
La contrada del Fusco (vedi la tav: IV dell' atlante che accompagna il testo della nostra Topografia Archeologica di Si¬racusa) è una pianura pochi metri elevata dalla prossima pa-lude Lisimelia, la quale lambisce i seni e le sporgenze di tutto il lato meridionale di essa pianura in rialzo, mentre tutta la con¬trada verso il lato di tramontana confina con il piede della col¬lina che s'inalza sino all'altipiano della portella del Fusco, del colle Temenite e del teatro greco. La sua larghezza media non è maggiore di m. 650, la sua lunghezza però oltrepassa i m. 1400 circa. Comincia dal rialzo della rocca presso la casa Scandurra, ove si fabbricano stoviglie, e si dirige verso la casa Impellizzeri, segnando precisamente il sito ove comincia la necropoli del Fu¬sco, e nello stesso tempo determina il limite occidentale della Neapolis, la quale pria faceva parte del sobborgo di Acradina.
La necropoli del Fusco occupa tutta la pianura sopra men¬zionata, e si estende sino al ponticciuolo che resta sulla strada che conduce all' Epipoli al di là del nuovo cimitero comunale, in uua specie di gola ristretta, tra il controforte della collina del Fusco e la proprietà del signor Tarantello.
La necropoli del Fusco trovasi alla distanza da Ortigia di un chilometro e mezzo circa, e siccome i primi coloni dori di Archìa si stabilirono prima nell'isola e poscia in Acradina, la citata ne¬cropoli si deve riguardare come la più antica, perchè la più pros¬sima all'isola di Ortigia e ai sobborghi dell'Acradina. Ed infatti, nei ripetuti scavi da noi fatti dal 1873 sino agli ultimi del 1887, i vasi detti comunemente corintii si trovarono al cominciamento della citata necropoli sul rialzo della casa Scandurra, terre del Comm. Raele; a 100 metri verso occidente si rinvennero i vasi di epoca di transizione con dipinti di animali feroci, ruminanti, volatili e figure umane di combattenti armati con gli elmi crestati alla dorica: più al di là poi, si estrassero dalle tombe vasi di puro stile ellenico arcaico con figure nere sopra fondo rossa¬stro, e cou vari colori. Dai cimeli trovati al Fusco e dallo stile degli stessi vasi si può stabilire il progressivo ingrandimento della necropoli, dappoiché i vasi e le stele con modanature di epoca romana ed i sepolcri a capanna si trovano al confine occidentale di questa vasta necropoli.
Nella veduta a volo di uccello della necropoli del Fusco, del colle Temenite e delle antichità scoperte al nuovo cimitero, si notano tutte le località ove furono trovati i citati vasi di epoche differenti, Come ancora i vasi trovati ultimamente nello scorso settembre 1890 in due grandi sarcofagi presso Santo Nicola.
Al di là oltrepassata la gola della Portella del Fusco, e la casa dell'agronomo Tarantelle nel comiuciamento della contra¬da Galera, i cimeli trovati sono di-epoca romana, anzi taluni lo¬culi appartengono all'epoca cristiana e con dipinti.
Questa necropoli non si conosceva nell' epoca in cui si pubblicò in Palermo il volume IY del Serradifalco nell'anno 1840 Antichità di Sicilia, però nella nostra pianta della stessa opera, tav. I, si notò una strada sepolcrale la quale pone in comuni¬cazione il colle Temenite colla pianura del Fusco. Molti anni dopo il 1865, al piede della collina si rinvenne scolpita nella stessa roccia una figura muliebre sedente, che tiene con la mano sinistra una Bpecie di globo. È una rappresentazione funebre ri¬volta verso la necropoli jlel Fusco ed è simile nella tecnica a quella che vedesi scolpita in un riquadro praticato nella roccia della strada sepolcrale esistente nel lato occidentale del teatro greco ; tanto questa strada sepolcrale, quanto quella che dalla collina sbocca alla pianura del Fusco, dovevano condurre con tutta probabilità al simulacro di Apolline sul colle Temenite. Quale" era però l'estensione del recinto sacro ad Apolline? Quali i suoi confini ?
Qui abbiamo una lacuna topografica e i dati storici con tanta diligenza e sana critica raccolti dal nostro amico e compagno di lavoro prof. Adolfo Holm non ci condussero ad altro sul pro¬posito se non che a stabilire con molta probabilità, che la parte più elevata del colle Temenite potrebbe essere l'altura che so¬vrasta il teatro greco, e le citate strade sepolcrali dovevano con¬durre al temenos del simulacro di quella celebrata divinità.
Le ricerche storiche del Prof. A. Holm e quelle nostre sulla» topografia archeologica di Siracusa da moki anni preparate e raccolte, ci misero nella condizione di fare un lavoro soddisfa¬cente e sulla riuscita di esso sentiamo l'obbligo di far conoscere che molto ci giovarono le facilitazioni a noi concesse dal Mini¬stero della Pubblica Istruzione, con quei mezzi possibili che potea fornirci la nostra amministrazione delle Antichità di Sicilia, per mezzo del R. Commissario Principe di Scalea. Ma se possibili furono pel Prof. Holm le sue elucubrazioni storiche sui classici spigolando e analizzando ogni passo riferibile alla topografia an¬tica di Siracusa, non era lo stesso per noi dedicati a raccogliere quei dati topografici che servir dovevano a porre in evidenza i fatti in armonia con la storia. Ohi conosce la grande estensione occupata dall'antica Siracusa può considerare "le grandi difficoltà che si dovettero superare; altro materiale utile non esisteva, se non una nostra pianta topografica rilevata nel 1839, inserita terminassero, seguendole nella loro straordinaria lunghezza e di una costante larghezza; giova però notare che sebbene queste dalla parte di mezzogiorno sembrino dirigersi verso il trappeto di Santo Nicola e dalla parte di tramontana verso la collina che sovrasta la contrada del Fusco traversando il nuovo cimitero comunale .sino alla chiesa dello stesso cimitero, che dista dal piede della cennata collina non più di metri 100 circa in linea retta, non coincidono nella loro direzione nè con la portella del Fusco, nè •con il trappeto citato di Santo Nicola , ove nella nostra tòpo- grafia di Siracusa tav. IV avevamo notato l'esistenza di taluni pezzi che si potevano attribuire a muraglie in quel sito.
La posizione di queste colossali costruzioni dava luogo a far supporre mura di fortificazione a coloro, che senza vederli, nè esaminarne la loro tecnica struttura giudicavano da notizie vaghe riferite da persone poco competenti, senza riflettere, che in una pianura aperta da ogni parte, una fortificazione non potrebbe rispondere allo scopo dei greci, come in appresso dimostreremo.
Dobbiamo però notare, che le nostre ricerche si limitano ad aumeutare i dati topografici e porli in armonia con le annota¬zioni storiche notate già dal nostro dotto amico Prof. Adolfo Holm e possibilmente riempire con i fatti taluni dubbi e lacune che pur troppo tuttora esistono per la topografia archeologica di .Siracusa.
DESCRIZIONE DELLE COLOSSALI COSTRUZIONI RINVENUTE NEL 1886-87 NEL CENTRO DELLA NECROPOLI DEL FUSCO.
Non giova punto agli studiosi di conoscere gli ostacoli che si dovettero superare per cominciare scavi regolari dentro e fuori il recinto del nuovo cimitero comunale di Siracusa, ma per de¬bito nostro ci sembra necessario far conoscere, che le prime operazioni fatte di uostra iniziativa, per le ragioni di sopra esposte, comunicate al R. Commissario delle Antichità e belle arti di Sicilia, ed al Ministero della Pubblica Istruzione, costoro sempre rsolleciti a dare iucoraggimenti per l'incremento scientifico, destinavano i fondi necessari non solo per la continuazione di quelle ricerche, ma per fare uno scavo regolare nelle succennate località.
Per riconoscere la posizione dello scavo e del cimitero basta consultare la tav. IV dell'atlante della nostra topografia archeo¬logica di Siracusa, e a metri 50 ad occidente della barriera di Floridia, si trova il sito del cimitero e quello dell'edifizio in detta scavo scoperto.
A misura di come progredivano gli scavi, non abbiamo mancato d'inviare al Ministero vari rapporti, notando tutte le scoperte fatte durante i lavori accompagnati da corrispondenti disegni, ed in ultimo nel novembre del 1887 fu da noi spedita una ultima relazione ed una veduta generale dell' edificio nella quale vedesi la necropoli e la prossima collina comprendendo in essa la portella del Fusco, il teatro greco ed ogni particolare della collina, che potevano avere relazione con la necropoli del Fusco e con le colossali costruzioni scoperte.
I primi lavori ebbero luogo dentro il cimitero, procedendo con un sistema di tentativi per mezzo di una serie di pozzi, onde riconoscere la continuità dei pezzi, seguendoli tanto nella loro direzione, quanto nelle dimensioni in lunghezza, larghezza e pro¬fondità sino al suolo archeologico per iscoprirne l'impianto sulla roccia e determinare la costruzione, e la sovrapposizione dei pezzi ed il numero dei filari di ogni parte dell'edifizio.
Scoperto un lungo tratto si constatò che quel fabbricato si estendeva nella direzione di nord a sud traversando obbliquamente il cimitero, conservando sempre una larghezza costante di metri sei : questo tratto è lungo 70 metri senza cambiare la sua direzione, ma verso il nord si ripiega gradi 16,40 a nord-ovest per la lunghezza di met : 23,60, e poscia nuovamente si rivolge con una direzione di gradi 3,30 nord-ovest e prosegue per metri 8,00 arrestandosi alla distanza di met: 14 circa della chiesa del cimitero; in questa parte però approfondito lo scavo, si osservò, che la roccia era spianata per un buon tratto e questa circostanza ci confermò quello che ci avevano riferito cioè, che nel fare le fondazioni della .chiesa si trovò una enorme quantità di pezzi e spianata la roccia.
Dunque queste costruzioni dovevano proseguire ed oltrepas¬sare anche da questa parte il cimitero e dirigersi verso la pros¬sima collina. Le lunghezze riunite di queste colossali costruzioni dentro il recinto del cimitero, segnati nella tavola II, con i numeri 1, 2, 3, 4 e 5 risultano in metri 99,60 cioè dal N. 1 al N. 2 metri 8 in una direzione di 12 gradi, verso nord-ovest, con un solo filare di pezzi, dal N. 2 al N. 3, met: 23,60 dire¬zione nord-ovest, con due filari di pezzi sovrapposti per tutta la larghezza di met : 5,85 direzione 17 gradi nord-ovest, dal N. 3 al 4 lettera C met: 61: in questa parte tutte le costruzioni si -compongono di 4 filari di pezzi sovrapposti e nel sito segnato col U. 6 esiste un quinto filare di pezzi, ma non per tutta la lunghezza, la quale ha una direzione 3 gradi nord-ovest; in questa parte si deve notare che tutti i filari dei pezzi non sono collocati ad angolo retto al paramento esterno, ma obbliquamente verso le due estre¬mità ed ove il fabbricato cambia direzione i pezzi sono disposti a guisa di un ventaglio come se fossero cunei di un arco: questa collocazione obbliqua è una specialità di costruzione molto difficile a spiegare: dal N. 4, al N. 5, lettera C sino ad incontrare il muro del cimitero, il fabbricato ha una lughezza di metri: 7 conservando sempre la stessa larghezza e la obbliquità dei pezzi anche oltrepassando il citato recinto, la sua direzione è di 40 gradi ovest-sud-ovest con 4 filari di pezzi sovrapposti. In tutta la citata lunghezza di met: 99,40, la larghezza del fabbricato non si trovò alterata che di pochi centimetri e nel sotto suolo •dell'impianto del 1° filare, la roccia si trovò sempre con somma diligenza spianata e perfettamente livellata.
Per mostrare l'accuratezza di questo fabbricato, basta notare che verso i lati occidentali, sulla superficie di ogni filare di pezzi si trovò scolpito in senso longitudinale un sottilissimo solco che servir dovea ai costruttori di guida per ottenere un preciso allineamento.
Terminati gli scavi dentro il recinto del cimitero e rilevata la pianta scrupolosamente, il Municipio voleva coprirli adducendo ragioni di pubblica igiene, nè valsero punto le istruzioni date dal Ministero per conservarli e le raccomandazioni del Prefetto.
Gli scavi si dovettero coprire collocando alla superficie tanti pilastrini, per indicare la configurazione del fabbricato e l'esistenza dello stesso nel caso di doversi fare una verifica.
Gli scavi si proseguirono alia parte esterna dello stesso cimitero in una zona di terra di proprietà dello stesso municipio ed anche in questa parte si mossero difficoltà, ma non reggendo punto le proteste d'igiene ed in virtù delle facilitazioni a- vute dal Sig. Prefetto della Provincia, Senatore Giorgio Tamajo, si scoprì tutta la parte esterna dello stesso monumento, e si constatò che quelle costruzioni seguivano la stessa direzione di nord a sud-ovest traversando sotto il muro moderno del citato cimitero sino al punto segnato A della nostra Tav. II, per la lun¬ghezza di met: 36, 40, e della larghezza di met: 5,66, conservando la stessa struttura, e la sovrapposizione di quattro filari di pezzi, raddrizzandosi sino al punto D, ove i pezzi gradatamente riprendono la posizione verticale ai paramenti esterni dei due lati; al punto citato D notasi un risalto ricavato nello, stesso pezzo, come se fosse un gradino.
Al punto segnato A le costruzioni cambiano bruscamente di¬rezione ed invece di proseguire l'allineamento verso il trappeto di San Nicola, formano angolo retto e tutto quel colossale fab¬bricato prende la direzione sud-est.
Riunendo le lunghezze del fabbricato dentro il cimitero con la parte esterna sino all'angolo retto A abbiamo una lunghezza di met: 99+ met: 36,40 = met: 135,40.—
In questa parte i pezzi hanno le stesse dimensioni e variano con poche differenze solamente in quei punti ove il fabbricato cambia direzione, tutti gli altri sono lunghi met: 1,45, larghi m: 0,65, ed alti m: 0,45, ma questa altezza varia sino ai m: 0,50. (vedi le altezze dei filari nella tav: III fig. 1 e fig. 2.)
All'angolo retto segnato A la posizione e le dimensioni dei pezzi aumentano nelle loro lunghezze e larghezze e per la loro situazione basta solo vedere i particolari della citata tav: III, ove si notano tutte le singole dimensioni e tra queste notiamo sola¬mente quella che arriva all' enorme lunghezza di met : 2,28, larghezza met : 1,67, altezza met : 0,53. Nei quattro filari so¬vrapposti, le dimensioni si alternano in modo, che il primo filare impiantato sulla roccia spianata, risponde al terzo filare, ed il secondo filare risponde al quarto, che è quello che attualmente si vede alla superficie dello scavo : le dimensioni del 2° e del 4° filare sono miuori e quelli del 1° e del 3° filare sono maggiori, ecf in conseguenza i pezzi si connettono con la dovuta solidità. (Nella fig. 2 della tav: III, i pezzi dei filari 1° e 3° sono rappresentati da linee punteggiate).
Dall'angolo segnato A proseguono le stesse costruzioni, come abbiam detto, nella direzione sud-est incontrando la strada na¬zionale che conduce a Floridia e la traversano sotterraneamentè ed appariscono dall'altro lato immettendosi nelle proprietà Gargallo, conservando la stessa larghezza e struttura tecnica : sembra però che in questa parte l'edificio non prosegue perchè la roccia non è spianata.
La lunghezza di questa parte è di met : 88,40 e sommata questa con la precedente lunghezza di met: 135,40 si ha una lunghezza complessiva di met : 223,80.
Da quello che si è scoperto sinora si ha la certezza dell'esistenza di quattro filari di pezzi, ma dalla giacitura di N. 2 pezzi notati nella leggenda della tav: II, si può riconoscere che i filari dovevano essere cinque o forse anche sei verso nord, dappoiché verso questa parte sino alla collina del Fusco, il terreno è a piano inclinato e verso sud-est più depresso, ed i segni del gradino di sopra notato fanno supporre che effettivamente in questo fabbricato vi fossero stati vari gradini per discendere dalla parte alta a quella sottostante; ma di ciò in appresso ci occuperemo.
Riguardo all'esattezza dèlia costruzione dobbiamo notare le tracce dell'allineamento segnato mediante un sottilissimo solco scolpito in varie parti di queste costruzioni, e tali tracce dove¬vano servir di guida ai costruttori, per determinare con precisione le dimensioni e la collocazione dei filari superiori del fabbricato.
Tale lusso di costruzione non appartiene alla struttura di opere di fortificazione, e 1' enorme spessore costante di quasi sei metri non risponde alle dimensioni delle muraglie siracusane le quali non oltrepassano i metri 3,45 di spessore in quelle parti ove esistono muraglie con un andito interno. L'enorme cubatura, di quattro filari di pezzi paralellepipedi tuttora visibili è tale, che calcolata con i prezzi attuali compreso il materiale e la mano d' opera si avrebbe un valore -di Lire 84 mila.
Pria di terminare la presente descrizione si deve aggiungere lo scoprimento di due diramazioni .della medesima struttura, che si riuniscono al fabbricato medesimo: una diramazione prende la rezione verso occidente e l'altra verso oriente quasi nella dire- ime del teatro massimo. Quest'altra importante scoperta si deve la sistemazione delle opere eseguite per disposizione del Ministero per custodire quello che si era già scoperto nel Luglio 1887.
In queste opere di sistemazione ben dirette dal Genio Civile governativo e con il nostro intervento, neli'approfoudire i fossi terali all'antico fabbricato per regolare le rampe della terra e istituire la necessaria pendenza allo scolo delle acque, pria di arrivare l'angolo seg. A alla distanza di m. 10,52 apparirono le successive costruzioni della stessa struttura e dimensioni, deviando con ì angolo di gradi 59, diriggendosi verso occidente. Lo scavo non potè continuare, ma pure si arrivò sino a scoprirne met: 10 rea, ma si dovette seppellire restandone però visibile la parte te si unisce alle costruzioni già scoperte.
Un'altra diramazione si scoprì nel passaggio sotterraneo, seguendo gli avanzi delle stesse costruzioni, che traversano in bieco la strada che conduce a Floridia ed al Castello Eurialo alla piccola borgata di Belvedere ; quest' altra diramazione si ovò nel fare il canale di scolo delle acque sotto la strada tata, oltrepassato l'angolo segnato A. Queste costruzioni forate di pezzi paralellepipedi della stessa larghezza di quasi ine- i sei si dirigono verso la strada sepolcrale che sbocca nella ìcropoli del Fusco e diverge all' innesto con un angolo ottuso.
Tale condizione topografica e la direzione delle due citate ramazioni in un terreno pianeggiante, esclude qualunque supposizione di prendere quelle colossali costruzioni per opere di fortificazione senza scopo alcuno. A quale uso poteva servire questa suddivisione in due parti per mezzo delle succennate diramazioni del fabbricato in parola, il quale nel mentre si dirige dalla parte più depressa della necropoli verso la collina, dà luogo alla diramazione di due spazi, uno orientale e l'altro occidentale?
Pria di proseguire oltre, ci dobbiamo fermare ancora in queste località, onde raccogliere altri dati che pur si collegano alle descritte costruzioni : queste da quanto abbiamo con cura osservato arante gli scavi, sembrano cominciare dalla estremità notata ad est, non solo perchè in questo punto non esiste alcuna continuazione, ma per la ragione che non vedesi quello spianamento alla roccia costantemente osservato per lo impianto del 1° filare