Preistoria
Tracce, di vita umana, a partire dall'era paleolitica superiore (intorno a 18.000 anni prima di Cristo), sono state rinvenute a Siracusa e negli immediati dintorni.
La Sicilia e l’arcipelago maltese nell’età del Bronzo Medio
Davide Tanasi- documentazione pdf
alla scoperta delle ossa dei giganti
DOCUMENTO PDF
ELEFANTI NANI
Tracce, di vita umana, a partire dall'era paleolitica superiore (intorno a 18.000 anni prima di Cristo), sono state rinvenute a Siracusa e negli immediati dintorni.
I primi abitatori dell'isola sembrano essere stati i Sicani, di origine ligure-iberica. Gli studiosi sono d'accordo nel distinguere due fasi della civiltà siciliana: la prima caratterizzata dall'uso di oggetti di selce, ossidiana, ceramica dipinta e, raramente, di oggetti di rame; alla seconda fase corrisponde, fondamentalmente, un intensificarsi dei rapporti e delle comunicazioni tra le popolazioni locali e le genti del Mediterraneo Orientale; è testimoniata dalla, presenza di oggetti in bronzo e da vasellame a imitazione di quello egeo-cretese e miceneo.
Ceramica del Neolitico Bovide su lastra calcarea Museo P. Orsi Siracusa
Gli studiosi hanno privilegiato il periodo classico della nostra storia, trascurando l’era precedente eppure, pur non esistendo documentazione, vi sono tracce evidenti della genialità dei nostri antenati “SICULI” nei territori da loro abitati. Non si inventa su due piedi l’alta ingegneria idraulica e la canalizzazione delle acque, “SAIE” che si riscontra sulle terrazze Iblee attorno a Siracusa, segno di grandi doti intellettuali e sopra tutto manuali. Per quanto è dato sapere erano anche “VALENTI GUERRIERI” se è vero che costituirono il nerbo principale dei mercenari di Dionisio e se spinsero i “Sicani” più ad Owest. Gli studiosi ipotizzano una decimazione dei SICULI avvenuta prima dell’arrivo dei greci,” forse per epidemie dovute alla natura del territorio, diventato palude dopo il ritiro delle acque che, pare arrivassero fino ai monti se è vero che l’Anapo un tempo era navigabile e, quindi, con molta probabilità anche ottimi navigatori e carpentieri.
I tanto mitizzati e mitizzanti greci trovarono certamente risorse umane e territoriali ideali per le loro altrettanto geniali virtù.
Ad antropologi e storici il compito di svelare i tanti misteri sulle nostre origini.
Le vicende storiche di questa parte Sud orientale della Sicilia sono talmente intense e affascinanti che hanno da sempre interessato storici di ogni nazionalità.
La pianta sotto evidenzia le zone di influenza degli antichi abitanti della Sicilia:
ELIMY ad Ovest, SICANI, al centro, SICULI, ad Est
Testo tratto da Siracusa 27 secoli di storia di Carlo Morrone
Editore Maura Morrone
L'ETÀ DELLA TERRA
La terra ha un'età valutata intorno ai cinque miliardi di anni e la sua storia si suole dividere in cinque grandi ere:
l’ Era Archeozoica (che copre i primi quattro miliardi e mezzo di anni);
l’ Era Primaria (300 milioni di anni );
l’ Era Secondaria(150milioni di anni);
l’ Era Terziaria(50 milioni di anni);
l’ Era Quaternaria (un milione di anni).
Ogni era è suddivisa in Periodi ed ogni periodo in Età, in particolare l'era quaternaria, nella quale compare l'uomo, si suole dividere in:
- Periodo Paleolitico (età della pietra scheggiata) che va da 1.000.000 a 4.000 anni a.C.;
- Periodo Neolitico(età della pietra levigata) che va dal 4.000 al 2.500 a.C;
- Periodo Eneolitico(età del rame) che va dal 2.500 al 2.000 a.C.;
- Periodo del ferro e del bronzo che va dal 2.000 al 600 a.C.
L'ETÀ DELL'UOMO
Il Paleolitico superiore vide la comparsa in Sicilia dell’Homo sapiens, che si distingueva dalle scimmie antropomorfe per il fatto di sapere adattare l'ambiente alle sue esigenze con la manualità intelligente; è certamente quaternario e comparve, durante la seconda parte della glaciazione di Wurm.
L'intelligenza dell’ Homo sapiens è attribuita anche al Pitecantropo, vissuto durante tutta l'Era quaternaria ed estintosi senza alcuna discendenza, è all’ Homo pre-sapiens del Paleolitico inferiore e medio, e all’Homo di Neanderthal del Paleolitico medio.
L'Homo sapiens potrebbe derivare da uno di questi ultimi due gruppi o dalla fusione di entrambi.
PALEOLITICO INFERIORE
manufatti di selce lavorati con strumenti di scheggiatura.
L'uomo vive all'aperto o in capanne primitive. Il clima va gradatamente raffreddantosi.
Fra i resti umani, l'uomo di Heidelbberg e l'uomo di Pekino.
PALEOLITICO INFERIORE MEDIO
la selce presenta una scheggiatura più progredita. L'uomo abita in grotte e si va verso la glaciazione di Riss e ad una fase intermedia della glaciazione di Wurm. I resti umani vengono tulli riferiti all'uomo di Neanderhal.
PALEOLITICO SUPERIORE
scompare l'uomo di Neanderthal e fa la sua apparizione l’Homosapiens.ll clima è freddo, la lavorazione della pietra è più raffinata; l'uomo vive in grotte, predilige le pitture murali, lavora l'osso anche per ornamento.
L'UOMO IN SICILIA
IL PALEOLITICO - ( 1.000.000 - 4000 a.C.)
L'uomo paleolitico ha lascialo poche tracce di sé. Malamente differenziato dagli animali, circolava per le campagne armato di pietre appuntite e schegge di selce. Abitava le caverne ed in fondo ad esse seppelliva i morti.
In Sicilia le più antiche testimonianze si riferiscono al Paleolitico superiore (30.000 anni fa): graffiti nella grotta dell’Addura, sul monte Pellegrino a Palermo, e nella grotta Cala dei genovesi sull’ isola dì Levanzo (Trapani).
La presenza dell'uomo paleolitico nella zona del siracusano è documentata da alcune grotte costiere, e in particolare dal giacimento di ippopotami delle Cave di S. Cusimano, nei pressi di Mégara Hyblaea.
IL MESOLITICO- è caratterizzalo da alcuni insediamenti sull'isola: S. Basilio nel messinese e Corruggi nel siracusano. Queste comunità entrarono sicuramente in contatto con le prime popolazioni neolitiche.
IL NEOLITICO - (4000 - 2500 a.C.) Evidenzia forme di civiltà più evolute e la presenza di un popolo laborioso. L'uomo ha imparalo a levigare la pietra da cui ricava armi ed utensili più efficienti. Lavora l'argilla, addomestica il bue, il cane e la pecora della quale lavora il latte. Costruisce villaggi di capanne, protetti da trincee.
La cultura neolitica in Sicilia tu caratterizzata da un fenomeno di migrazione di genti che, dal Mediterraneo orientale si erano precedentemente insediale sulle coste orientali dell'Italia peninsulare.
Nel siracusano si sviluppò la "cultura di Stentinello", dal nome del villaggio trincerato nei pressi di Thapsos, oggi completamente inghiottito dall'erosione marina, caratterizzata dalla ceramica impressa a crudo con l'unghia o con conchiglie.
Gli elementi decorativi sono la linea, il triangolo e due losanghe che rappresentano gli occhi.
L’ENEOLITICO- (2500 - 2000 a.C.) Ha inizio con la scoperta del rame, che deve avere provocato una grande rivoluzione culturale: le armi sono diventate più lunghe e più efficaci. Alcuni studiosi fanno coincidere l'introduzione del rame in Italia con l'arrivo di nuove genti: gli Italici.
Accanto al rame si conoscono anche l'oro, l'argento ed il piombo.
I villaggi sono organizzati socialmente e presentano tracce di urbanizzazione (strade, piazze, cinte murarie).
Vanno ascritte all'Eneolitico la Grolla Palombara, nei pressi di Belvedere di Siracusa, e la grotta naturale Vallone Picci, nei pressi di Stentinello.
Nasce, tra il 3000 e il 1700 a.C. la cultura di Grotta Chiusazza, tra Siracusa e Canicattini.
IL FERRO E IL BRONZO
- (2000 - 600 a.C.) Il bronzo (lega, 15% di stagno e 85% di rame) appare in Egitto intorno al 3000 a.C., in Grecia intorno al 2200 a.C., e due secoli dopo fa la sua comparsa in Sicilia.
Nel siracusano si individua una prima età del bronzo tra il 1700 ed il 1400 a.C., nella cultura di Castelluccio, dal nome del villaggio presso Noto esplorato da Paolo Orsi nel 1890.
Di questo periodo sono alcuni villaggi sorti sulla fascia costiera del Siracusano: la cava di Cana Barbara nei pressi di Augusta, il villaggio Tìmpaddieri presso Villasmundo e i villaggi Bernardina nei pressi dì Melilli, e Predio Reale nei pressi di Scala Greca a Siracusa.
La seconda età del bronzo (1400-1270 a.C. si individua nella cultura di Tapsos (isola di Magnisi), presso Priolo;
La terza (1270-650 a.C.) nella cultura di Pantalica
LA SICILIA PREELLENICA
Gran parte della Sicilia, intorno al secondo millennio avanti Cristo, era abitata dai Sicani, un popolo pre-indoeuropeo, ma erano presenti numerosi Greci, mentre i Fenici, antichi discendenti dei Cartaginesi, qui possedevano numerosi stanziamenti.
Intorno al 1300 a.C. i Siculi, provenienti dall'estrema punta della penisola italica, si stabilirono lungo la costa orientale della Sicilia spingendo verso l'interno Sicani, Fenici e Greci.
Ortigia divenne lo sbocco marittimo dell'antico regno di Hybla (l'odierna Pantalica).
Secondo alcuni studiosi, i Siculi avevano abitato la Sicilia già parecchio tempo prima di stabilirvisi definitivamente, provenienti dall'Africa. Da qui aveva¬no raggiunto il continente occupando la penisola iberica, successivamente raggiunsero la Francia e poi nuovamente l'Italia e la Sicilia.
Tracce di Siculi sono state rinvenute nel Lazio e in Calabria, e questo giustifica la tesi secondo la quale i Siculi sono giunti in Sicilia dal continente, ma si (tratta di un movimento di ritorno, dopo un pellegrinaggio di secoli, e qui si sarebbero imposti ai fratelli che dopo la prima migrazione avevano deciso di restare sulla grande isola.
Intorno al 750 a.C. approdarono sulle coste della Sicilia numerosi coloni greci, che spinsero verso l'interno i Siculi. Gli Ioni si stabilirono sulle coste nord-orientali, i Dori predilessero le coste sud-orientali.
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA
La Sicilia preellenica