Ossa dei giganti
Pippo Ansaldi
Davide Tanasi- documentazione pdf
GLI SCAVI ARCHEOLOGICI E PALEONTOLOGICI DI CONTRADA FUSCO
e un museo al villaggio della tonnara di Santa Panagia
Nel 1985 fu avviata, da parte della Soprintendenza ai BB.CC.AA., un’indagine archeologica preventiva al fine di accertare l’eventuale presenza di reperti archeologici nell’area situata ad ovest del cimitero. Tale area, denominata Contrada Fusco, antistante lo sbocco meridionale della galleria che, partendo dalla stazione Targia, attraversa il sottosuolo dell’altipiano dell’Epipoli, ha permesso di eliminare la cintura ferroviaria.
Lo scavo fu condotto senza interruzione alcuna fino al 1995 impegnando un centinaio di persone tra archeologi, paleontologi, esperti in varie discipline, operatori tecnici ed operai. La direzione dei lavori fu affidata dal Sovrintendente G. Voza, alla dott.ssa Beatrice Basile, archeologa di grande qualità tecnico-scientifica mentre gli scavi paleontologici furono coordinati dal dott. Salvatore Chilardi con la collaborazione di altri esperti tra cui i geologi Paolo Tiralongo e Angelo Gilotti.
Furono esplorate circa 2000 sepolture di età ellenistica, i resti di un insediamento preistorico, le strutture di un’area sacra di età classica, un impianto agricolo medievale, e, soprattutto, a partire dal 1988, un importantissimo giacimento fossilifero che non aveva confronti in Sicilia, in una serie stratigrafica comprendente livelli continentali di età mediopleistocenica con fauna a vertebrati.
La Contrada Fusco comprende la lunga e stretta terrazza che corre a mezza costa sulle pendici meridionali della balza di Epipoli fiancheggiando il basso corso dell’Anapo. E’ da sempre un luogo importante nella vita di Siracusa, ricco di storia e di siti archeologici, un luogo che conserva ancora alcuni tratti di espressioni originali del paesaggio costiero siciliano e costituisce una eccezionalità dal punto di vista geologico e morfologico.
Lo scavo paleontologico ha permesso la ricostruzione paleo-ambientale dell’area del Fusco risalente a circa 146000 anni fa. Questi strati costituiscono quasi un unicum per l’area costiera siracusana e sono testimonianze evidenti di particolari condizioni ecologiche come dimostrano gli importanti resti fossili in essi rinvenuti. Il Fusco era originariamente una vasta pianura ricca di stagni e piccoli pantani in prossimità del mare e puntellata da numerosi boschetti di pini, lecci, querce e frassini verso l’entroterra. Intorno agli stagni vivevano ippopotami, lontre, ghiri, toporagni, tartarughe, uccelli e successivamente elefanti (elephas mnaidriensis) di cui sono stati rinvenuti centinaia di resti fossili, accuratamente classificati ed esaminati dal paleontologo dott. Salvatore Chilardi e successivamente conservati negli scantinati del Museo Archeologico Paolo Orsi. Nel 1996 venne poi allestita una mostra con l’esposizione di alcuni di questi rari fossili e la successiva pubblicazione di un interessante catalogo sullo scavo paleontologico di Contrada Fusco cui venne dato il titolo di “Le Ossa dei Giganti”.
Come è a tutti noto abbiamo un museo dentro il museo. Di solito inaccessibile, riservato solo agli addetti ai lavori. Si tratta del deposito, magazzino ubicato nei seminterrati in cui vi sono conservati innumerevoli reperti o opere d’arte di elevato pregio che per carenza di spazi, e non certo di intrinseco valore, giacciono nei magazzini ubicati nei seminterrati museali non trovando collocazione nel percorso espositivo. Tra i “grandi esclusi” dall’area espositiva, vi sono innumerevoli reperti paleontologici di immenso e straordinario valore che potrebbero da soli costituire materiale espositivo per un museo dedicato alla geo-paleontologia del territorio siracusano.
E’ risaputo che da oltre vent’anni il villaggio della Tonnara di Santa Panagia è in fase di perenne ristrutturazione senza che peraltro se ne sia ancora definita la destinazione d’uso. Alla luce di quanto detto e dell’inestimabile valore geopaleontologico dei reperti, rivenuti negli scavi di Contrada del Fusco oltre che di altri rari ritrovamenti che giacciono indegnamente nei sotterranei del Museo Paolo Orsi, una proposta ragionevole sarebbe quella di destinare i locali del villaggio alla realizzazione di un Museo Paleontologico ma anche di un Museo del Mare che renda giustizia al nostro ineguagliabile patrimonio geopaleontologico. In questo contesto sarebbe sensato affidare l’incarico di direttore al geologo Dott. Salvatore Chilardi, consulente del Museo archeologico Paolo Orsi, già docente universitario e fra i migliori esperti di paleontologia dei vertebrati, cui fu affidata, come sopra ricordato, la direzione degli scavi paleontologici di Contrada Fusco.
Credo fermamente che questa possa essere, oltre ad una soluzione del problema, un’occasione di riflessione importante sia sul valore inestimabile delle risorse del nostro territorio, di cui testimoniano la storia e le preesistenze naturalistiche assai significative, sia sul dovere morale e culturale di ciascuno di noi, e soprattutto delle giovani generazioni dei siracusani di questo inizio del terzo millennio, di preservare e valorizzare tali risorse e non permettere, ad alcun costo, che queste pagine fondamentali della nostra storia non possano essere fruite dalle generazioni future.