origini sanità Siracusa - Siracusa medici, medicina, sanità, ospedali, malattie e salute

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Storia araldica monete
Vai ai contenuti

origini sanità Siracusa

19. La Salute di Aretusa:... storie di malati di malattie e d'ospedali
È cosa ormai risaputa che la storia delle malattie di un popolo serva meglio a conoscere la storia sociale e politica di un intero territorio, ed attraverso l'ambiente e i suoi condizionamenti, a scorgerne in trasparenza persino le responsabilità dei governi. Ripercorrere pertanto la storia della sanità nella provincia di Siracusa non più attraverso i suoi illustri medici e le sue istituzioni, come si è fatto nelle pagine precedenti, bensì attraverso le malattie che l'hanno caratterizzata è certamente molto utile e ci serve a completarne il quadro d'insieme. Una "storia delle malattie e dei malati" è altrettanto preziosa, insomma, di una storta dei medici e della  in medicina". Cosi come alla stessa stregua anche una  "storia dello sviluppo dell 'assistenza ospedaliera" nei secoli, attraverso la ricostruzione di una sorta di - "topografia sanitaria" del territorio, si presta altrettanto bene alla piena comprensione della storia sani-taria di un'intera area, intesa, appunto, come storia  sociale e politica del suo popolo.

25. Lo sviluppo dell'assistenza ospedaliera a Siracusa attraverso i secoli.
Come raccontano lo stesso Cicerone nelle sue Verrine (374), nonché Ateneo(375) e Polieno(376>, le prime attività assistenziali di carattere ospedaliero rivolte ai malati sono attestate a Siracusa» sin dall'età greca, tutto intorno all'area dell'antico Asklepeion, o tempio di Esculapio, collocato in Akradina secondo il Mirabella, ma molto più probabilmente individuabile in un ormai scomparso santuario adiacente all'attuale Tempio di Apollo di Piazza Pancali, in Ortigia. A motivare questa identificazione concorrono oggi il rinvenimento nel 1901 di una statua di Igiea e di una iscrizione dedicatoria di un antico medico greco nei pressi dello stesso Tempio di Apollo (377). Igiea era figlia di Esculapio, dio della Medicina, e questi, a sua volta, era figlio di Apollo, appellato "Peane", ovvero guaritore. I culti di Apollo e di Esculapio erano spesso associati ed è probabile dunque che al tempo di Cicerone i due culti fossero stati ospitati in due templi attigui, se non addirittura nello stesso unico tempio oggi denominato Tempio di Apollo. Del resto, quando Cicerone descrisse Ortigia vi citò soltanto i templi di Atena, di Artemide e di Esculapio, mentre non fece alcuna menzione di quello di Apollo. Considerato che i primi due sono oggi identificabili nei templi che sorgevano sugli attuali siti del Duomo e di Palazzo Vermexio, non resta che individuare nell'attuale tempio di Apollo quello che Cicerone allora riferì all'associato culto di Esculapio. Tempio in cui il grande arpinate ammirò e descrisse appunto la statua di Apollo Peane, che definì .. la bellissima statua di Peane, oggetto di profonda venerazione, che tutti andavano a vedere per la sua bellezza e per adorare la sua santità ..<378).

Il declino degli studi medici con il sopraggiungere dell'età medievale segnò anche un arresto delle attività assistenziali di carattere ospedaliero. A parte isolate citazioni di Domus Episcopi e di Xenodochi in età bizantina, la ripresa si ebbe solo dopo la cacciata degli Arabi per mano dei Normanni, quando furono ripopolati tutti i vecchi conventi abbandonati e ne furono fondati di nuovi. 1 primi ospedali per infermi, in Sicilia cosi come altrove, nacquero proprio nei monasteri.
Nel ricostruire questa breve storia delPospedalità a Siracusa ci siamo serviti di un prezioso manoscritto redatto nel 1789 dall'erudito Giuseppe Maria Capodieci, conservato nel terzo libro delle sue monumentali "Miscellanea" presso la Biblioteca Alagoniana: "Narrazione storica intorno l'origine, progressi e stato presente dello Spedale degli uomini e delle donne sotto titolo di S. Lucia e S. Catarina degli Incurabili di questa Fedelissima Città di Siracusa"<379). Nel seguire la narrazione del Capodieci, si è avuto cura, comunque, di correggere alcune lievi imprecisioni storiche ricorrendo al confronto con altre fonti.

Ebbene, oltre alla breve esistenza dello Spedale dei Cavalieri Gerosolomitani, istituito dal conte genovese Alemanno Costa con diploma dato in Siracusa nel giugno del 121 1(380), nel XIV secolo a Siracusa si contavano quattro piccoli ospedali: quelli di San Nicolò e di San Marziano nel quartiere di San Pietro (tra gli attuali rioni della Graziella e della Spirduta) e quelli di San Paolo e di Santa Anastasia nel quartiere di San Giacomo (l'attuale rione dei Bottari di Via Cavour)<38,). Con un atto del 23 agosto del 1374, a firma del notaio Tommaso de Balena, il vescovo Enneco de Alemanni^ spagnolo di Saragozza, li riunì in un unico ospedale per uomini detto di Santa Maria della * Pietà "prope maiorem syracusanam ecclesia»", retto amministrativamente dal Senato cittadino m2\ che sorgeva nel "piano della Cattedrale". Si può dire che sia stato questo il primo atto costitutivo dell'ospedale di Siracusa. Anche gli Ebrei, intanto, negli stessi anni, avevano istituito un proprio ospedale presso l'attuale Vicolo dell'Olivo(3M). t Nel 1555, poi, il Senato cittadino istituì un nuovo ospedale, questa volta riservato alle donne, che prese il nome di Santa Caterina e Santa Lucia. Sorgeva nell'attuale Vicolo Sant'Anna, lungo il tragitto da via Roma a piazza San Giuseppe, dove un tempo sorgevano anche le chiese di Santa Maria d'Itria e delle Anime del Purgatorio. Nello stesso anno fu realizzato anche l'Ospedale degli Incurabili intitolato a Santa Lucia (3M). Doveva sorgere al di fuori delle mura cittadine, molto probabilmente, dunque, presso la chiesa di Santa Lucia al Sepolcro. Nel 1564 il Senato dispose che l'Ospedale per donne di Santa Caterina e Santa Lucia dovesse ospitare anche i trovatelli e le nutrici(385). t
Nel 1591 i due ospedali, quello di Santa Maria della Pietà per uomini e quello di Santa Caterina e Santa , Lucia per donne e trovatelli, furono ri unificati in un solo nosocomio presso la chiesa della SS.ma Vergine di Loreto, detta poi della Visitazione, che venne affidato ai Fatebenefratelli provenienti da Messina<386).
L'Ordine dei Fatebenefratelli di San Giovanni di „ Dio era stato accolto Tanno prima a Siracusa dal vescovo Giovanni de Orosco. Il Senato, con atto del notaio Giovanni Partexano del 22 agosto 1591, affidò al loro Provinciale, padre Sebastiano de Ordegnes, solo una sorta di direzione tecnica dell'Ospedale, perché si riservò di mantenere a sè la gestione amministrativa attraverso due suoi Procuratori eletti direttamente dallo stesso Senato cittadino <387). Ciò al fine di garantire il carattere sostanzialmente laico dell'assistenza. La chiesa dove fu ospitato l'ospedale riunito sorgeva su piazza Duomo ed insisteva sullo stesso perimetro oggi occupato dal Palazzo della Sovrintendenza alle Antichità. Da allora prese il nome di Ospedale di San Giovanni di Dio. E poiché l'ospedale era stato posto sotto il controllo diretto del Senato cittadino, era lo stesso Senato a provvedere ai salari per il medico, il chirurgo, il barbiere, l'aromataro, la lavandaia ed il notaro. È certo inoltre che il Senato avesse sottoposto la struttura ospedaliera alla supervisione e alla vigilanza tecnico-sanitaria del suo Protomedico. I Fatebenefratelli tennero l'Ospedale di San Giovanni di Dio dal 1591 al 1866 <388>. È possibile osservare uno scorcio parziale di questo ospedale nel famoso dipinto di Jean Houel, Chars des Confreries du S.' Esprit et de SJ Philippe del 1777(389). Sin dal 1649 il Senato impose l'obbligo ai Fatebenefratelli di celebrare nell'ospedale la festa della Visitazione di Santa Elisabetta (390) Ma la tradizione più tipica fu quella della festa dell'8 marzo (ricorrenza di San Giovanni di Dio), giorno in cui, per antica consuetudine, nell'ospedale veniva imbandito un sontuoso pranzo per i malati, rigorosamente "benedetti" dal vescovo prima di darsi alle delizie del palato! Il pranzo veniva loro servito umilmente dai nobili della città. E nello stesso giorno i cittadini si recavano a far visita ai "poveri" malati. Si trattava di una delle tradizioni umanitarie più sentite in città (391). Nel corso di quegli anni l'ospedale fu potenziato con le donazioni di alcuni benefattori e soprattutto con la realizzazione di una nuova "Sala di Chirurgia" che fu aggiunta nel 1819 grazie al marchese di Belfronte don Calcedonio Navanteri(392). In quell'epoca la struttura accoglieva 20 posti letto. La direzione tecnica dei Fatebenefratelli cessò con la legge del 7 luglio 1866. Il 24 dicembre del 1868 l'ospedale venne elevato ad Ente Morale e fu affidato alla Congregazione di Carità. Quindi nel 1869 l'edificio di piazza Duomo venne definitivamente abbandonato ed i malati furono trasferiti nei locali del soppresso convento di Santa Teresa, che ancor oggi sorge all'angolo tra la via omonima (un tem­po denominata infatti via Ospedale) e il Lungoma­re d'Ortigia <393). L'edificio che per quasi tre seco­li ospitò l'Ospedale cittadino di San Giovanni di Dio in piazza Duomo fu raso al suolo. E nel 1882 vi fu costruito al suo posto l'attuale palazzo della Sovrintendenza alle Antichità, già sede del Museo Archeologico Nazionale

t3'M). Intanto, dopo appena sette anni dal trasferimento presso l'ex convento delle Teresiane, nel 1876 l'ospedale fu nuovamente trasferito, questa volta nell'Orfanotrofio delle suore ospedaliere della Misericordia e della Santa Cro­ce, dietro la Chiesa di Montevergine, con ingresso dall'attuale piazzetta San Rocco. L'edificio, noto come il Cinque Piaghe, ospitò l'ospedale cittadino fino ai primi degli anni Cinquanta. Le condizioni dell'ospedale alla fine dell'Ottocento ci sono note attraverso una dettagliata relazione igienico-sanitaria redatta dal responsabile sanitario dell'epoca dottor Innorta. Dalla relazione, conservata presso il fondo Prefettura dell'Archivio di Stato di Siracusa, si evince che nel 1894 l'ospedale consisteva soltan­to della parte inferiore della chiesa di San Rocco e della sacrestia, e mancava di strumenti chirurgici e di letto operatorio <395). Le condizioni miglioraro­no decisamente nel Novecento con l'estensione del presidio ospedaliero all'intero complesso monasti­co. Il 3 dicembre del 1941 l'ospedale, che intanto aveva cambiato denominazione, assumendo quella attuale, ricevette la visita di re Vittorio Emanuele III. Ma nel 1953 il vecchio Cinque Piaghe cessò di esistere.
   
In quell'anno venne realizzato, dopo una grande attesa, il primo monoblocco del nuovo Ospedale Umberto I di via Testaferrata, che fu suc­cessivamente ampliato con un secondo monoblocco nel 1971 ed infine con un terzo nel 1977. Nel 1933, intanto l'INPS aveva realizzato l'Ospedale Rizza di via Epipoli, destinato inizialmente alla cura della tubercolosi polmonare. Ed il 1° ottobre del 1935, dopo una lunga battaglia, fu inaugurato l'Ospeda­le Neuropsichiatrico, fortemente voluto dalla Pro­vincia di Siracusa, venendo a colmare la lacuna di una forma di assistenza che per tutto l'Ottocento erastata garantita in Sicilia quasi esclusivamente dalla famosa Real Casa dei Matti di Palermo (3%). Con la storica Riforma Sanitaria della legge 833 del 1978 e poi con la seconda riforma della 502 del 1992, i due Ospedali furono riuniti in una unica Azienda Ospedaliera che, infine, grazie all'ultima riforma sanitaria regionale della legge 5 del 2009, è confluita nell'unica Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa.
Partendo dall'antico Asklepeion di Ortigia e proseguendo nei secoli attraverso le varie istituzioni ospedaliere medievali e moderne della città, fino a giungere ai nostri giorni e, dunque, fino all'attuale Umberto I°, la storia dell'ospedalità siracusana ha coinciso con una estenuante battaglia contro la malattia e la miseria, una autentica lotta per la sopravvivenza, alla continua ricerca delle proprie conquiste di civiltà. E tutto questo fino all'ultima di queste conquiste in ordine cronologico: quella della Radioterapia, così fortemente voluta dall'intera comunità. Ci sia consentito concludere, allora, con una riflessione che è insieme una sfida e un augurio. Quando fu realizzato il primo monoblocco dell'Umberto I° nel 1953, si guardò a quella struttura come all'agognata soluzione di tutti i mali. Oggi quella stessa struttura ci appare impietosamente sorpassata dal sopraggiungere delle nuove esigenze, angusta, soffocata, inadeguata, incapace di valorizzare le belle professionalità che vi lavorano ed inadatta a soddisfare le moderne richieste dei cittadini. E per questo che questo excursus che ci ha consentito di gettare uno sguardo nel passato non può che concludersi proiettando lo stesso sguardo nel futuro ed in una nuova sfida che, nel segno di un grande senso civico, deve vedere tutti i siracusani accomunarsi nella ricerca dell'interesse e del bene comune. Una sfida, insomma, che è un augurio. Eccolo ... :
Bibliografia

374-Cicerone, Secondo discorso d'accusa contro Vene, Lib. IV, cap. 4,127.
375-Ateneo, Deipnosophitai, XV, 693 h
376-Polieno, Strataghemata, V, 2,19.
377-^ F. Coarelli, M. Torelli, Guide archeologiche Laterza: Sicilia, Laterza Editori, Bari 1988, pp. 231-232. Anche una statua di Esculapio, oggi esposta al Museo Paolo Orsi, sembrerebbe provenire dall'area limitrofa in direzione dell'Istmo '
378-Cicerone, Secondo discorso d'accusa contro Vene, Lib. IV, cap. 57,127.
379- ^ °JPodie«' narrazione Storica intorno l'origine, progressi e stato presente dello Spedale degli uomini e delle donne sotto molo di S. Lucia e S. Catarina degli Incurabili di questa Fedelissima Città di Siracusa, in Miscellanea, Tomo III, pp. 489-495 '
380-N- Agnello, Il monachismo in Siracusa, Tipografia Francesca Miuccio, Siracusa 1891 p 49
381-L'Ospedale di San Marziano era stato fondato da Bartolomeo Del Guasto, quello di San Nicolò da Andrea Alessandro quello di San Paolo da Niccolò D'Aversa e quello di Santa Anastasia da Corrado Traversa. Vedi N. Agnello, op. cit, p. 50 ™
382-E. De Benedictis, Della Camera delle Regine Siciliane. Siracusa 1890, p. 15.
383-Capodieci, Annali di Siracusa, anno 1479, manoscritto presso la Biblioteca Alagoniana, Siracusa
384-N. Agnello, op. cit, p. 50
385- S. Privitera, Storia di Siracusa antica e moderna, Napoli 1879, Voi. II, p. 169.
386 G Russotto, 1 Fatetene/rateili in Sicilia. Tre secoli di storia ospedaliera (1586-1866), Roma (1977), pp. 192-203. L'Ordine degli Ospedalieri o Fate-bene-fratelli fu fondato in Spagna nel 1525 da San Giovanni di Dio, gentiluomo portoghese, per l'assistenza dei poveri ammalati, e approvato da papa Clemente VII nel 1531.
387 N. Agnello, op. cit, p. 50
388-Fu in questo ospedale di piazza Duomo che il 29 aprile dei 1676, dopo una settimana di agonia, mori di setticemia il celebre ammiraglio olandese Michael De Ruyter, come già detto nel capitolo 20 a cui si rimanda.
389-Vedi Capitoli 14 e 22. L'Ospedale di San Giovanni di Dio si intravede sulla destra, all'altezza (e al posto) dell'attuale Sovrintendenza Archeologica, tra le allegorie in carta pesta montate dalle confraternite.
390 N. Agnello, op. cit, p. 51
391-N. Agnello, op. cit, p. 52
392 Archivio di Stato di Siracusa, atto del notaio Antonino Bajona, datato 1° luglio 1819.
393-II convento delle Teresiane aveva già ospitato per qualche anno l'Ospedale Militare della città.
394-L. Trigilia, Siracusa. Distruzioni e trasformazioni urbane dal 1693 al 2942, Roma, 1985, p. 91.
395-Archivio di Stato di Siracusa, Fondo Prefettura, busta 1582: Relazione Innorta, 14 gennaio 1894.
396-R Russo Drago, Come nacque l'Ospedale Psichiatrico di Siracusa, in Archivio Storico Siracusano, s. Ili, XVI (2002), pp. 137-159.








Torna ai contenuti