Bronzetti Eugenio fotografo
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Eugenio Bronzetti, risalente a poco tempo prima la sua morte, avvenuta nel 1997. Il patrimonio documentario della sua opera - composto da 85.000 fra negativi e lastre in vetro - è oggi raccolto a Palermo presso la fototeca regionale del Centro per l'Inventario e la Catalogazione
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LA SICILIA RURALE DI BRONZETTI
Una gita a Montelepre nel 1948: è il primo scatto proposto da REPORTAGESICILIA e tratto dal volume 'Le Siciliane - L'archivio fotografico di Eugenio Bronzetti'', edito nel 1990 da Gelka.
Il saggio offre una selezione del patrimonio documentario di uno dei più noti fotografi documentaristi nella Sicilia del secolo scorso, nel periodo compreso fra il 1930 ed il secondo dopoguerra
Eugenio Bronzetti è stato uno dei più noti fotografi nella Palermo degli anni Venti dello scorso secolo. Figlio di Benedetto – a sua volta attivo in Sicilia come fotografo a partire almeno dal 1889 – e nipote materno di Eugenio Interguglielmi, altro nome storico di quest’arte, Eugenio deve la sua fama agli arditi scatti aerei ed alla fotografia industriale.
Eugenio Bronzetti fu fotografo soprattutto di edifici monumentali, industrie ed eventi ufficiali; i suoi scatti della realtà contadina siciliana - qui a Salaparuta, nel 1936 - svelano tuttavia i segni di una quotidianità lontana da quell'idea di progresso e ispirazione futurista che animò tra le due grandi guerre lo spirito del fotografo
Il giovane Bronzetti, nato nel 1906, già all’età di 16 anni fece parlare di sé per essersi arrampicato su una ciminiera, allo scopo di ottenere un’inedita immagine panoramica di Palermo; da lì a qualche anno, il giovane fotografo avrebbe sposato l’ideologia futurista, privilegiando la rappresentazione di edifici monumentali, attrezzature meccaniche, miniere ed inaugurazioni, come quella della sede palermitana della Banca d’Italia, nel 1929.
Una donna ramazza lo spazio adiacente la stalla di una casa colonica: la fotografia è datata fra il 1938 ed il 1940, ed è un esempio di perfetta composizione dei vari piani della scena, in grado di cogliere la naturalezza di una quotidiana scena di vita rurale
Così, Eugenio Bronzetti riuscì presto a diventare il fotografo accreditato per molti committenti pubblici: l’Ente di Colonizzazione del Latifondo, i Cantieri Navali, l’Ente Porto e l’Ente Zolfi.
Una straordinaria immagine di Bronzetti coglie gesti e pose di due donne all'interno di una tipica cucina siciliana: è il 1938, e l'osservazione dei tanti oggetti allora di uso domestico è uno spaccato di vita del periodo
A lui si devono ancora numerose immagini dei villini liberty a Palermo, che costituiscono una parte del patrimonio di circa 85.000 negativi e lastre di vetro che lo stesso Bronzetti donò prima della morte – avvenuta nel 1997 - alla fototeca regionale del Centro per l’Inventario e la Catalogazione del capoluogo siciliano.
Sono spesso le donne le protagoniste delle fotografie di Bronzetti nella Sicilia contadina del suo tempo.
Questo scatto risale al 1950, e coglie il paese madonìta di Isnello durante un momento del concorso della Necchi denominato 'La Sposa d'Italia', istituito prima del secondo conflitto mondiale dal pubblicitario Dino Villani
Meno nota e celebrata è l’opera fotografica che Bronzetti portò avanti negli ambienti rurali della Sicilia, sin oltre gli anni del secondo conflitto mondiale; i suoi scatti furono realizzati nella maggioranza dei casi utilizzando una vecchia macchina a cassetta a lastre di vetro.
In questa fotografia scattata nel 1941 nelle campagne catanesi, Eugenio Bronzetti rivela una forza di descrizione dell'ambiente e dei caratteri che ricorda certe opere di Francisco Goya.
E' una visione che rivela la capacità di cogliere la realtà isolana del suo tempo, distante dalla retorica del progresso e del monumentale a volte imposta dalla cultura ufficiale di quegli anni
In campagna – come scrisse nel 1990 Nino Recupero, nella prefazione al volume ‘Le Siciliane – L’archivio fotografico di Eugenio Bronzetti’, edito da Gelka – “ il suo occhio documenta la tradizionale, antica miseria; riuscendovi forse meglio che non nella veste di esaltatore della riforma agraria fascista.
L'interno di una abitazione pastorale catanese: la datazione dello scatto è la stessa della fotografia precedente.
Ancora una volta Eugenio Bronzetti ci restituisce un volto oggi quasi del tutto scomparso della civiltà contadina siciliana
Ricche di contrasto tra bianco e nero, le sue foto delle nuove case coloniche del latifondo ricordano più il cinema sovietico degli anni Trenta che non la contemporanea fotografia americana…”.
Un interno di abitazione con bambini e la fotografia di un antenato: Bronzetti coglie la contrapposizione fra la miseria dei giovanissimi soggetti e la formale dignità del parente adulto, ritratto col vestito della domenica
Una casa colonica ritratta da Bronzetti fra il 1938 ed il 1940. Nella prefazione al volume edito da Gelka nel 1990, Nino Recupero osservava che "le sue foto delle nuove case coloniche del latifondo ricordano più il cinema sovietico degli anni Trenta che non la contemporanea fotografia americana"
Il volume della Gelka è da tempo fuori produzione; REPORTAGESICILIA ripropone alcuni degli scatti raccolti nella pubblicazione. Sono scatti in bianco e nero che restituiscono l’immagine di una Sicilia oggi quasi del tutto scomparsa, in un’ambientazione rurale che racconta per lo più gesti antichi di vita domestica, fra il 1933 ed il 1950.
Un ritratto fotografico di Eugenio Bronzetti, risalente a poco tempo prima la sua morte, avvenuta nel 1997.
Il patrimonio documentario della sua opera - composto da 85.000 fra negativi e lastre in vetro - è oggi raccolto a Palermo presso la fototeca regionale del Centro per l'Inventario e la Catalogazione
Una fotografia senza data ritrae lo spostamento di una madre e dei suoi bambini su un asino.
La scena di Bronzetti - che chiude questo post di REPORTAGESICILIA - si compone intorno agli alberi di un uliveto, e sottolinea il fortissimo rapporto che ancora meno di un secolo fa legava gran parte della popolazione siciliana all'agricoltura