Storia museo Archeologico
Museo Archeologico
Il cavaliere Landolina riteneva che solo con una istituzione museale civica fosse possibile salvaguardare sia la Venere e tutti i reperti provenienti dalle nuove esplorazioni archeologiche che il prezioso materiale conservato nelle tante collezioni private cittadine.
Soltanto nel 1809 il Landolina fu in grado di tradurre nella pratica il suo ambizioso progetto culturale e politico, poichè mons. Filippo Maria Trigona, vescovo di Siracusa e grande appassionato di antiquaria, si dimostrò favorevole nel mettere a disposizione alcuni ambienti del Seminario in via Minerva, donando nel contempo le antichità del piccolo Museo del Vescovile Seminario dei Chierici. Il sovrano approvò la nuova istituzione e il MUSEO CIVICO di SIRACUSA fu inaugurato in forma ufficiale il 20 Aprile 1811. La Nascita del primo Museo Civico a Siracusa e la scoperta della Venere Landolina.
Il Museo Archeologico si trovava in piazza Duomo, angolo via delle Carceri Vecchie
prima sede del museo archeologico di Siracusa
Il patrimonio archeologico conservato presso il Museo archeologico di Siracusa, per proteggerlo dai bombardamenti alleati nell’ultima guerra, selezionato e imballato adeguatamente in casse di legno vennero trasportati e conservati nelle gallerie sotterranee del castello eurialo. Nelle foto dell'archivio storio della soprintendenza alcune fasi del trasporto e sistemazione presso l'eurialo.
Nel 1780 il vescovo Alagona inaugurò il Museo del Seminario divenuto, nel 1808, Museo Civico presso l'Arcivescovado. Un decreto regio del 17 giugno 1878 ne sancì la nascita come Museo Archeologico Nazionale di Siracusa, inaugurato nel 1886 in piazza del Duomo. Dal 1895 al 1934 Paolo Orsi diresse il Museo di Siracusa, ma la crescita della raccolta condusse alla progettazione di un nuovo spazio, nel giardino di villa Landolina.
VENERE ANADIOMENE
Varcando la soglia del museo, la scorsi in fondo una sala, bella come l'avevo immaginata. Le manca la testa, non possiede un braccio; eppure, giammai una figura umana mi è apparsa più stupenda e fascinosa. Non è affatto la donna dei poeti, la donna favoleggiata, la donna divina e maestosa, come la Venere di Milo, è la donna tale come è, come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. E' prosperosa, col seno florido, l'anca robusta e la gamba vigorosa; è una Venere carnale che quando la si vede , in piedi, è naturale immaginarla coricata. Il braccio perduto celava i seni; con la mano rimasta solleva un panno col quale copre, con grazia, i fascini più intimi. Tutto il corpo è fatto, ideato, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi confluiscono, tutto il pensiero vi concorre. Questo gesto semplice e naturale, pregno di pudore e di sensualità, che nasconde e mostra, che vela e svela,che attrae e allontana, sembra definire tutti i caratteri della donna sulla terra.
Il marmo è vivo. ....... La Venere di Siracusa è una donna, ed è pure il simbolo della carne........è l'espressione perfetta della bellezza esuberante, sana e semplice......Non ha la testa! E che importa? Il simbolo ne è uscito più completo. E' un corpo di donna che esprime tutta la reale poesia della carezza......La figura di marmo che ho veduto a Siracusa è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico: è la donna che copre e rivela a un tempo lo stupefacente mistero della vita.
Guy de Maupassant
Tra i preziosi reperti sono da ammirare
Santino Alessandro Cugno Kourotrphos (Dea Madre in trono che allatta due neonati) dalla necropoli nord di Megara Hyblaea. Scultura in calcare, si data intorno al 550 a. C., stile tipico dell'arcaismo (visione frontale) con influenze ioniche (panneggio)
Dario Palermo si tratta di una raffigurazione piuttosto problematica in quanto, pur essendo stata trovata in una città greca, e avendo tratti stilistici greci, per la sua tipologia nell'ambiente ellenico è certamente un hapax.
Santino Alessandro Cugno: kouros del medico sombrotidas dalla necropoli sud di megara