Numismatica e monetario
Museo Archeologico
Siracusa nuismatica
Siracusa numismatica
Storia-immagini-curiosità-è……
Una delle più complete collezioni di monete antiche di ogni epoca è conservata presso il Gabinetto Numismatico che si trova nel piano interrato del Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa.
Si deve sopra tutto al grande Paolo Orsi la prima catalogazione sistematica dei preziosi reperti che raccontano millenni di storia e certo anche ai soprintendenti che gli succedettero.
Paolo Orsi, nella sua pubblicazione del 1915 intitolata “La raccolta numismatica medioevale del R. Museo Archeologico di Siracusa”, presentò il bilancio di quanto aveva fatto e raccolto fino ad allora elencando tutto il patrimonio numismatico di Siracusa.
La raccolta comprende la documentazione storica sull'evoluzione della moneta, dai primitivi mezzi di scambio, alle più antiche monete risalenti al V secolo a. C.. Monete, in argento, in bronzo ed oro, di epoca greca e non solo, monetazione romana, bizantina, araba, normanna, aragonese, spagnola, borbonica, fino all'unità d'Italia.
Secondo gli storici l’inizio della prima coniazione a Siracusa si può collocare nel periodo compreso fra il 530-510 a.C. La zecca siracusana da allora fu produttiva e lavorò ininterrottamente fino al 212 a.C. anno in cui subentrarono i romani, i quali continuarono a coniare fino al 44 a. C.
Nelle monete coniate è incisa e documentata storia, realtà civile, religiosa ed economica della città e rivelano le ascese e le cadute, il potere di re e regine, i trionfi sportivi e politici, le vittorie e le sconfitte per mare e per terra, le alleanze e i matrimoni insieme al gusto estetico e alla abilità di chi le fabbricò.
Siracusa basò la sua monetazione sul tetradramma con il valore contrassegnato dalla quadriga, (cocchio con quattro cavalli affiancati), nei didrammi, (biga con due cavalli), e nelle dramme, (biga con un cavallo), richiamandosi alle monete di Atene, che per la purezza del metallo e l'esattezza del peso era preferita negli scambi.
Il didramma e il tetradramma furono le monete più coniate e diffuse liberamente adottate nel mondo greco tra il V e IV secolo a.C. e il "decadramma, (10 dramme), coniato solo per commemorare vittorie riportate in guerra, in competizioni sportive e per analoghi speciali eventi.
Il sottomultiplo della dramma, coniato in argento, era l’obolo, (un sesto), e sin dal principio si identificò con la litra sebbene quello siracusano si distinguesse per la ruota incisa invece del polpo, (octopus).
Per coniare ogni tipo di moneta si usavano dischi e tondelli di metallo, pesati precedentemente, che si poggiavano dentro lo stampo già predisposto con il disegno preparato dagli incisori e su questo veniva poggiato il punzone con l’immagine del retro che sollecitato con un colpo di martello schiacciava il tondello trasformandolo in moneta.
Tra i più famosi incisori siracusani, conosciuti perché firmavano le monete realizzate, Cimone, (Kimon), che fu attivo nella monetazione di Siracusa nel periodo 415 - 400 a.C. ed Eveneto, considerato tra i più grandi dell’antichità, contemporaneo ed emulo di Cimone, che firmava con un punto di una stella, o di un Δ, o una conchiglia che fanno parte del ristretto numero di incisori di conii dell'antichità dei quali si conosce il nome.
Il capolavoro di Eveneto, coniato per commemorare la vittoria dei siracusani sugli ateniesi nel 413, è il decadramma con l’auriga, incoronato dalla Nike alata, che conduce una quadriga di cavalli rampanti e sotto, le armi dei nemici sconfitti. Sul rovescio il volto della ninfa Aretusa con un orecchino pendente e al collo una collana di perle. Intorno al capo nuotano delfini e sopra la nuca la leggenda ΣΥΡΑΚΟΣΙΩΝ.
Tra le più belle e spettacolari il pezzo d'oro da cento litre, che commemora il trionfo di Dionigi, ancora una volta su Cartagine (406), e che allegoricamente parla nella composizione del rovescio, come forse mai artista espresse con tanta eccellenza di arte e potenza anatomica in minuscola superficie, lo spasimo della lotta fra i corpi avvinghiati di Eracle (Grecia) con il leone (l'Africa).
Quasi un secolo di intenso e documentato lavoro che ha arricchito il gabinetto numismatico acquisendo nel tempo:1891 tesoro di Avola, 1893 tesoro di Palazzolo, 1894 tesoro di Cibali (Catania), 1895 tesoro di Licodia, 1897 tesoro di Siracusa contrada Canalicchio, 1899 tesoro di Licata e tesoro di Siracusa, 1900 tesoro di Gela, 1901 tesoro di Agrigento, 1902 tesori di Burgio (Ragusa) e di Grammichele, 1903 tesoro di Palazzolo, 1906 tesoro di Agrigento,
1905- 06 tesoro di Mineo, 1906 tesori di Adernò, Bronte, Lentini e Buccheri, 1907 tesori di Gela, Canicattini, Cibali (Catania), Carancino (Siracusa), 1908 tesori di Canicattini e Barrafranca, 1909 tesoro di Aidone, 1910 tesori di Caltagirone e di Adernò, 1911 tesori di Carlentini, Pachino, Gela e Agrigento, 1912 tesori di Siracusa e di Vizzini, 1913 tesoro di Licata, 1914 tesoro di Avola,
1915 tesori di Grammichele, Canicattini, Avola e Paternò, 1916 tesoro di Cesarò (Catania), 1917 tesoro di Canicattini, 1918 tesoro di Agrigento, 1921 tesori di Campobello di Licata e di Lentini, 1922 tesori di Pachino e di Siracusa (Teracati), 1923 tesoro di Ognina (Catania), 1924 tesoro di Pachino, 1926 tesori di Siracusa, di Cittadella (Noto), di Licata, 1927 tesoro di Siracusa, 1928 tesori di Gibil Gabib (Caltanissetta) e di Camarina17. 1933 tesoro di Casulla (Lentini), 1934 tesoro di Gela, 1935 tesoro di Vizzini, nel 1938 tesoro di Scoglitti.
Negli anni dal 1947 al 1964, 20 ripostigli di epoca greca, il patrimonio di monete auree di età tardoromana e bizantina, quello rinvenuto a Comiso nel 1936, e nel 1950, il tesoretto di Capo Schisò, il tesoro di Siracusa negli anni ’60 del secolo scorso di 1.107 denari e frammenti di età repubblicana, nel 1963 il tesoro di via Tevere, 1964 in Corso Gelone, monete auree bizantine del VII secolo.
Senza dimenticare le collezioni private donate alla fine del 1950 dai Marchesi Enrico e Maria Rosa Gagliardi (eredi Marchesi De Riso), e la collezione dei baroni Pennisi di Acireale, acquisita al Medagliere per benemerita iniziativa di Giuseppe Voza. Di gran pregio i ritrovamenti nel corso degli scavi della seconda metà del secolo scorso di Paola Pelagatti a Naxos, Camarina, Caucana, e di Giuseppe Voza alla villa del Tellaro, alla villa di Patti a Siracusa, e le monete da Portopalo di Capo Passero.
Testi consultati: Giuseppe Guzzetta, La collezione numismatica, Giuseppe Guzzetta, archivio storico siracusano, Giovanna marino, la monetazione in Sicilia. Mitica Aretusa, anno I n. 3 del 18 Aprile 2002. Immagini digitalizzate dai testi sopra indicati.
Musica libera scaricata da Youtube e Cantu Novu gruppo folclorìstico siracusano.
Riprese e documentazione, rielaborazione testi, immagini e montaggio a cura di Antonio Randazzo
Monetario Siracusa
F I N E
Cora [conio di Eveneto], 4CDO/3BO a.C.
Artemide (conio di Kimon), 410/400 a.C.
Aretusa (conio di Kimon). 410/400 a.C.
Athena(conio di Eucleida, 410/400 a.C.
Artemide-Aretusa (conio di Eucleida, 410/400 a.C.
Artemide-Aretusa, 420/410 a.C.
Artemide-Aretusa, 450/440 a.C.
Artemide-Aretusa, 475/465 a.C.
Artemide-Aretusa, 485/480 a.C.