palude Syraco - siracusa acqua pietra

Antonio randazzo da Siracusa con amore
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palude Syraco

Paludi
La palude Syraco, secondo storici e geologi, si trovava nell’area dell’istmo di Siracusa, e si estendeva, con molta probabilità per tutta la costa dell’attuale porto piccolo e si incuneava quasi fino all’attuale piazza stazione centrale. Dal nome della palude pare sia derivato il nome stesso della città (Cavallari, 1883, pp.149-150).


Il nome Siracusa non è spiegabile in greco, per cui si suppone un'origine sicula del vocabolo o comunque un'origine da lingue parlate nel bacino del Mediterraneo.
Uno dei primi studiosi che si occupò di tale problema senza cadere in grossolane interpretazioni fu Stefano Bizantino.
Secondo questi il nome deriva da una palude chiamata da Tucidide Syraco e corrispondente alla zona del Pantano.

Tale opinione fu confermata da Marciano Heraclense (2) in questi versi: Hos Archias assumens Corinthius cum doriensibus condidit eas, quae a conterminio stagno accepere nomen, mine que Syracusae ipsis dicuntur: Secondo Bocharto la voce Syraco è di origine fenicia e significa «emettere cattivo odore» in riferimento alla palude.
Scrisse Amico a tal proposito: «Venne apposto il nome Siracusa dalla confinante palude Syraca, siccome vedemmo. Il Fazello ne dedusse il nome da voce greca, concordemente al Mirabella, ma sappiamo che il nome di Siracusa esisteva prima che Archia da Corinto avesse fondato la colonia (Bonanno).
Lo stesso Archia, fondatore della città, ci narra che venuto dalla Grecia con molti compagni, approdò all'isola ora chiamata Ortigia e scacciatine i Siculi che la tenevano, costituì una nuova repubblica». La vicenda è confermata da Tucidide e Plutarco.
Per spiegare tali ipotesi onomastiche i nostri eruditi si rifacevano al II e III periodo siculo quando esisteva di già nell'isola di Ortigia un villaggio che almeno fino all'arrivo dei coloni greci fungeva da "capoluogo" di borgate circostanti. L'isola doveva essere sede di empori e non dovevano mancare i rapporti commerciali sia con i Greci che con i Fenici.
Per questa popolazione sicula, abitante l'isola di Ortigia, accedere al continente Sicilia ed immettersi sui viottoli che portavano nell'entroterra per poi salire sugli altipiani circostanti, era d'obbligo attraversare le paludi (4).
Parve così che il toponimo Siracusa si riferisse all'area paludosa della terraferma antistante Ortigia.
Fazello a tal proposito riporta quanto scrisse Strabene nel «I libro di mente d'Ibico»: «Quest'isola che oggi si ricongiunge con un ponte a Siracusa...». Da ciò appare chiaro che in quel periodo si faceva distinzione fra Ortigia e Siracusa. Si pensa che nel momento in cui i Greci, alla ricerca di terre da coltivare, uscirono dall'isola e cominciarono a creare piccoli centri agricoli in terraferma, designarono l'insieme di questi casali collegati, col nome di Siracuse.
Anche lo Schubring (6) nel secolo scorso ipotizzò che Siracusa potrebbe avere etimologia fenicia derivante da Sur (rupe, scoglio) e Acco (caldo).
Holm, nella sua Storia della Sicilia, ritiene che il nome Siracusa sia di origine semitica, derivante da quella radice che denota mattina, oriente, e dalla quale deriverebbe pure la parola scirocco. «Siracusa era per i Fenici lo stanziamento più orientale che essi avessero in Sicilia. In tal modo Siracusa e Lilibeo sono tra loro contrapposti anche nei nomi».
S. R. Romano (7) ammette essere Siracusa voce di origine fenicia col significato di roccia dei gabbiani «indicando con ciò una stazione commerciale temporanea dei Fenici in periodo precedente (al greco)». Singolare è che, scomponendo il nome Siracusa dalla sua pronuncia greca (sur-acco-syon), ci avviciniamo molto a toponimi di origine semitico-settentrionale ed attualmente indicanti città che ricadono nella zona di confine fra Libano e Israele.
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