Lentini sanità - Siracusa ospedali e medicina, sanità, ospedali, malattie e salute

Siracusa ospedali e medicina
Storia araldica monete
Vai ai contenuti
24 - Lo sviluppo delPassistenza ospedaliera a Lentini attraverso i secoli
La più antica notizia certa sulla vita della sanità pubblica a Lentini ci viene da un diploma del 17 marzo 1394 col quale Re Martino eleggeva commendatario un certo Simone De Rubeo. Documento che attesta la presenza di una Domus Hospitalis, adibita a lebbrosario, su una collina quattro miglia distante dalla città, la Commenda di San Lazzaro(366), proprio là dove poi nacque la Chiesa di S.Maria degli Ammalati <367), la quale, ricostruita dopo il terremoto del 1693, ospitò l'monimo eremo, e dove pare che miracolose guarigioni venissero garantite allo stesso tempo dall'intervento di santi misericordiosi e da quello di furbi santoni<368). La più antica notizia sulla presenza di un ospedale cittadino per infermi risale, invece, al 1551, quando venne fondato il primo piccolo ospedale di Lentini col Monte di Pietà sotto il titolo di San Giacomo della Spada, suffraganeo all'Ospedale di San Giacomo d'Altoposso di Naro ,369\ Nel 1612 l'ospedale, con oneri a carico del comune, passò ai frati di San Giovanni di Dio, che ne trasferirono la sede in un edificio all'angolo fra Via Settembrini e Via Verdi, presso la chiesa dei confrati. Strada che ancor oggi ha conservato l'antico toponimo di gghianata do ' spitali vecchiu. L'ospedale fu successivamente dedicato alla "Concezione di Maria Immacolata". Nel 1685 ospitava dodici posti letto affidati a sei religiosi. I Fatebenefratelli lo gestirono dal 1612 al 1781, anno in cui lo lasciarono "spontaneamente" (370). Dopo la loro partenza l'ospedale conobbe una fase di progressivo declino, cosicché nel censimento del 1833, l'edificio venne dichiarato fatiscente a causa delle "dirotte piogge" invernali<37,). Dal 1834, intanto, tutto ciò che apparteneva alle cosiddette Opere di Beneficenza (preposte agli ospedali ed in generale all'assistenza dei malati) fu sottoposto ad una Commissione Amministrativa di Pubblica Beneficenza (una per ogni comune della Valle) a sua volta sottomessa al Consiglio Generale degli Ospizj della Valle di Siracusa. L'ospedale fu quindi eretto in Ente Morale con Decreto del 10 ottobre 1867.
Negli Archivi dell'Ospedale Civico di Lentini è conservato l'intero carteggio epistolare intercorso, tra il 1834 ed il 1861, tra il Consiglio Generale degli Ospizj della Valle di Siracusa (poi di Noto, dopo la "punizione" borbonica del 1837) e la Commissione Amministrativa di Pubblica Beneficenza del Comune di Lentini. Archivio ben conservato, che rappresenta oggi una autentica miniera di informazioni per la storia sanitaria ottocentesca di Lentini. Archivio da cui emergono, tra l'altro, anche le divertenti vicende legate alla boccac¬cesca diatriba allora insorta tra il Consiglio Generale degli Ospizj e i monaci dell'Eremo del Ss. Crocifisso, accusati della non proprio "santa" abitudine di "intrattenersi" con delle "pie" donne nelle loro celle, avendo fatto, così, un po' di confusione sul significato di assi-stenza caritatevole da fornire ai fedeli.
Ritornando alla storia dell'ospedalità, dopo la sop­pressione delle Corporazioni, per via della legge Siccardi, l'ospedale, ormai fatiscente, fu trasfe­rito nel Convento dell'Immacolata delle Suore di San Vincenzo, accanto alla chiesa omonima, sulla sommità di via San Francesco. Si trattò allora di una esigenza fortemente sentita dalla comunità lo­cale. E' molto interessante leggere le motivazioni dell'ottocentesco trasferimento dell'ospedale nei locali del Convento dell'Immacolata. Queste moti­vazioni sono riportate in una inedita delibera comunaie, datata 26 dicembre 1869, firmata dall'allora sindaco Corbino e recante per oggetto "Restauri a farsi nell ex Convento di San Francesco d'Assisi Delibera che si è avuto modo di scrollare da secola­re polvere presso gli archivi della Congregazione di Carità, confluiti attualmente in quelli dell'Ospedale Civico di Lentini.
"... I Consiglieri - vi si legge - viste le delibera­zioni pervenute con le quali si dispone che non es­sendo l 'attuale Ospedale Civile posto in locale da poter giovare agli ammalati, ma per essere umi­do ed angusto è tale d'aggravare piuttosto le loro infermità, fosse ridotto ad Ospedale il fabbricato dell 'ex Convento di San Francesco d'Assisi [...] a voti unanimi autorizza l 'esito di £ 300 per l oggetto in parola

L'ormai scomparso Convento di San Francesco sorgeva a ridosso dell'attuale chiesetta dell'Immacolata Concezione, proprio all'incrocio tra Via San Francesco e via Ospedale. Solo successivamente il presidio ospedaliero fu trasferito più in alto, lungo la salita che conduce al cimitero, in una bella palazzina liberty donata dalla famiglia Beneventano(373). Negli anni successivi al dopoguerra, infine, furono cominciati progressivamente i lavori dei locali che, fino al 2011, hanno poi ospitato il vecchio Ospedale Civico di Lentini. Il 14 ottobre di quell'anno, infatti, l'ospedale venne trasferito in via definitiva nell'attuale modernissima sede lungo la Statale 194, che rappresenta adesso la punta più avanzata dell'edilizia ospedaliera provinciale. Ciò che è davvero singolare, nella storia della ospedalità lentinese, è che le motivazioni e la determinazione della comunità locale nel 2011 sono state sostanzialmente identiche a quelle che i loro antenati espressero nel 1869 in occasione del precedente trasferimento, quando definirono il vecchio ospedale "umido e angusto" per gli ammalati e "tale d'aggravare piuttosto le loro infermità". Oggi non ci si esprime più con la terminologia schietta ed immediata dei consiglieri comunali del 1869, che con 300 lire si costruirono il loro bell'ospedale. Oggi si preferisce parlare di "malattie iatrogene", o di "infezioni nosocomiali". Oggi il nuovo ospedale risponde ad altri più moderni criteri di sanità edilizia, e non è costato ... proprio 300 lire. Ma la determinazione e la voglia di lottare compatti per il bene comune si sono mostrate identiche in una popolazione che nel segno della tradizione, e con concretezza, ha saputo mettere da parte ogni parti-colarismo per lasciare spazio solo ad uno spiccato ed apprezzabile senso civico.

bibliografia
366 V. Amico, Op. tu., pr
367 S. Pisano Baudo, Storia dei Martiri della Chiesa di Lentini, Scolari Ed. (Ristampa anastatica), 1984, p. 165 3<* S. Pisano Baudo, Storia di Lentini antica e moderna, Scolari Editore (Ristampa anastatica), 1984
S. Pisano Baudo, Storia dei Martiri della Chiesa di Lentini, Scolari Ed. (Ristampa anastatica), 1984, p. 161
370 G. Russotto, op. cit., pp. 217-224.
371 Arch. di Stato di Palermo, Segreteria di Stato, Interno, voi. 1973.
372 L'Eremo della grotta del Crocifisso fu fondato nel 1746 da eremiti laici. Vi si celebrava la festa del SS. Crocifisso ogni primo venerdì di Settembre. In una lettera del 16 maggio 1834 il Presidente del Consiglio Generale degli Ospizj della Valle di Siracusa chiede alla Commissione Amministrativa di Beneficenza di Lentini di avviare un dettagliato censimento di tutte le strutture assistenziali presenti sul territorio (ivi compresi gli Eremi) e dei relativi beni da assoggettare allo stesso Consiglio. Con successiva lettera del 18 marzo 1842 il Presidente lamenta il fatto che un tale Salvatore Italia da Feria frate superiore degli eremiti del Ss. Crocifisso, che si vantava di guarire i malati (più che un "santo", ... un "santone"), non voleva sottomettersi al suo controllo. Con successiva lettera del 16 gennaio 1843 il Presidente denuncia di aver scoperto che frate Italia e i suoi eremiti, con un eccesso di desiderio assistenziale e caritatevole, ospitavano donne all'interno dell'Eremo e scrive indignato: "Signori con grave disgusto sono venuto a conoscenza che presso gli Eremi si permette l'ingresso a donne contro le disposizioni incontrario". Il Presidente invita la Commissione di Lentini a porre fine a tale scandalo e a destituire il superiore dell'Eremo del Crocifisso frate Salvatore Italia. Con missiva del 3 febbraio 1843 il romito Frat'Antonio Ciancio (evidentemente frate Italia non sapeva scrivere, ma sapeva far meglio dell'altro ...) si incarica di rispondere ai componenti la Commissione Amministrativa di Beneficenza di Lentini che fa da tramite con il Consiglio Generale Provinciale. Il Ciancio si giustifica, non senza imbarazzo, asserendo che le donne erano entrate solo in occasione della festività che si celebrava nella chiesa del Crocifisso durante il mese di Settembre: "Signori [...] il Consiglio Generale degliOspizj à stato (sic) male informato, che nell'Ennio del SS.Crocifisso della Grotta, entrano delle donne giornalmente. Tale casoà awenuto (sic) nella sola occasione della festività che si celebra in questa chiesa nel mese di 7hre (sic) di ciascuno anno. [...] Le SS. Loro conoscono la moltitudine dei personi (sic) che concorrono in quella occasione, e vedono bene che da parte dei romiti non costituisce veruna colpa.[...J Per la comunità tutta firma il romito Frantonio (sic) Ciancio". 373 C. Gula, F. Valenti, I luoghi della memoria. Toponimi e immagini a Lentini dal XV al XIX secolo, Ediprint Siracusa, 1992



Torna ai contenuti