Foro siracusano
All'interno dei villini del Corso Umberto I, ad est di piazzale Marconi, l'antico "Pozzo Ingegnere", si trovano i resti del Foro Siracusano.
Fino al 1910 il Foro era conosciuto con il nome di "Piazza d'armi", fu Luigi Mauceri nel redigere il piano regolatore a mutarne il nome.
Nelle Verrine Cicerone descrive il sito elencando la grandiosità delle costruzioni: il pritaneo, il bouleuterion e il tempio dedicato a Zeus da Ierone IL Oggi di tutto ciò rimangono: tratti dell'antica pavimentazione e alcune delle imponenti colonne dell'agorà.
Il tutto è compreso nell'area sistemata a giardino pubblico dal 1931.
vedi anche: https://www.antoniorandazzo.it/archeologia/via-lata-perpetua.html
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Sapienza, Università di Roma – British School at Rome – Università degli Studi di Verona CONVEGNO FORUM Strutture, funzioni e sviluppo degli impianti forensi in Italia (IV sec. a.C.-I sec. d.C.) FORUM The design, function and development of forum spaces in Italy (4th century BC to 1st century AD) 9 – 10 DICEMBRE 2013 Giancarlo Germanà Bozza Il Forum di Siracusa, continuità e trasformazioni dopo la conquista romana.
mappa localizzazione monumenti sul Montedoro
Testo a cura di Giancarlo Germanà.
Con la conquista romana Siracusa subì una violenta distruzione, in particolare nei quartieri di Tyche e Neapolis, accompagnata da un notevole spargimento di sangue. Nel 210 a.C., però, i Siracusani beneficiati da Marcello con la restituzione dei beni confiscati, istituirono in suo onore quale nuovo fondatore della città gli agoni detti Markellia disponendo “quando Marcello o suo discendente mette piede in Sicilia, recare corone e sacrificare agli dei”. Da questo momento in poi il rapporto di Siracusa con Roma si concretizzerà nell’integrazione ad un insieme politico e culturale pur mantenendo certe espressioni di autonomia che in altri casi avrebbero portato allo scoppio di conflitti locali come le guerre servili. L’accettazione di culti e onori pubblici da parte di personaggi romani conferma un comune interesse con i Sicelioti verso certe espressioni culturali. A questo faceva riscontro un certo interesse da parte della borghesia siceliota per la cittadinanza romana. Preziosa da questo punto di vista è la testimonianza dello storico siceliota Diodoro Siculo, il quale si vanta di conoscere il latino e definisce la concessione della cittadinanza romana, da intendersi come ius Latii, come un evento di grande rilievo. All’inizio del II secolo a.C. si collocano le prime riedificazioni di alcuni edifici pubblici, in particolra del teatro. I dati archeologici hanno confermato che fra la fine del III ed l’inizio del II secolo a.C. furono asportati gli angoli del koilon rivolti verso l’orchestra, mentre le parodoi persero la leggera inclinazione verso il centro dell’orchestra pur rimanendo frontali. Queste modifiche comportarono anche la realizzazione di un nuovo euripos nell’orchestra, ai piedi del koilon. L’edificio scenico occupava lo stesso sito di quello precedente, mentre della frontescena si hanno dei resti di uno stilobate calato nella roccia. Sulla parte superiore dello stilobate sono stati individuati degli incavi corrispondenti a dieci colonne. Il logheion poggiava su cavalletti di legno, che dovevano essere alloggiati in dieci incavi nella roccia. Roma, 9 – 10 dicembre 2013 2 FORUM. Strutture, funzioni e sviluppo degli impianti forensi in Italia (IV sec. a.C. – I sec. d.C.) Lungo la parte meridionale della fossa scenica sono state individuate 14 incisioni a coda di rondine, che sono state messe in relazione alle quinte. Fra il II ed il I secolo a.C. sono stati datati altri rifacimenti del teatro di Siracusa. Dalla lettura dei dati archeologici si evidenzia che gli analemmi frontali furono ridotti per la realizzazione dei nuovi parodoi. Sotto l’orchestra, quasi in linea dell’asse del teatro, fu scavato un passaggio sotterraneo, a cui si accede tramite una scala che inizia in un piccolo ambiente presso l’edificio scenico. Questo passaggio terminava con una piccola camera sotterranea collocata a nord del centro dell’orchestra, dalla quale tramite una scala si poteva risalire al livello dell’orchestra. Si conservano anche i resti delle fondamenta della frontescena munita di pilastri e con almeno una porta. Non si conservano tracce della scena, ma solo di due annessi costruiti da ambedue i lati dell’edificio scenico. In età ieroniana Presso l’agorà fu edificato un monumentale tempio dedicato a Zeus Olympios e, nello stesso periodo, furono realizzati il teatro ed il vicino altare. La centralità della dedica a Zeus testimonia chiaramente l’importanza del suo culto, enfatizzato dalla politica attuata da Ierone a Siracusa e nelle altre città siciliane sotto il suo diretto controllo (Morgantina e Megara Hyblaia) attraverso la costruzione di templi ed altari. Nell’agorà di Megara Hyblaia, a nord del portico ellenistico, fu edificato un tempio attribuito da Bell al culto di Zeus per il rinvenimento di un’aquila che doveva essere collocata sul frontone. Nell’agorà di Morgantina (Tav. XX, 4), gli scavi hanno individuato la presenza di quattro altari, tre di questi, secondo Bell, si daterebbero all’età ieroniana e sarebbero dedicati al culto di Zeus, come confermerebbe il rinvenimento di un frammento di coppa a vernice nera con la dedica graffita ΔΙΟS. In entrambi i casi si avrebbe, quindi, la presenza di monumenti attribuibili al culto di questo dio, a cui si aggiunge il tempio nell’agorà di Siracusa. A Megara Hyblaia ed a Morgantina il culto di Zeus avrebbe avuto l’epiteto di Olympios, senza però escludere la compresenza di altri (Agoraios). Per quanto riguarda l’area dell’agorà ellenistica i dati archeologici sono meno abbondanti ma permettono ugualmente di potere ricostruire le trasformazioni che subì quest’area nel passaggio dall’età ellenistica a quella romana. Il sito dell’agorà di Siracusa coincide con quello dell’attuale Foro Siracusano. Intorno alla piazza sorgevano numerosi monumenti importanti, molti dei quali sono elencati da Cicerone (Verrine II, 4, 119): “Siracusa poi racchiude una seconda città, chiamata Achradina, dove si contano una piazza grandissima, bellissimi porticati, un sontuoso pritaneo, una curia molto spaziosa e un superbo tempio di Giove Olimpio, e ancora tutte le altre zone del quartiere che, suddivise da un’unica ampia strada lunga e diritta (via lata perpetua) e da molte traverse, sono completamente occupate da edifici privati”. Il tempio di Giove Olimpio, di cui parla Cicerone, corrisponderebbe a quello fatto edificare da Ierone II. Nell’agorà si trovavano anche un altare dedicato alla Concordia ed un orologio solare costruito da Dionisio il Vecchio e visibile da molto lontano (Plutarco, Vita di Dione, 29; Ateneo, V 207). Roma, 9 – 10 dicembre 2013 3 FORUM. Strutture, funzioni e sviluppo degli impianti forensi in Italia (IV sec. a.C. – I sec. d.C.) Nelle vicinanze dell’agorà sorgeva anche il Timoleonteion, un ginnasio costruito presso la tomba di Timoleonte, le cui dimensioni notevoli permettevano di ospitare un gran numero di soldati (Diodoro, XIX, 6, 4). Il Forum di Siracusa fu oggetto di studio già da parte di Cavallari nel XIX scolo, il quale nella sua Topografia archeologica di Siracusa pubblicata nel 1883 descrive il rinvenimento di un edificio “all’estremità occidentale di quella serie di sontuosi edifizi che dovevano unirsi con il Foro, cosicché oggi con sicurezza si può asserire che nello spazio di terreno che sta fra il nostro edifizio le la piazza d’armi, per circa 200 metri esistono avanzi della più grande importanza ed il loro discoprimento si rende necessario onde ripristinare la topografia di quella parte di città e la relativa posizione del Foro; sapendosi poi che presso il Foro, nel Timoleonteo, esisteva il sepolcro di Timoleonte”. Cavallari ricorda anche il rinvenimento di frontone di marmo, poco distante dal lato orientale di questo edificio, dove auspicava che sarebbero riprese al più presto le indagini archeologiche per confermare l’orientamento dell’edificio ed il rapporto con l’area del Foro. Le ricerche già allora evidenziarono anche la presenza sul lato settentrionale dell’edificio di un tratto di strada, che Cavallari interpretava come parte della via Elorina e che doveva collegare Ortigia con il Foro. Le indagini archeologiche condotte da Cavallari partirono dalla ricerca dell’edificio a cui doveva appartenere una colonna in marmo, collocata al centro della piazza detta “pozzo degli Ingegneri”. Dallo scavo emersero “sullo stilobate altre quattro basi attiche di marmo bianco simili alla base della colonna esistente, e sulla lunghezza dello stilobate scoperto dovevano esistere altre sette colonne con le loro basi, delle quali non si è trovata finora alcuna traccia”. Alcune parti di queste basi di colonna erano già state scoperte, come riporta lo stesso Cavallari, tra il 1835 ed il 1836 ma le autorità militari di quell’epoca le avevano fatte ricoprire. Nel suo studio Cavallari osservava che il muro su cui poggiavano le basi e la colonna doveva essere rivolto verso occidente, anche se lamentava l’impossibilità di ampliare lo scavo per confermare questa sua ipotesi. Altrettando importante è l’osservazione da lui fatta del rinvenimento di altre colonne dello stesso tipo allora conservate al fianco della cattedrale di Siracusa. La prima scoperta archeologica riferibile all’agorà ellenistica avvenne nel 1912, quando Paolo Orsi rinvenne presso la stazione ferroviaria due frammenti di fregio “ieratico” raffiguranti figure maschili con clamide e recanti un rotolo ed un ramo d’alloro, che datò all’età ellenistica. Rinvenimenti occasionali effettuati prima da Paolo Orsi e successivamente da Luigi Bernabò Brea hanno confermato una considerevole stratificazione nell’area del Forum siracusano. In particolare con la costruzione dei rifugi antiaerei dal 1943 ed in occasione dei lavori condotti dalla Soprintendenza nel 1946 sono state individuate le fasi arcaiche con frammenti ceramici siculi, di importazione corinzia e di produzione locale insieme a frammenti di coroplastica. Gli scavi hanno evidenziato anche le fasi di frequentazione successive e per l’età classica si segnalava la scoperta di alcune terrecotte architettoniche tra cui un gorgoneion datato al V secolo a.C. Roma, 9 – 10 dicembre 2013 4 FORUM. Strutture, funzioni e sviluppo degli impianti forensi in Italia (IV sec. a.C. – I sec. d.C.) Le indagini archeologiche furono continuate agli inizi degli anni Cinquanta da Gentili, che individuò tracce dello schema urbanistico di età greca arcaica, e successivamente da Voza. Quest’ultimo indagò la parte sud-orientale della moderna piazza Marconi identificando i livelli relativi all’ultimo quarto dell’VIII secolo a.C., alcune abitazioni del VI secolo a.C. il cui orientamento si inseriva nell’impianto urbano di età arcaica e soprattutto lo stereobate di un tempio, alcuni tratti della pavimentazione dell’agorà ed un tratto di un’arteria stradale orientata in senso E-O “intorno a cui gravita l’organizzazione dell’agorà anche epoca romana. Per quanto riguarda le fonti epigrafiche di fondamentale importanza è una dedica di un’ara o un tripodi, la cui base reca i fori d’incastro sulla faccia superiore, offerto dai Siracusani per celebrare una vittoria di Ierone II, che secondo la De Sensi Sestito sarebbe quella riportata sul Lugano all’inizio del regno e secondo Manganaro sui cartaginesi nel 241 a.C.
Il presente studio fa parte di una più ampia ricerca intrapresa dallo scrivente in collaborazione con l’American Institute for the Roman Culture di Roma, ed in particolare con il Prof. Darius Arya, che riguarda Siracusa tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale.
The Forum of Siracusa, continuity and trasformations after the Roman conquest With the Roman conquest of Syracuse suffered a violent destruction accompanied by a considerable bloodshed. In 210 BC the Syracusans benefited from Marcello with the return of confiscated instituted in honor of the shad as the new founder. From this moment on, the ratio of Syracuse with Roma integration will materialize to a set political and cultural autonomy while maintaining certain expressions which otherwise would have led to the outbreak of local conflicts such as wars servile. This continuity can be well represented by the Forum in the general framework of the transformations of the urban suffered no particular changes. In the agora of Syracuse stood several important monuments , many of which are listed by Cicero (Verrine II , 4, 119). Among these were the temple of Zeus and the Timoleonteion, a very large gymnasium built at the tomb of Timoleon (Diodorus, XIX , 6, 4). The Forum of Syracuse was the subject of archaeological investigation as early as the nineteenth century and subsequent studies have shown the stages of acquaintances. The present study is part of a wider research undertaken by the writer in collaboration with the American Institute for Roman Culture in Rome, and in particular with Prof. Darius Arya, which covers Syracuse between the late Republican and early Imperial