demolizione Porta Lignì - Fortificazioni spagnole Siracusa Ortigia

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Monumenti medievali
Vai ai contenuti

demolizione Porta Lignì

Demolizione della porta Ligny a cura di Andrea La Rosa, tratto da "quaderni del mediterraneo n.17
lavori di demolizioni in corso

Archivio di Stato di Siracusa, Fondo Prefettura, bb. 1164 Siracusa 3 Gennaio 1890
Illmo Sig. R.a Prefettura della Provincia di Siracusa Quest'ufficio scrivente desidererebbe avere una copia del verbale della Commissione Conservatrice per le Antichità e Belle Arti di questa Provincia.
La deliberazione che colla presente si richiede venne presa nella seduta del 19 Dicembre u.s. e riguarda le antichità e le fortificazioni fatte di Carlo V. Del favore anticipo e miei ringraziamenti.
Il Direttore
(Museo Archeologico Nazionale di Siracusa)
Palermo, addì 23 Gennaio 1890
Ill/mo Signor Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice dei Monumenti della Provincia di Siracusa
Il R.° Ministero per la Pubblica Istruzione con lettera urgente mi scrive quanto appresso.
"Viene riferito a questo Ministero che, per parere della Comm.ne Conservatrice di Siracusa si è demolita l'unica porta esistente in quella città, eretta all'epoca di Carlo V.
Tale antico avanzo fu dichiarato di nessuna importanza, e per l'attuazione del piano regolatore, ordinata la demolizione.
Io prego KS. di volermi informare se quanto ju riferito conforme al vero, di trasmettermi copia della deliberazione con cui quella Commissione Cons. autorizzava la demolizione, e di darmi notizia sull'importanza storica di quella porta. »
Prego la S.V. perché voglia con qualche premuta, mettermi in grado di rispondere al prelodato Ministero.
Il R.° Commissario
(Regio Commissariato per le Antichità e Belle Arti di Sicilia)
Siracusa 30 Gennaio 1890
Illmo Sig.Prefetto della Provincia di Siracusa
Di risposta alla pregiata lettera al margine notata prevenutami ieri 30, colla quale la S.V.Illma mi trascrive il dispaccio del Ministero della I.P. in risposta al verbale della Commissione Conservatrice di Antichità e Belle Arti di questa Provincia, riguardante il voto espresso della stessa, se conveniva o pur no la conservazione della 2a porta di ingresso a Siracusa dell'epoca della dominazione Spagnola tenendo presente lo stato in cui ora si trova, Le si¬gnifico che dagli antecedenti risulta che, un primo voto della Commissione suaccennata del 1886, della quale io non faceva parte, deliberò di conservare la Porta in parola, ma per ragioni che non giova ripetere perché a me scono¬sciute, dopo di essersi terminato lo abbattimento delle fortificazioni che durò 8 mesi circa, si cominciò la demolizione di quella porta nonostante il parere della Commissione approvato dal R.° Ministero, ma dopo alquanti giorni si sospese la demolizione e poi si riprese nuovamente con la massima energia, abbattendo le due rampe laterali e sventrando i due muri rinfiancanti dai ter¬rapieni delle rampe ed il coronamento dello stesso corpo centrale, sul quale si elevano colossali stemmi Reali Spagnoli scolpiti in marmo bianco.
Da tutti si credette che in ordine perentorio fosse arrivato per la totale distru¬zione della Porta, ma dai reclami fatti dal Marchese Mezio uno dei Componenti della citata Commissione si venne a conoscere che il R.° Ministero aveva approvato due anni or sono la conservazione e quindi per ordine della Prefettura si sospese la distruzione e si convocò nuovamente la Commissione Conservatrice per discutere non già sul pregio artistico e nuovamente della Porta, dappoiché la detta Commis¬sione non aveva ragioni di mettere in dubbio il suo parere già dato prima, ma per esaminare lo stato in cui ora trovasi ridotto l'edificio sconquassato nelle parti laterali e privo di coronamento e se si potesse conservare rifacendo le parti distrutte.
E qui giova notare che la R.a Prefettura si era rivolta sul riguardo per un parere tanto al Genio Civile, che diriggeva i lavori di demolizione nello in¬teresse del Governo, quanto a me stesso nella doppia qualità di Direttore dei Museo Archeologico ed anche come R.° Commissario della suaccennata Commissione Conservatrice.
Il rapporto dell'Ingegnere Capo del Genio Civile e quello mio in data del 13 Ottobre 1889 N.361 formano la base della discussione la quale per dura necessità non poteva più limitarsi se non al dilemma di conservare la Porta come si trova, oppure suggerirne il totale abbattimento.
Nella discussione del 19 Dicembre u.s., essendo io di nuova nomina ester¬nai il mio parere ed a questo si unì la maggioranza della Commissione, la quale aveva antecedentemente dato il suo parere di conservarsi, ma i Signori Marchese Merzio e l'Ingegnere Tarantello furono contrarii asserendo che si poteva rimettere nuovamente al posto la parte distrutta.
In tale discrepanza di opinioni tra la maggioranza e la minoranza della Commissione Conservatrice giustamente il Ministero pria di risolvere la quistione desidera conoscere:
L'aspetto primitivo della Porta
Una fotografia dello stato in cui trovasi attualmente l'edificio tutto
L'indicazione del materiale smontato esistente etc.
Sulla prima domanda dicesi che esisteva nell'illustazione del giornale il Secolo una veduta della stessa porta; riguardo alla fotografia questa la potrebbe eseguire in Siracusa il fotografo Leone purché la veduta della porta sia presa in modo da potersi vedere il prospetto ed il fianco sventrati, non che la volta in parte pensile.
Riguardo al materiale in muratura, questo fu trasportato per colmare i pantanelli, e solamente esistono gli Stemmi spagnuoli tolti dal posto e da me fatti collocare provvisoriamente nella terrazza che sovrasta la porta medesima.
Sarebbe utile inviare il citato mio rapporto (13 Ott. 1889 N.361) unita¬mente a quello del Genio Civile ed al presente a S.E. il Ministero per la I.P., come ancora bisognerebbe spedire un preventivo sommario della spesa che potrebbe occorrere per riporre nello stato primitivo la parte distrutta, e que¬sto preventivo la S.V. Illma richiederle l'urgenza al Genio Civile.
In caso della superiore approvazione il Ministero della I.P. dovrà decidere quale amministrazione deve sobbarcarsi alle spese.
Riguardo alla torretta coi segni di scalpellino ne farò un rapporto sepa¬rati, imperocché il R.° Commissariato di Antichità e Belle Arti di Sicilia è a piena conoscenza dei fatti antecedenti.
II Direttore
(Museo Archeologico Nazionale di Siracusa)
Siracusa 10 Febbraio 1890
Illmo Signore Sig.r Prefetto Presidente della Commissione Conservatrice delle Antichità ed Opere d'Arti della Provincia di Siracusa
Di riscontro all'autorevole Nota 24 Gennaio u.s. N.845, Div.2\ lo scrivente si onora partecipare alla S.V.Illma che in quanto al disegno della Por¬ta di cui è oggetto la detta Nota, indicante come la stessa trovavasi prima dell'intrapresa demolizione, non può trovarsi meglio di quello che gli feci osservare il Sig. Marchese Mezio, componente questa Commissione Conservatrice, e che dal medesimo è stato spedito a S.E. il Ministero dell'Istruzione Pubblica.
Per la fotografia poi di quanto rimane dei due prospetti della cennata Porta e del ponte che gli da accesso, non gli è riuscito possibile farla eseguire, malgrado tutte le usate pratiche.
Il materiale smontato, che dovrebbe rimettesi a posto per la completa ripristinazione di detta Porta, risulterebbe di una porzione degli ornati di finimento di ambedue i cennati prospetti; la ricostruzione di una porzione degli inclinati superiori parapetti, nonché delle spalle dei volti dei due picco¬li casotti lateriali, e la ricostruzione pure dele due porzioni di due essi volti demoliti, su pure non fosse meglio intiramente colmare i due cennati casotti.
Tarantello
Siracusa 28 Febbraio 1890
Illmo Sig.r Prefetto della Provincia di Siracusa
La ringrazio dell'incarico che mi dà di assistere il fotografo Sig.r Leone per tirare le fotografie della Porta Carlo V di questa città, e Le manifesto che giorni addietro si fecero già, con la mia assistenza, due negative. A causa del cattivo tempo, il Leone non ha potuto tirare le copie, ma ciò saranno fatte non appena il tempo di rimetterà, anzi, oggi stesso, solleciterà il fotografo predetto.
Il Direttore
(Museo Archeologico Nazionale di Siracusa) 
Palermo, addì 9 Marzo 1890
Illmo Signor Prefetto Presidente della Comm. Cons. dei Monumenti per la Provincia di Siracusa
Il R.° Ministero per la Pubblica Istruzione mi sollecita la risposta alla nota Ministeriale 21 Gennaio u.s., riferibile al contrassegnato oggetto, da me trascritta alla S.V. Illma, nella lettera del 23 Gennaio detto N°76, e sollecitata coll'altra mia nota successiva 15 Febbraio u.s. N°174, e soggiunge:
« Alle informazioni prima avute a tal riguardo, altre se ne aggiungono ora. E mi si dice che soltanto l'opera di coronamento della porta, o meglio l'orlo alla scarpa sinistra bisognerebbe rimettere a posto, col rifacimento in parte della vol¬ta dei due dammusi, e ricollocando, ove figuravano per lo innanzi, i due scudi marmorei. Il terzo di essi credesi caduto nel fondo di un posso sottostante alla porta». La prego dunque nuovamente, a volersi occupare della cosa, e met¬termi in grado di soddisfare, con urgenza, alle disposizioni Ministeriali.
Il R.° Commissario
(Regio Commissariato per le Antichità e Belle Arti di Sicilia)
Siracusa 19 Marzo 1890
All'Illmo Sig.r Prefetto della Provincia di Siracusa Mi affretto ritornare le cinque fotografìe della Porta della di Carlo V, ed in merito alla dimanda che Ella mi fa per un mio parere assieme ad una suc¬cinta relazione, io non posso nulla aggiungere, e nulla togliere a quanto ebbi l'onre di scriverle nelle mie precedenti lettere del 13 Ottobre 1889 N.361, del 30 Gennaio 1890 N.29, ed a quanto riferii alla Comm.nc Conservatrice nella seduta del 19 Dicembre 1889. In pari tempo rinnovo la mia preghiera di trasmettere al Ministero la relazione tecnica del Genio Civile, sullo stato in cui oggi trovasi quella Porta, perché al Ministero si persuada delle ragioni, per cui la maggioranza della Commissione Conservatrice opinava che doves¬se esser distrutta.
Il Direttore
(Museo Archeologico Nazionale di Siracusa)
Roma, addì 20 Giugno 1890
All'Illmo Sig. Prefetto di Siracusa
La questione che riguarda l'opportunità o meno di abbattere la porta eret¬ta in Siracusa ai tempi di Carlo V deve esser sottoposta all'esame della Com¬missione di Belle Arti, e però fermo rimane il divieto ordinato in proposito. Affinchè la predetta Commissione abbia elementi bastevoli a pronunciare il suo valor, io prego la S.V.Illma di farmi tenere non solo il verbale della seduta di codesta spettabile Commissione conservatrice dei Monumenti, nella qua¬le si trattò della convenienza di abbattere la porta ond e in parola; ma ancora i disegni e le piante originali del piano regolatore di Siracusa, per conoscere se veramente indispensabile, come si vorrebbe far credere, la demolizione di un edificio, che per la sua mole e per l'epoca che ricorda, tornerebbe sempre di lustro a codesta città. Ringrazio poi V.S. delle fotografie della porta, che mi ha spedito; e resto inteso di quanto Ella mi significa nella nota ricordata a margine.
Il Ministro
(Ministero della Istruzione Pubblica - Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti)
Siracusa, li 28 Giugno 1890
Illmo Sig. Prefetto della Provincia di Siracusa
In riscontro della contro distinta lettera, mi pregio far conoscere che non posso, mio malgrado, spedire alla S.V. Illma l'originale pianta del Piano Regolatore della Città, dovendo spesso servirsene l'Onorevole Giunta ed il Consiglio per derigere le quistioni fra i provati circa l'occupazione del suolo. Ho fatto perciò estrarre all'Ufficio Tecnico copia conforme della località, in cui (..) si scorge quanto sia necessaria la demolizione della Porta Farina o di Carlo V°, appunto perché si deve tracciare una via larga e comoda, che dal quartier Vecchio meni fuori le mura della Città.
E' noto alla S.V.Illma come anche la Commissione Governativa dei Mo¬numenti ebbe a pronunciarsi favorevole all'abbattimento, ed il Municipio, che nell'intento di migliorare le condizioni (...) faceva segnare la nuova via nel Piano Regolatore, ritiene indispensabile la demolizione della Porta, per¬ché già conservata l'estetica, ormai deturpata da uno avanzo informe di ar¬chitettura, e perché sia rimosso l'ostacolo che si frappone allo allargamento ed allo sviluppo della nuova via, nonché della sicurezza di essa.
Se uno dei bisogni più salienti di Siracusa è quello di migliorare la viabili¬tà, perché ragione di pubblica igiene lo reclamano, ritengo che non potrebbe farsi a meno di abbattere quella Porta.
Interprete delle unanimi intenzioni di questa Onorevole Giunta, e dei sentimenti dell'intera cittadinanza, colgo questa occasione per far voti alla S.V. Illma, affinchè si degni far conoscere efficacemente al Ministero della Pubblica Istruzione la necessità della demolizione della porta in parola, che tanto è di ostacolo all'attuazione del Piano Regolatore.
Del favore la ringrazio anticipatamente, e con ogni osservanza mi rassegno.
Il Sindaco
Siracusa, li 25 Settembre 1890
All'Onorevole R.a Prefettura della Provincia di Siracusa
La Porta detta di Carlo V eretta verso il 1660 nel mezzo dei bastioni che formavano la prima cinta delle fortificazioni di Siracusa, fiancheggiata dai baluardi che si sovrastavano a difesa e lambita dal lungo e largo canale della darsena, con le sue pesanti volte costruite e prova di bomba e i corpi laterali, che servivano uno a corpo di guardia e l'altro a prigione, non ha affatto il carattere di una porta monumentale di Città ma quello di una porta di Piazza forte, del tipo di quelle che si trovano in tante Fortezze ancora esistenti, tra cui la Cittadella di Messina.
Se quella Porta col suo tipo speciale di architettura militare, coi suoi bafsorilievi di granate a spoletta accesa e le sue colonne spirali a capitelli poligonali, su cui soprastano gli stemmi dei Viceré del tempo lateralmente a quello di Casa Reale, riusciva superba tra i bastioni a mezza luna e i rivellini che la coprivano, le cortine che la circondavano e i baluardi che la soprastavano, e dei quali era il completamento, male figurerebbe ora isolata, dopo che quelle fortificazioni già rese inutili dalla nuova arte militare, furono atterrate.
Essa non sarebbe di ornato all'interesse della Città, ma rappresenterebbe, chiusa da ponti levatoi, dei quali a deturpamento del prospetto, si osservano ancora in quella stessa Porta i fossetti d'incastro delle leve. Volendo assolu¬tamente conservare quella Porta sarebbe necessario riprodurre i corpi late¬rali e le ali della porta stessa, ricostruendone le volte, per metà già demolite, onde servire di contrasto al corpo centrale e converrebbe parimente rifare lo smalto a lastrico battuto, tanto sull'estradosso del volto, che sui fianchi, onde preservare le sottostanti murature dalle dannose infiltrazioni d'acqua. Se non si volessero ricostruire le ali suddette, occorrerebbe rinforzare i piedritti del¬la volta centrale: ma allora quella porta resterebbe ancora più deturpata e sconveniente, perché pel suo carattere speciale verrebbe mutilata delle parti complementari.
La spesa per tali lavori di ricostruzione e ristauro non sarebbe inferiore a lire tremila.
Epperò, ritenuto che quella porta non rappresenta un'opera archeologica, ne un'opera monumentale di decoro alla Città, anzi rappresenta un'opera che più non si addice dopo la demolizione delle fortificazioni di cui formava un compimento; ritenuto che per quella porta il movimento della città, a dismisura accresciuto dal tempo in cui Siracusa non era che una semplice Cittadella chiusa a ponti levatoi, resta strozzata in solo quattro metri di lar¬ghezza, quant e la luce della porta stessa e frequente avviene il caso di restare interrotta la circolazione per un lieve ostacolo che si frappone in quella entra¬ta con positivo pericolo dei transitanti, che si trovano là affollati, mentre che senza quell'edificio l'accesso alla Città si potrebbe rendere tanto spazioso, quanto lo richiederebbe lo sviluppo del traffico, allargando in corrisponden¬za i contigui ponti sui fossati, per siffatte ragioni io sarei d'avviso di doversi demolire quella Porta.
Tanto in risposta alla sopra contro distinta nota di cotesta Onorevole Prefettura, riferendomi alla nota di quest'Ufficio in data 11 Ottobre 1889 N°3094, per ciò che riguarda la responsabilità degli eventuali danni, che pos¬sono avvenire per le iniziate e poi interrotte demolizioni e per la competenza della spesa per la ricostruzione delle parti demolite.
L'Ingegnere Capo
(Corpo Reale del Genio Civile - Ufficio Centrale della Provincia di Siracusa)
Roma, addì 1 Dicembre 1890
Al Signor Prefetto di Siracusa
La Commissione Permanente di Belle Arti nella sua adunanza del 31 Ottobre p.p. ha deliberato che, essendo suo ufficio di tutelare per quanto è pos¬sibile tutti i Monumenti, non può in massima approvare la demolizione della Porta di Carlo V in cotesta città, a meno che non si dimstri con una relazione l'assoluta necessità di demolirla.
Prego perciò la S.V. di partecipare questa deliberazione alla Amministra¬zione di cotesto Comune, perché possa, ove lo creda opportuno e ne abbia sufficienti argomentazioni, far compilare la reazione occorrente.
Il Ministro
(Ministero della Istruzione Pubblica - Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti)
Siracusa li 16 Dicembre 1890
Illmo Sig.r Prefetto della Provincia di Siracusa
In risposta alla nota della S.V. Illma al margine segnata, mi pregio trasmet¬terle copia conforme d'una deliberazione presa da questa Giunta Municipale nella seduta d'oggi stesso, con la quale si fanno noti al Ministero per la imme¬diata demolizione della porta detta di Carlo V, all'ingresso di questa Città. Restituisco intanto alla S.V. Illma il rapporto dell'Ufficio Tecnico Governa¬tivo inviatomi con la nota sopra indicata.
Il Sindaco
Roma, addì 16 Marzo 1891
Al Signor Prefetto di Siracusa
Ho ricevuto la copia della deliberazione di cotesta Giunta Municipale circa le ragioni che a suo credere, consigliano l'atterramento della porta mo¬numentale di Carlo V.
Ho scritto al Commissario di Antichità e Belle Arti della Sicilia, richie¬dendo di informare questo Ministero sul valore delle ragioni esposte nella succitata deliberazione, e sulla opportunità di procedere all'abbattimento di quel Monumento.
In attesa quindi di riferimento da parte della sopraddetta Commissione, questo Ministero non è in grado di pronunciarsi, e molto meno di consentire alla demolizione del Monumento di cui è parola.
Che anzi prega la S.V. di emanare rigorose disposizioni, perché sin quan¬do questo Ministero non abbia fatto conoscere le sue definitive determina¬zioni al riguardo, si soprassieda a qualsiasi lavoro che possa comunque recar nocumento al succitato Monumento.
Il Ministro
(Ministero della Istruzione Pubblica - Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti)
Roma, addì 16 Marzo 1891
Al Signor Prefetto di Siracusa
Ho tornato a sollecitare il Sig. Direttore dell'Ufficio Regionale, suben¬trato al Commissario per le Antichità e Belle Arti della Sicilia, perché mi presenti le sue proposte circa la chiesta demolizione della porta detta di Carlo V in codesta città.
Mi preme poi far sapere a V.S. che con la nota 5 Maggio 1891 n.4338, citata in margine della lettera, a cui rispondo, non è pervenuta a questo Ministero.
Il Ministro
(Ministero della Istruzione Pubblica - Divisione per l'Arte Antica)
Siracusa, 19 Agosto 1892
Illmo Sig. Prefetto della Provincia di Siracusa
Questa Giunta Municipale, in omaggio alla nota del Ministero della P. Istruzione in data 4 Dicembre 1890 N° 19966/1.14.29 Div.c 4a con sua deliberazione del 16 Dicembre dello stesso anno, insisteva per la demolizione della porta di Terra detta di Carlo V.
Codesta R.Prefetturacon lettera del 21 Marzo 1891 N°4338 Div.c laSez.c la, comunicava la risposta del Ministero della P.Istruzione così concepita:
« Il Ministero dell'Istruzione Pubblica mi ha testé diretto nota del tenore seguente:
Ho ricevuto la copia della deliberazione di cotesta Giunta Municipale circa le ragioni che, a suo credere, consigliano l'atterramento della porta monumen¬tale di Carlo V.
Ho scritto al Commissariato di Antichità e Belle Arti della Sicilia, richie¬dendolo di informare questo Ministero sul valore delle ragioni esposte nella succitata deliberazione sulla opportunità di procedere allo abbattimento di quel Monumento.
In attesa quindi di riferimento da parte della sopradetta Commissione, questo Ministero non è in grado di pronunziarsi, e molto meno di consentire alla demolizione del Monumenti di cui è parola.
Che anzi prega la S.V. di emanare le sue definitive determinazioni al riguardo, si soprassieda a qualsiasi lavoro che possa comunque recar nocumento al suindicato Monumento.
Nel comunicarle quanto sopra in esito alla premuta fatta in argomento la prego voler attenersi alle superiori disposizioni».
Ritenendo che a quest'ora il Commissariato di Antichità e di Belle Arti della Sicilia abbia dato il suo parere sulle ragioni (...) della Giunta Municipale per dimostrare la convenienza di demolir la prta suddetta, io a nome della Rappresentanza Municipale, mi permetto di rivolgere viva preghiera alla S.V. Illma affinchè, si degni di provocare dal Ministero della P.Istruzione, i neces¬sari provvedimenti per l'atterramento della porta in parola che è nei desideri e nelle aspirazioni dell'intera cittadinanza, e che è ritenuto di assoluta necessità, sia per garanzia di sicurezza pubblica, sia pel libero e facile transito dei pedoni e dei veicoli, come pure per misure igieniche.
Nella fiducia che la S.V. Illma vorrà accogliere con favore la mia preghiera, Le rendo vive e sentite azioni di grazie.
Il Sindaco
Roma, addì 7 Gennaio 1893
Al Sign. Prefetto di Siracusa
Poiché la demolizione della porta detta di Carlo V in codesta città è resa necessaria da considerazioni edilizie e di viabilità, questo Ministero non si oppone, quantunque poi cosa sommamente deplorevole che non si sia potuto trovare il modo di conciliare le esigenze della vita moderna col rispetto delle antiche memorie.
Sarebbe però conneniente di non distruggere quella porta, ma di ricom¬porla in alto luogo della città con gli stessi materiali onde ora è costruita.
Prego la S.V. Illma di cercare d'indurre il Municipio a prendere tale prov¬vedimento, in virtù del quale, verrebbero, per quanto è possibile, conservate le vestigie dell'antica cinta muraria.
Se poi il Municipio vi si rifiutasse, esso dovrà almeno obbligarsi a deposi¬tare nel Museo Nazionale di Siracusa i due stemmi che si trovano nella faccia¬ta esterna della porta, unendosi possibilmente le fotografie delle due facciate di essa prima della demolizione.
Rimarrà così almeno il ricordo dell'antica costruzione.
Il Ministro
(Ministero della Istruzione Pubblica - Divisione per l'Arte Antica)
Consiglio Comunale di Siracusa
Composto da N°30 mebri
Sezione Straordinaria - 2® Convocazione - Atto di n°4
Oggetto: Demolizione della porta di terra detta di Carlo 5°
Consiglieri intervenuti n°17 oltre il Presidente cioè: (...)
L'anno milleottocentosettantatre il giorno ventuno Febbraio in Siracusa nella solita sala della adunanza consiliari.
Riunitosi il Consiglio Comunale in sessione straordinaria ed in seconda convocazione, dietro invito spedito a domicilio dei Sigg. Consiglieri, per de¬liberare sugli oggetti notati nello elenco a stampa comunicato con lettera in data 16 Febbraio 1893, sotto la Presidenza del Sig. Midolo Cav. Salvatore, assessore anziano (...) da Sindaco, per l'impedimento del titolare Conte (...) Alessandro Statella, sono intervenuti i Sigg. Consiglieri al margine notati.
Essendo il Consiglio in numero legale il Presidente dichiara aperta la se¬duta, ed in quarto luogo interessa il Consiglio stesso a deliberate sul seguente oggetto: «Demolizione della porta di terra detta di Carlo 5°»
Invita l'assessore per le opere pubbliche Sig. Aw. Gorzo a riferire.
Questi dice. «Dietro vive e reiterate premure fatte dall'Ori.1' Consiglio Comunale, il Ministero della Pubblica istruzione consentiva che fosse demolita la porta di terra detta di Carlo 5°, a condizione che il Comune si obbligasse a depositare nel Museo Nazionale di Siracusa i due stemmi che si trovano nella facciata esterna della porta, munendovi possibilmente le duefotografie delle due facciate. E poiché è nei desideri della intersa cittadinanza di vedere al più presto diroccata la suddetta porta, la Giunta fu sollecita da un canto di fare esegui¬re le fotografie delle due facciate, e dall'altro d'incaricare l'Ufficio Tecnico per redigere la valutazione della spesa necessaria per la demolizione della porta e l'appresso materiale che se ne ricava.
(...) Utilefar notare ai Sigg.' Consiglieri che dalla perizia preventiva presen¬tata dall'Ufficio Tecnico rilevasi che il valore del materiale (pietra e pietrame da taglio) ascende a L. 2634,4 e la spesa di demolizione a L. 2614,62 di maniera che facendosi un compenso tra la spesa di demolizione con il valore del mate¬riale l'amministrazione potrà appaltare l'abbattimento della parte dando da una parte all'usfontore il beneficio di ritenere per conto profizio il materiale che ritrarrà dalla demolizione, e dall'altra l'obbligo di corrispondere al Comune il premio non minore di L. 217,52.
La R.a Prefettura intanto, alla quale vennero spediti gli atti relativi al'ap- palto con lettera in data del 10 Febbraio 1892 N.2369, li ha rinviati, ritenendo di essere di competenza del Consiglio di stabilire in ordine all'oggetto in parola.» Invita perciò il Consiglio a prendere le sue determinazioni.
Al Consigliere Sig. Aw. Licchetti (?) sembra superflua una nuova deliberazione consiliare su tale argomento, sulla considerazione che il Consiglio interprete dei voti della cittadinanza, ha fatto in ogni tempo premure al Ministero della Pubblica Istruzione per la pronta demolizione della porta di terra.
Il Consiglio
Intesa la relazione dell'Assessore Sig. Gorzo Aw. Emmanuele
Vista la perizia preventiva redatta dall'Ufficio Tecnico Comunale.
Vista la lettera dell'Illmo Sig. prefetto in data 10 Febbraio 1893 N°2369 Div.c la
Votando nei modi di legge, al'unanimità delibera
Che sia demolita la porta di terra detta di Carlo 5°
Che (...) le demolizioni ed i trasporti a norma delle istruzioni orali o scritte che riceverà dall'Ufficio Tecnico Comunale per fermarle ove il detto
ufficio indicherà.
Egli è altresì obbligato di costruire solidi ponti di servizio per far modo che si possano eseguire le demolizioni anzidette senza intercettare menomamente il transito per l'androne della porta e senza che succedano sinistri di sorta.
A tale oggetto il piano praticabile dei ponti deve essere costrutto con tavole dello spessore di M. 0,05 poste perfettamente a contatto onde non passino gli sfabricini per gli interstizi delle stesse.
Le suddette tavole saranno sostenute da solide candele di legname impiantate e rinforzate in modo da evitare pericoli di sorta, ed eseguiti in nor¬ma secondo le istruzioni orali che darà l'Ufficio Tecnico Comunale.
Tali ponti di servizio dovranno protendersi almeno di due metri oltre i ponti Est ed Ovest della porta anzidetta, e si protenderanno altresì per tutta l'estensione del fronte Ovest della stessa, onde evitare che il materiale di de¬molizione di precipiti entro il canale della Darsena.
In ogni caso, l'appaltatore è sempre responsabile di estrarre dal suolo sot¬tomarino tutti i materiali che per avventura, per negligenza o per malafede potranno cadere in mare.
Art. 8 - Nel caso che l'afsuntore si rifiutasse di eseguire i lavori secondo gli ordini che saranno dati dallo Ufficio Comunale, tutti i lavori assunti senz'al- tra formalità saranno eseguiti d'Ufficio a danno dell'appaltatore medesimo, per la qual cosa l'amministrazione avrà la facoltà di valersi della cauzione del¬lo stesso e del prezzo dell'aggiudicazione dal medesimo versato.
Art. 9 - Tutti i materiali utili provenienti dalle demolizioni della porta suddetta, ad eccezione degli stemmi di marmo, che dovranno essere tra¬sportati a spese dell'assuntore nel Museo Nazionale, resteranno di proprietà dell'assuntore, e ciò mediante il compenso di cui all'art. 1°.
Art. 10-11 pietrame e la pietra da taglio che si ricaverà dalle demolizioni surriferite potrà essere depositato, precauzionalmente a spese dell'assuntore nelle spole 20, 21, 25, 26 del piano regolatore con l'obbligo di rimuoverli allor quando il Municipio né riconoscerà la necessità.
Art. 11 - Tutti i lavori di demolizione, sgombro e trasporto di materiali dovranno essere terminati interamente intra venti giorni dal dì del verbale di assegnazione dei lavori che redigerà l'Ufficio Tecnico Comunale, e ciò sotto la pena di una multa di L. 20,00 per ogni giorno di ritardo.
Il verbale letto ed approvato nella seduta del ventisette Febbraio 1893, viene firmato.
Il Sindaco Presidente
Il Consigliere Anziano
Il Segretario Comunale
Visto Il Sindaco
Siracusa, 6 Marzo 1893
Illmo Sig. Prefetto della Provincia di Siracusa
In risposta alla nota della S.V. Illma al margine segnata, mi pregio trasmetterle copia in doppio della deliberazione presa da questo Consiglio Comunale in or¬dine all'appalto relativo alla demolizione della porta di terra detta di Carlo V°.
Le invio altresì, l'originale perizia redatta da questo Ufficio Tecnico, con viva preghiera di volere affrettare i provvedimenti di cotesto Ufficio, all'og¬getto di provvedere (...) all'appalto in parola.
Il Sindaco


Torna ai contenuti