Canali e Darsene - Fortificazioni spagnole Siracusa Ortigia

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Monumenti medievali
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Canali e Darsene

I canali e le Darsene sul Montedoro

L'attuale Darsena, da noi siracusani chiamata "U Fossu", ancora esistente, è l'unica rimasta dei quattro Canali di epoca Spagnola successivamente interrati.

Fu riattivato e riadattato in epoca spagnola alle esigenze militari su progetto dell'ingegnere Carlos DeCrunenbergh, chiamato da Lamoral principe di Lignì, Vicerè spagnolo della Sicilia a potenziare le fortificazioni di Siracusa in gran parte già esistenti.


Un canale di collegamento dei due porti esisteva già in epoca greca, secondo gli storici fatto scavare da Dionisio primo ed era esistente anche in epoca romana.

Roberto Mirisola nella sua relazione scrive: https://www.antoniorandazzo.it/archeologia/acropoli-e-palazzo-dei-tiranni.html  

"Cicerone (Verr. II, IV, 117) ci dà la prima testimonianza della esistenza di un ponte (e quindi di un canale trasversale): Eorum coniunctione pars oppidi, qtiae appellatur Insula, mari disiuncta angusto, ponte rursus adiungitur et continetur. "Nel punto, dove i due porti si congiungono, quella parte della città fortificata che si chiama Isola e che una stretta lingua di mare separa dal resto, di nuovo mediante un ponte gli si ricongiunge e ne viene tenuta insieme" ".

La separazione netta dell'attuale Ortigia dall'istmo può essere stata dovuta a tre circostanze: una di maggior difesa, ma soprattutto una seconda di maggior profitto, derivante dal congiungimento diretto dei due porti nel punto più adatto e infine anche di un progressivo innalzamento del livello marino (e dell'altro fenomeno geologico detto bradisismo) che in età ellenistica e romana dovette forse rendere meno agevole il transito, donde in ogni caso la necessità di un passaggio sopraelevato.
Quanto all'epoca della trasformazione, dato il totale silenzio delle fonti in argomento (il passo citato di Cicerone resta solo un terminuspost quem), si può osservare che il taglio del canale, per il suo carattere eminentemente funzionale ai due porti, potrebbe essere stato dovuto a qualcuna delle sistemazioni urbanistiche a cui via via, a partire da Dionigi I, quei luoghi strategici furono sottoposti.
Va comunque tenuto presente che ponte e canale non sono due opere strettamente connesse, ma possono essersi sfasate nel tempo per successivi approfondimenti del canale e conseguenti forme della struttura destinata ad attraversarlo."

vedi anche:https://www.antoniorandazzo.it/siracusatoponomastica/arsenale-darsena.html

Vicende e dati storici

Dopo la lunga dominazione Romana, i quali avevano continuato ad utilizzare il canale di collegamento tra i due porti fatto scavare da Dionisio e sul quale costruirono un ponte in muratura e in legno,

il canale era in secca e interrato anche per i numerosi terremoti e vicende storiche.
Dopo il terremoto del 1542 fu tentato un primo intervento di ripristino, ma durante i lavori dovettero interrompere ogni attività per l'improvvisa rottura della conduttura idrica di epoca Romana.
Fu Viceré Lamoral principe di Ligne che nel 1671 incaricò  L'Ingegnere militare Carlos de Grunenbergh di progettare la realizzazione del canale artificiale della Darsena davanti ai baluardi di S. Filippo e di S. Lucia e quello dell'isolotto del Rivellino con due ponti a struttura mista e alzatoio finaie.

Da un documento conservato all'Archivio Generale di Simancas risulta che l'Ingegnere Juan Antonio Salamone, il 26 marzo 1576, scrive al Duca di Terranova "...È nel mezzo larga, et nelli estremi verso ostro amare, et verso ponente a terra, se ristringe in angusto, si che sporgedosi da terra, come un lingua di secco nel mare, attacca la larghezza della città alla campagna; stendesi detta lingua di terra per longo dalla campagna alla città, canne cento settanta, è nella tua radice larga canne cento diece et dove si unisce alla città ducento trenta.
Da tale descrizione si evince che tra la città e la campagna, nel piano Montedoro non c'era alcun canale d'acqua, tratto da Liliane Dufout- Siracusa città e fortificazioni, Palermo 1967, pag 149.

In altro documento di autore anonimo, forse Carlo Ventimiglia, databile tra il 1635 conservato presso la Biblioteca Nazionale di Madrid, viene descritta lo stato dei luoghi dell'area dei fortilizi: "Percioché lasciate le mura antiche per allora come erano per servir di fronte sopra la stessa secca dove erano fondate senza far rinova spesa, si ritirarono dentro la citta con un nuovo muro, per sostentar il terrapieno e formar la piazza, lasciando cosi l'inimico lontano e fortificando il luogo che se uscivano fuori a fabricar in barba alla secca, rendevano il baloardo esposto alli tradimenti, ad esserci tragittata gente di notte per la comodità del fosso grande nel quale pende la secca. da:T. Fascilo, Della Storia di Sicilia, Traduzione dal latino di P.M. Remigio, edita a Palermo nel 1628.
Dalla relazione emerge che di fronte ai baluardi della città non di ancora un canale navigabile, ma un fosso in secca. L Dufour. Siracusa città e fortificazioni, Palermo 1967, pag. 168.

Un disegno di F. Negro del 1640 (cm 70 x 50), archiviato presso la Biblioteca Nazionale di Madrid, riproduce la planimetria della città in quegli anni in cui venivano attuati i grandi lavori di fortificazione nell'area della Piazza d Armi.
Il disegno dà la possibilità di vedere che sotto i baluardi di S. Filippo e S. Lucia non esiste ancora il Canale della Darsena; pertanto si può entrare in città attraverso l'istmo di Montedoro percorrendo antichi camminamenti.pubblicata alla  da Liliane Dufour, pag. 319, Atlante storico della Sicilia, le città costiere nella cartografia manoscritta 1500 -1823, Palermo 1992.
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