Chiesa Collegio Gesuiti
La chiesa del Collegio dei frati Gesuiti
Testi video filmato
La chiesa del Collegio dei frati Gesuiti, chiusa da oltre 40 anni, è stata riaperta e visitata in occasione delle giornate FAI d’Autunno 2023.
La chiesa si trova Siracusa in via Landolina tra la via Ruggero VII, via Amalfitania, dove sono ubicati gli ingressi all’antico Convento, e via del Collegio dov’è la Cripta.
Nel 1540 Sant’ Ignazio di Loyola (1491-1556, fondò La Compagnia di Gesù approvata dal Papa Paolo III, come documenta la foto.
I Gesuiti, giunsero a Siracusa nel 1554 ed ebbero assegnat, dal vescovo Bologna e dal Senato della città, la chiesa di S. Giuseppe dei maestri d'ascia o dei bottai, poi demolita,
Al posto della vecchia chiesa fecero edificare la loro e nel 1635 su progetto, forse di Giovanni Vermexio, poi rielaborato Rosario Gagliardi, vedi disegni, fu posata la prima pietra.
Certo è che la chiesa, danneggiata dal terremoto dell'11 Gennaio 1693, venne restaurata da Pompeo Picherali e Rosario Gagliardi, i quali, per sopravvenute esigenze, spostarono l’ingresso dalla via dell’Amalfitania, dove era, nell’attuale via Landolina.
I Gesuiti, furono espulsi dal Regno di Napoli e da Siracusa nel 1767 e ritornarono dopo circa 70 anni nel 1837 usufruendo solo di un piano del loro Convitto fino al 1860, quando il Demanio requisì l’edifico utilizzandolo prima quale Tribunale poi l'Intendenza di Finanza, Ricevitoria del Registro e la Conservazione delle ipoteche.
La Chiesa, in stile barocco, con ingresso principale da via Landolina, su di un breve Sagrato delimitato da una splendida inferriata in ferro battuto, presenta la facciata suddivisa in due ordini.
L’ordine inferiore è formato da 6 pilastri squadrati sormontati da eleganti capitelli corinzi.
Al centro, uno splendido portale ligneo rettangolare inquadrato tra due poderose colonne corinzie, sormontato da un bassorilievo composto da un volto fanciullesco circondato da ghirlande floreali.
Uno splendido timpano spezzato con al centro lo stemma araldico dei Gesuiti sorretto da due "Angeli" completa la parte centrale.
A sinistra e a destra completano il prospetto due portali laterali, anch’essi rettangolari, delimitati da due piccole colonne corinzie sormontati da timpani triangolari sui quali vi sono eleganti nicchie sormontate da piccoli timpani spezzati di forma triangolare.
Un'imponente trabeazione merlata delimita l'ordine superiore della facciata.
La Chiesa a tre Navate a "Croce Latina", è decorata con stucchi in stile barocco e pavimentate con marmi pregiati.
l'Altare Maggiore, in marmo grigio, (opera degli scultori Domenico Battaglia e Giovanni Battista Marino), sulla quale campeggia la statua di Sant'Ignazio di Loyola, (opera dello scultore palermitano Ignazio Marabitti), presenta anche uno splendido paliotto argenteo.
Nelle navate laterali splendidi Altari barocchi, uno splendido Coro ligneo, opera di maestranze locali, e una collezione di opere pittoriche di pregio: San Francesco Saverio, 1714 di Antonio Maddiona, oltre a San Giuseppe, Il Martirio di Santa Lucia e l'Ultima Cena, opere ignoti.
Foto di Letizia Lampo, Sandro Zappulla e Dario Ponzo.
Video clip finali tratti dal filmato di Michele Gianni.
canta il Maestro Giulio Mirto della Schola Cantorum del Santuario Madonna delle Lacrime
Montaggio, documentazione e rielaborazione testi a cura di Antonio Randazzo
CHIESA E COLLEGIO DEI GESUITI
La fondazione del Collegio dei Gesuiti a Siracusa risale al 1554; il primo insediamento avvenne nella Chiesa di San Giuseppe dei Bottari (6 giugno 1554). L'opera pedagogica dei padri iniziò solo alcuni mesi dopo l'arrivo a Siracusa, ma fu interrotta varie volte per ragioni politiche. L'attuale chiesa non è che la soluzione definitiva di una serie di progetti spesso solo intrapresi, e solo in due casi portati a compimento.
Abbattuta la primitiva Chiesa di San Giuseppe, il 18 giugno 1563 vengono iniziati i lavori di una chiesa con prospetto e ingresso principale dal lato di Via Ruggero Settimo. Tale chiesa dovette essere completata nel 1576 (nell'agosto del 1575 i padri compravano ancora legname per la copertura). Intorno al 1632 il nuovo gusto e forse anche le mutate esigenze consigliarono ai padri di costruirsi una nuova chiesa.
Fecero subito iniziare il progetto ispirato all'architettura gesuitica della controriforma. I lavori sarebbero iniziati nel mese di settembre dello stesso anno se non ci fossero state le solite liti con le vicine chiese e i proprietari delle aree da acquistare. I lavori furono così inziati nel 1635 e la chiesa, a tre navate, sorgeva affiancata all'Amalfitania. Ma i lavori furono ben presto interrotti perchè si pensò ad una nuova posizione per la chiesa: l'attuale. Purtroppo per tale nuova posizione la chiesa doveva coprire una vecchia strada e i padri avrebbero dovuto comprare nuove aree. Si può dunque immaginare quali grossi problemi si dovettero risolvere prima di iniziare i lavori. La costruzione fu iniziata il 27 luglio del 1649 e fu portata a termine nel novembre del 1687. Il terremoto del 1693 vi arrecò vari danni che comportarono circa 15 anni di restauri.
Per quanto riguarda i progettisti di questa eccezionale costruzione sono stati fatti vari nomi: Andrea Pozzo (ma è un errore grossolano perchè il Pozzo nel 1632 non era ancora nato), Giovanni Vermexio (ma pochi sono gli elementi architettonici che ce lo fanno riconoscere), per citare i più famosi. Un intervento sicuro, sebbene legato ad opere di ristrutturazione della prima metà del '700, sembra invece essere quello di Rosario Gagliardi come hanno fatto notare Luigi Di Blasi e Franceso Genovesi facendo alcune considerazioni su due planimetrie del complesso del Collegio disegnate dal Gagliardi: «Dall'esame dello stato attuale del tempio, appare certo che la soluzione proposta dal Gagliardi, in questo studio, sia stata integralmente rispettata. La riscontrata presenza di taluni elementi tipici nella struttura e nelle opere di finitura ed arredamento, ci induce infatti ad estendere l'intervento del Gagliardi ad un più generale rifacimento templare per la riapertura al culto» (Di Blasi -Genovesi: «Rosario Gagliardi», Catania 1972).
Recenti studi hanno messo in evidenza anche la figura di un Fratello gesuita, Giacomo D'Angelo, il quale avrebbe lavorato nella fabbrica del Collegio per tutto il tempo che durò la costruzione (Francesco Salvo S. J.: «Notizie storiche sui Gesuiti a Siracusa», 1977).
Pur ammettendo comunque l'intervento di architetti siciliani e di maestranze locali c'è da notare che il modulo e lo stile della chiesa sono estranei al barocco siracusano, sembrano infatti avere molte affinità col barocco romano dell'epoca.
Fecero subito iniziare il progetto ispirato all'architettura gesuitica della controriforma. I lavori sarebbero iniziati nel mese di settembre dello stesso anno se non ci fossero state le solite liti con le vicine chiese e i proprietari delle aree da acquistare. I lavori furono così inziati nel 1635 e la chiesa, a tre navate, sorgeva affiancata all'Amalfitania. Ma i lavori furono ben presto interrotti perchè si pensò ad una nuova posizione per la chiesa: l'attuale. Purtroppo per tale nuova posizione la chiesa doveva coprire una vecchia strada e i padri avrebbero dovuto comprare nuove aree. Si può dunque immaginare quali grossi problemi si dovettero risolvere prima di iniziare i lavori. La costruzione fu iniziata il 27 luglio del 1649 e fu portata a termine nel novembre del 1687. Il terremoto del 1693 vi arrecò vari danni che comportarono circa 15 anni di restauri.
Per quanto riguarda i progettisti di questa eccezionale costruzione sono stati fatti vari nomi: Andrea Pozzo (ma è un errore grossolano perchè il Pozzo nel 1632 non era ancora nato), Giovanni Vermexio (ma pochi sono gli elementi architettonici che ce lo fanno riconoscere), per citare i più famosi. Un intervento sicuro, sebbene legato ad opere di ristrutturazione della prima metà del '700, sembra invece essere quello di Rosario Gagliardi come hanno fatto notare Luigi Di Blasi e Franceso Genovesi facendo alcune considerazioni su due planimetrie del complesso del Collegio disegnate dal Gagliardi: «Dall'esame dello stato attuale del tempio, appare certo che la soluzione proposta dal Gagliardi, in questo studio, sia stata integralmente rispettata. La riscontrata presenza di taluni elementi tipici nella struttura e nelle opere di finitura ed arredamento, ci induce infatti ad estendere l'intervento del Gagliardi ad un più generale rifacimento templare per la riapertura al culto» (Di Blasi -Genovesi: «Rosario Gagliardi», Catania 1972).
Recenti studi hanno messo in evidenza anche la figura di un Fratello gesuita, Giacomo D'Angelo, il quale avrebbe lavorato nella fabbrica del Collegio per tutto il tempo che durò la costruzione (Francesco Salvo S. J.: «Notizie storiche sui Gesuiti a Siracusa», 1977).
Pur ammettendo comunque l'intervento di architetti siciliani e di maestranze locali c'è da notare che il modulo e lo stile della chiesa sono estranei al barocco siracusano, sembrano infatti avere molte affinità col barocco romano dell'epoca.
Il testo è tratto da:Architettura religiosa in Ortigia di Lucia Acerra
stampato nel 1995 da: EDIPRINT
CHIESA DEL COLLEGIO DEI GESUITI via Landolina
La loro prima chiesa i Gesuiti la costruirono sull'antica chiesa di S. Giuseppe dei maestri d'ascia e la nuova venne anche dedicata a S. Giuseppe. La prima pietra fu posta il 31 luglio 1635 in coincidenza con la festa di Sant'Ignazio. Per la costruzione occorsero 52 anni e i padri Gesuiti si adoperarono molto per abbellirla con marmi scelti.
L'altare di S. Ignazio fu ornato da una maestosa edicola sulla quale fu posta la statua del Santo opera del Marabitti.
Belli anche i quadri di S. Francesco Saverio, opera del Maddiona, dell'Ultima cena e di S. Giuseppe. Nel 1648 i padri ottennero il permesso di variare l'ingresso e quindi il prospetto della chiesa che dava prima su via Ruggero VII e su via Amalfìtania. Per fare ciò dovettero risolvere moltissime liti con i proprietari degli immobili limitrofi che dovettero acquistare per poter completare la chiesa. L'interno è a tre navate con dodici colonne di marmo grigio e nove altari. Attualmente la chiesa, tra le più belle dell'isola, è chiusa per la partenza da Siracusa dei padri Gesuiti.
L'altare di S. Ignazio fu ornato da una maestosa edicola sulla quale fu posta la statua del Santo opera del Marabitti.
Belli anche i quadri di S. Francesco Saverio, opera del Maddiona, dell'Ultima cena e di S. Giuseppe. Nel 1648 i padri ottennero il permesso di variare l'ingresso e quindi il prospetto della chiesa che dava prima su via Ruggero VII e su via Amalfìtania. Per fare ciò dovettero risolvere moltissime liti con i proprietari degli immobili limitrofi che dovettero acquistare per poter completare la chiesa. L'interno è a tre navate con dodici colonne di marmo grigio e nove altari. Attualmente la chiesa, tra le più belle dell'isola, è chiusa per la partenza da Siracusa dei padri Gesuiti.
TESTO TRATTO DA:
http://itinerariprovsr.altervista.org/index.php?mod=04_Siracusa/06_Luoghi_da_visitare/03_Ortigia%2C_centro_storico_di_Siracusa/66_Chiesa_del_Collegio_dei_Gesuiti
Chiesa del Collegio dei Gesuiti
La bella Chiesa barocca facente parte del maestoso Convento dei Gesuiti (il più grande e monumentale del centro storico di Siracusa) è ubicata nel lato sinistro (per chi proviene da Piazza Duomo) della Via Saverio Landolina. Questa fastosa Chiesa, consacrato ai "Santi Giuseppe e Ignazio di Loyola" (quest'ultimo fondatore dell'Ordine dei Gesuiti), è considerata come la pi� grande di Ortigia assieme alla Cattedrale di "Santa Lucia".
La Chiesa e all'attiguo Collegio vennero progettati nel 1635 presumibilmente da Giovanni Vermexio, ma a causa del terremoto dell'11 Gennaio 1693 gli architetti Pompeo Picherali e Rosario Gagliardi (colui che progettò e fece ricostruire buona parte degli edifici sacri in buona parte della Sicilia sud orientale) restaurarono questo monumentale complesso monastico. In quegli anni il Collegio dei Gesuiti di Siracusa ebbe una fama culturale piuttosto importante in tutta la Sicilia meridionale, fino a quando nel 1767 quest'ordine venne espulso da Siracusa dal regime borbonico fino al 1837. Dal 1860 il Collegio dei Gesuiti passò alle autorit� governative di Siracusa, che lo fecero divenire prima sede del Tribunale cittadino, poi ufficio dell'esattoria e dei tributi, mentre la Chiesa è stata chiusa al culto. Oggigiorno sia la Chiesa, sia il Collegio stanno venendo giustamente restaurati, mentre la Cripta della Chiesa (raggiungibile dall'attigua Via del Collegio) ospita un'esposizione di pittura contemporanea.
La Chiesa presenta una bella facciata barocca posta su di un breve Sagrato delimitato da una splendida inferriata in ferro battuto e divisa in due ordini. L'ordine inferiore (quello più monumentale) è solcato da sei pilastri recanti eleganti capitelli corinzi. Al centro vi è uno stupendo portale inquadrato da due poderose colonne corinzie; esso è di forma rettangolare ed è caratterizzato da una splendida porta lignea. Sulla sommità del portale è possibile ammirare un bassorilievo che raffigura un volto fanciullesco circondato da ghirlande floreali. Ai lati del portale vi sono due colonne corinzie più piccole che sostengono uno splendido timpano spezzato che al centro reca lo stemma araldico che rappresenta l'Ordine dei Gesuiti sorretto da due "Angeli". I due portali laterali sono sempre di forma rettangolare, ma sono sormontati da timpani triangolari sopra cui vi sono poste delle eleganti nicchie sormontate da piccoli timpani spezzati di forma sempre triangolare.
Un'imponente trabeazione merlata (sostenuta dai pilastri e dalle colonne descritte poch'anzi) delimita l'ordine superiore della facciata, caratterizzato da un corpo privo di decorazioni barocche, che presenta però un'elegante finestra. Dal vicino quartiere della "Marina" è possibile ammirare anche l'imponente Abside della Chiesa con la sua cupola e l'austera parete del Collegio dei Gesuiti.
http://itinerariprovsr.altervista.org/index.php?mod=04_Siracusa/06_Luoghi_da_visitare/03_Ortigia%2C_centro_storico_di_Siracusa/66_Chiesa_del_Collegio_dei_Gesuiti
Chiesa del Collegio dei Gesuiti
La bella Chiesa barocca facente parte del maestoso Convento dei Gesuiti (il più grande e monumentale del centro storico di Siracusa) è ubicata nel lato sinistro (per chi proviene da Piazza Duomo) della Via Saverio Landolina. Questa fastosa Chiesa, consacrato ai "Santi Giuseppe e Ignazio di Loyola" (quest'ultimo fondatore dell'Ordine dei Gesuiti), è considerata come la pi� grande di Ortigia assieme alla Cattedrale di "Santa Lucia".
La Chiesa e all'attiguo Collegio vennero progettati nel 1635 presumibilmente da Giovanni Vermexio, ma a causa del terremoto dell'11 Gennaio 1693 gli architetti Pompeo Picherali e Rosario Gagliardi (colui che progettò e fece ricostruire buona parte degli edifici sacri in buona parte della Sicilia sud orientale) restaurarono questo monumentale complesso monastico. In quegli anni il Collegio dei Gesuiti di Siracusa ebbe una fama culturale piuttosto importante in tutta la Sicilia meridionale, fino a quando nel 1767 quest'ordine venne espulso da Siracusa dal regime borbonico fino al 1837. Dal 1860 il Collegio dei Gesuiti passò alle autorit� governative di Siracusa, che lo fecero divenire prima sede del Tribunale cittadino, poi ufficio dell'esattoria e dei tributi, mentre la Chiesa è stata chiusa al culto. Oggigiorno sia la Chiesa, sia il Collegio stanno venendo giustamente restaurati, mentre la Cripta della Chiesa (raggiungibile dall'attigua Via del Collegio) ospita un'esposizione di pittura contemporanea.
La Chiesa presenta una bella facciata barocca posta su di un breve Sagrato delimitato da una splendida inferriata in ferro battuto e divisa in due ordini. L'ordine inferiore (quello più monumentale) è solcato da sei pilastri recanti eleganti capitelli corinzi. Al centro vi è uno stupendo portale inquadrato da due poderose colonne corinzie; esso è di forma rettangolare ed è caratterizzato da una splendida porta lignea. Sulla sommità del portale è possibile ammirare un bassorilievo che raffigura un volto fanciullesco circondato da ghirlande floreali. Ai lati del portale vi sono due colonne corinzie più piccole che sostengono uno splendido timpano spezzato che al centro reca lo stemma araldico che rappresenta l'Ordine dei Gesuiti sorretto da due "Angeli". I due portali laterali sono sempre di forma rettangolare, ma sono sormontati da timpani triangolari sopra cui vi sono poste delle eleganti nicchie sormontate da piccoli timpani spezzati di forma sempre triangolare.
Un'imponente trabeazione merlata (sostenuta dai pilastri e dalle colonne descritte poch'anzi) delimita l'ordine superiore della facciata, caratterizzato da un corpo privo di decorazioni barocche, che presenta però un'elegante finestra. Dal vicino quartiere della "Marina" è possibile ammirare anche l'imponente Abside della Chiesa con la sua cupola e l'austera parete del Collegio dei Gesuiti.
L'interno della Chiesa è diviso in tre Navate disposte a "Croce Latina", decorate con stupendi stucchi barocchi e pavimentate con marmi pregiati; bisogna dire che anche le colonne che sostengono la volta sono in marmo. Qui possiamo ammirare uno splendido Coro ligneo, gli splendidi Altari barocchi delle Navate laterali, l'Altare Maggiore della Chiesa in marmo grigio con uno splendido paliotto argenteo, l'Altare consacrato a "Sant'Ignazio di Loyola" (opera degli scultori Domenico Battaglia e Giovanni Battista Marino) recante la splendida statua che raffigura il medesimo "Santo" (opera dello scultore palermitano Ignazio Marabitti) e infine i dipinti che raffigurano "San Francesco Saverio" (opera del 1714 dipinta dal pittore Antonio Madiona), "San Giuseppe", "Il Martirio di Santa Lucia" e "L'Ultima Cena" (opere di artisti ignoti").
Il Convento dei Gesuiti, che sorge dietro la Chiesa, è un sobrio ma grandioso edificio in stile barocco, che purtroppo non � possibile visitare per via dei restauri. Da ammirare il portale d'ingresso e le belle finestre. All'interno vi è un grandioso Chiostro.
Sotto la Chiesa vi è una Cripta in cui venivano sepolti i Frati Gesuiti.
Sotto la Chiesa vi è una Cripta in cui venivano sepolti i Frati Gesuiti.