Ognina - Cassibile

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Cassibile
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Ognina

LOGNINA - OGNINA (Contrada, porticciolo, promontorio) Il toponimo ricorda molto il vocabolo greco Longones secondo Whatmough (II 473) voce siracusana con significato di «pietre forate per tirare a terra le barche». Come pure Longasia con significato di «pali sulle rive per le gomene delle navi».

Alcuni ipotizzano la derivazione dal greco Longos, Longasi indicante bosco e secondo Brighenti valle o gola.

Secondo C. Alessio Lognina indubbiamente deriva dal greco. Ma il toponimo risulta fortemente mediato dalla lingua latina.

Lognina viene chiamato pure il promontorio compreso fra la Renella e Fontane Bianche.


Molti degli eruditi siciliani vogliono cbe il Lnngum Promontorinm sia stato menzionato da Tolomeo (217). Il piccolo porticciolo veniva denominato Statio ad Longum Promontorium (218). Secondo l'ing. Camilliano, l'ingresso del porto di Lognina era in realtà molto più stretto. Esso in epoche passate fu «slargato di 30 canne, contenendone il porto sopra 200 di lunghezza.

Gli sorge incontro un'isoletta, per 200 passi lontana dal continente della Sicilia, che gira di 200 canne, e tiene nel mezzo un'antica cisterna». Ed Agatino Apary nella descrizione delle coste siciliane (1734) «Canale di I.ognina, capace di ricevere contemporaneamente dieci tartane e parecchie piccole imbarcazioni. Questo canale è sicuro in ogni tempo per una piccola isola posta dinanzi all'entrata, dove il mare s'infrange.

Dal lato sinistro della imboccatura vi è una torre per il guardiano: costui quando vede i corsari, suonando una buccina (219) dà un segnale per radunare gente dalla campagna alla difesa dei bastimenti che sono nel canale».


Il «fiordo» di Ognina, mentre un tempo serviva da riparo per piccoli legni, come pure da caricatoio e scaricatoio per i casali che nei dintorni esistevano, ai nostri giorni serve come luogo di ormeggio per piccole imbarcazioni da diporto. (217) P. Orsi fa notare, nella sua «Sicilia Bizantina» che Tolomeo non menzionò un Promontorium Longum bensì il Promontorium Macrum che segue il Chersoneso (Plemmirio). Ciò comunque non toglie nulla all'origine greca del toponimo. (218) Longum promontorium è stato menzionato da Cluverio e Bonanno. Statio Longina da Mkurolico; statio Lognina citata dal Fazello; Lognina citata da Fazello e Goltzio. (219) Conchiglia tortile chiamata in dialetto brogna.

testo e foto a cura di Santino Cugno


A 150 metri dalla costa, tra capo Ognina e Punta Asparano, c’è l’isolotto di Ognina. Nasconde storie e segreti che non sono noti ai più. Segreti che parlano di un passato nel quale l’uomo ha lasciato tracce del suo passaggio su quello che oggi sembra un semplice banco roccioso di calcare in mezzo al mare siracusano.

Originariamente l’isola era unita alla terraferma da un istmo roccioso ancora visibile nel fondale. Nel Neolitico medio fu abitata da una comunità stanziale della cultura di Stentinello. E a questo periodo risalgono le coppie di buche scavate nel terreno e ancora visibili. Con ogni probabilità sostenevano delle palafitte.
Nei primi secoli del II millennio a.C. sull’isola si stabilì una colonia di origine maltese della cultura del Bronzo antico di Tarxien cemetery. E rimane per gli storici un mistero la presenza in questo luogo, caso unico nella preistoria siciliana, di una comunità maltese. Numerosi frammenti di vasi con complesse decorazioni incise di tipo geometrico e quella che sembra una tomba a grotticella artificiale scavata nella parete rocciosa prospiciente l’antico istmo apparterrebbero a quel periodo.
Sono state anche rinvenute tracce di una fortificazione ad aggere di pietre a secco che doveva proteggere l’accesso all’isola durante il Bronzo antico, oggi sommerse.
L’isola è poi rimasta essenzialmente disabitata ad eccezione di una breve parentesi in epoca bizantina quando venne costruita all’interno della costa occidentale una piccola basilica a tre navate di cui oggi rimangono appena alcuni resti.
Dell’isola di Ognina e dei suoi misteri si è occupato anche Luigi Bernabò Brea, in particolare soffermandosi sull’abitato neolitico e l’insediamento maltese dell’età del Bronzo.

 



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