Pal.Rizza Danieli - palazzi di pregio

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Pal.Rizza Danieli

testo e immagini postate da Roberto Capozio




• Un palazzetto del Quattocento, attraverso trasformazioni, mutilazioni e rifacimenti epocali, è giunto quasi indenne fino alle soglie del XXI secolo; ed offre allo sguardo ammirato del visitatore non frettoloso la singolarità della sua facciata, al tempo stesso severa e gentile.
Una escavazione del marciapiede, in occasione del rifacimento delle basole laviche della strada, nel 1975, mise in luce lungo tutta la lunghezza della facciata, uno zoccolo smussato alto 40 o 50 cm, tipico delle architetture nobili dei secoli XIV e XV; inoltre la cortina di conci, soprattutto nella zona inferiore della facciata, nonchè le quattro finestrelle ad arco tûdor ancora esistenti al piano superiore, sono una sicura testimonianza del Quattrocento; altre interessanti vestigia quattrocentesche come i conci esterni della scala che conduce al primo piano, sono visibili all'interno del cortile.
Successivamente al terremoto del 1693 che interessò tragicamente l'intera Ortigia,  come gran parte della Sicilia orientale, cancellandone quasi del tutto il tessuto architettonico medievale, il palazzo subì profonde trasformazioni, a cominciare dalla prima metà del '700. Venne ristretto e innalzato il portale d'ingresso, sul quale campeggia uno stemma gentilizio che sembra essere quello della famiglia Colonna, costituito da una colonna con due leoni rampanti. Fu costruita una deliziosa loggetta interna prospiciente sul cortile, costituita da tre archi che poggiavano su colonnine doriche e da una porta d'ingresso sul cui architrave un fregio riportava la data del rifacimento del palazzo "1738" oltre al nome "Joseph" forse quello del proprietario. Questa loggia venne distrutta durante i bombardamenti del 1943, di esse rimangono solo pochi frammenti disposti nel cortile.
Fu costruito il fastoso balcone barocco che poggia su ben 22 mensole scolpite a motivi floreali, che delimita l'intero piano nobile, con la caratteristica ringhiera in ferro battuto a "pancia d'oca" che conferisce al palazzo movimento di linee curve e grazia settecentesca. Nei primi anni del Novecento (1909) furono aperti i due balconcini e una finestra al secondo piano, su disegno dell'architetto Sebastiano Agati.
Queste trasformazioni, dettate da eventi sismici e da necessità abitative, hanno mutato nel corso dei secoli l'aspetto originale di questo palazzetto, che tuttavia, come ebbe a scrivere l'illustre archeologo Paolo Orsi all'allora proprietario avv. Gesualdo Rizza nel 1909, rimane un eccellente avanzo dell'architettura privata del Quattrocento.
Non si conosce il nome degli antichi proprietari; nell'Ottocento fu della famiglia patrizia Daniele-Catalano, passò quindi alla famiglia Rizza che lo ha conservato per tutto il secolo XX.
Errico Adorno


forse il blcone più lungo di Ortigia



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