Temenos di Apollo
Temenos di Apollo Asclepio-Artemide
Già attivo nella seconda metà del VII sec. a.C., il santuario di Apollo (fig. 2) fu monumentalizzato secondo Mertens (2006, p. 111), con l’edificazione del tempio dorico (580 a.C.). Grazie al rinvenimento della grande iscrizione sul crepidoma dell’edificio, l’attribuzione al dio prima dubbia è stata definitivamente assegnata, ma ciò che è ancora difficile scoprire è la sua epiclesi. Fra le tante salvate dalle fonti antiche (Reichert Suedbeck 2000, pp. 205-209), è probabile che sia dedicato al dio che guidò la spedizione (Αρχηγέτης), ovvero al Pizio/Delio.
Accanto ad esso, come accerta un frammento vascolare iscritto pubblicato da Paolo Orsi (1889, pp. 369-370), era adorato anche il dio guaritore (Παιάν) ed almeno dal IV secolo a.C., appare anche la figura di Asclepio, patrono della medicina e figlio di Apollo. Cicerone (Verr., II, 4, 57) cita fra le refurtive di Verre anche una statua del dio.
Poco più a sud, nell’area di corso Matteotti, Paola Pelagatti (1973, p. 73) ha individuato tracce cultuali referenti alla gemella del dio che dall’età arcaica giunge fino all’età ellenistica, come dimostrano le terrecotte raffiguranti Artemide Bendis.