Isola dei cani, scoglio del Cane
"l'usula e Cani": l'isola dei cani di Siracusa o scoglio del Cane, il faraglione prospiciente la costa di levante di fronte al Belvedere San Giacomo, oramai a pelo d’acqua, quasi invisibile, pericolosissimo per i naviganti, in epoca Preistorica e greca in particolare, secondo storici e Geologi, era unito alla terraferma essendo il mare meno profondo di almeno 6-7 metri.
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mappa geologica Roberto Mirisola
Secondo una della tante leggende metropolitane, lo scoglio, sarebbe territorio inglese in quanto costoro, lo scelsero tra due possibilità.
Conosco lo scoglio sin da bambino da quando a soli 6 anni, 1946, i miei due fratelli maggiori per insegnarmi a nuotare mi lanciarno in mare dalla costa della "santa Cruci" e poi, a nuoto, mi condussero sull'Isola che poi raggiungevo da solo anche negli anni successivi.
Ricordo la conformazione delle rocce con tagli rotondi che sembravano essere, in alcuni punti, opera umana.
Sebastiano Lanteri, Etimologie, 2013, propone l’origine etimologica del toponimo Isola dei Cani o Scoglio del cane.
L’Isola dei Cani, Scoglio dei Cani o del Cane, [CARACAUSI, DOS I, 273]; [MASSA, I, 427] è un piccolo faraglione semi affiorante nel tratto di mare che bagna a levante l’Isola di Ortigia. Come diversi toponimi l’origine del nome è stata oggetto di diverse interpretazioni che l’hanno collegata a differenti aneddoti. Tra i tanti il più accettato e diffuso è quello che ci racconta la consuetudine spregevole di disfarsi, da parte degli abitanti del luogo, delle frequenti cucciolate di cani. Quest’ultimi venivano buttati dalle mura del lungomare, la breve distanza dello scoglio consentiva a quei poveri animali una temporanea salvezza e come dice il Buscemi: “vanificata dalla scarsa possibilità di trovare nutrimento”. [BUSCEMI, 2003, 7] Da qui la nascita, secondo alcuni, del toponimo Scoglio dei Cani a memoria di quel continuo uso popolare.
Noi riteniamo che il topos in questione possa avere altre due probabili risultanze:
La prima che sia un antroponimo attestato nel periodo medievale, tra il periodo normanno e svevo, e che verosimilmente ci possa ricordare il cognome o l’appellativo di un personaggio; Guillelmus de Cane (a. 1283) [RRS, II, 660]; Iohannes Canis (a. 1286) [DE CITELLA, I, 37].
La seconda che possa essere di origine araba. Cani, dall’ar. ‘ayn, ‘fonte, sorgente’ in relazione a qualche sorgente ivi presente, magari quando lo scoglio emergeva di più e la sua superficie era più estesa. A tal proposito, sappiamo che l’Isola di Ortigia idrogeologicamente risulta collegata al continente tramite diversi sistemi di fratturazione naturali delle rocce e la capacità dei terreni di trasferire l’acqua, così che l’alimentazione è attribuibile a una falda profonda ricca d’acqua che favorisce la presenza di molte sorgenti. [Cfr. ADORNO – GALLITTO – SANTUCCIO, 2010, 47]
Il termine è reso ampiamente nella toponomastica siciliana in forma composta, ad es: Cani-capurali, presso Vittoria, ayn-kabra, ‘sorgente maggiore’;[WEHR, 948] Cani-carào, ayn-al-qaraw, ‘fonte del suolo sterile, senza vegetazione’;[TROVATO, 93] etc.
Oppure Cani o Cane possa provenire da canna, sic. cannachi, cannacu, ricondotto all’ar. Handaq [DI GREGORIO SEBY, 236] ‘crepaccio, fogna, fenditura fra le rocce’ [VS, I, 548].
[S. Lanteri, Etimologie, 2013]
Secondo una interessante ipotesi suggerita e proposta dall'amico professor Vittorio Giarracca non Cani ma le Foche Monache sono all’origine della leggenda, la quale, sembra la più probabile.
La Foca Monaca, un tempo specie numerosa nel mediterraneo e lungo tutto il litorale italico, specialmente attorno alla Sardegna e Sicilia, ( intorno agli anni 60 in verità la specie non era presente più nel mediterraneo e risultava quasi estinta ma negli anni 70 è tornata a vivere in questo mare nostrum), tanti ma tanti anni fa era normale vederle accovacciate a prendere il sole e riposarsi sullo scoglio chiamato isola dei cani.
Come si può notare la conformazione della testa e del corpo allungato e panciuto da lontano potevano benissimo essere scambiati per cani quindi.......i siracusani maestri di immaginazione coniarono il nome che ancora resiste "l'isula re cani"
Altra ipotesi, pare riportata dal canonico Privitera, dice che a causa del maltempo e del forte vento, una barca in balia delle onde non riusciva a rientrare nel porto e quindi si capovolse e affondò.
Alla scena assistettero familiari e curiosi affacciati dal Belvedere San Giacomo, allora bastione, e vedendo questi poveracci con le faccie disperati che erano condannati alla morte tramandarono la tragedia ripetendo e rivivendo la disperazione di quelle facce disperate, quindi.... facci rispirati (o facci dispirata)l'isola dei cani di Siracusa (lo scoglio ad oriente prospiciente Belvedere San Giacomo).