fortezza Eurialo-3
Martedì prossimo 7 Ottobre, sempre dalle 17,30 alle 19,30. "visiteremo" la fortezza chiamata Castle Eurialo - Siracusa (Sicily, Italy) per tentare di conoscere meglio a far
conoscere la genialità di chi progettò, la maestria e le fatiche di chi edificò, la gloria di chi difese, meritandosi l’onore delle armi, una delle più complesse opere d’ingegneria militare dell’antichità. Nell'occasione saremo guidati dal testo di Francesco Saverio Cavallari e dal filmato qui allegato in anteprima: http://youtu.be/YdLvcBxd7ms
Conoscendola vogliamo amare sempre di più questa città. Non si può amare qualcuno o qualcosa se non si conosce.
tratto dal quotidiano Libertà dell'11 Ottobre 2014 articolo di:di Arturo Messina
“Visita virtuale al castello Eurialo”
Terzo incontro culturale al “Cenacolo Culturalesulla sicilianità e la siracusanità”.
L’argomento è stato su un altro aspetto della cultura siracusana:quello storico
Martedì scorso al “Cenacolo Culturale sulla sicilianità e la siracusanità”,in via Alessandro Scilla,vi è stato il terzo incontro culturale:nel precedente era stata presentata una silloge di poesie (scritte in perfetta lingua siciliana, a riprova delle finalità che la benemerita associazione si è proposto, di diffondere e incrementare l’attenzione per le “sicule cusuzze” della poetessa e pittrice prof.ssa Enza Giuffrida. Anche in questo l’argomento è stato su un altro aspetto della cultura siracusana:quello storico.
Originale il modo con cui è stato svolto: effettuando una “visita virtuale” al castello Eurialo, alle “erteroccie (sic!) dell’Eurialo, alte metri 152,40 sulle quali Dionisio il vecchio costruì un castello, che si può considerare, da ciò che esiste, come la più completa e stupenda opera militare che sia sin’ora(sic!) conosciuta dell’epoca greca”.
Così ha cominciato a leggere la dottoressa RosaMingolla a pag. 59 della “Topografia Archeologica Siracusa”- eseguita per ordine del Ministero della Pubblica Istruzione dai professori Dr. Saverio Cavallari e Dr. AdolfoHolm e dall’ingegnere Cristoforo Cavallari (Palermo, Tipografia del Giornale “Lo Statuto”1883”.
Diciamo visita virtuale perché,nel corso dell’intera conversazione gli astanti hanno potuto ammirare l’interessante documentario che Antonio Randazzo ha realizzato qualche anno addietro.
Tra l’altro, la gentile lettrice ha letto che “la posizione topografica dell’Eurialo e l’elevazione delle sue rocce verticali costituiscono un luogo ben fortificato dalla natura e quindi è probabile che pria della costruzione del castello di Dionisio esistessero nello stesso sito altre opere minori quei punti che le rocc(i)e non offrivano una sufficiente sicurezza”. A questo punto uno dei convenuti ha fatto notare che, diversi secoli prima del Castello Eurialo, nella “metropoli dei trapassati”, a Pantalica, vi era l’Anaktoron (“il trono sopra”), ossia la reggia o castello, di cui ancora oggi sono rimasti dei grossi blocchi squadrati della base del grandioso edificio: prova che, come a Pantalica- cioè all’interno della terraferma- così se ne trovano anche nel territorio aretuseo, a riprova che altre fortificazioni dovevano esservi state edificate prima del
castello Eurialo
Un altro degli astanti ha fatto notare che non di castello si dovrebbe parlare, bensì di fortezza, visto che non vi era un principe o un sovrano che vi abitasse, ma esclusivamente un consistente numero di armati e che tutta la costruzione era stata ideata esclusivamente per lo stazionamento di soldati per la difesa, così come avvenne quando Siracusa fu espugnata -dopo lunghi mesi di assedio- dall’esercito romano del console Marcello, che ai valorosi soldati siracusani, che avevano difeso per così lungo tempo e così valorosamente la fortificazione di Eurialo (che egli era riuscito ad espugnare solo con l’aiuto d’un traditore!) concesse l’onore delle armi.
Al che un altro ha risposto che il vocabolario Palazzi definisce sì: “Castello un vasto edificio circondato da una fossa, nel quale abitavano i signori feudali con i loro vassalli”; ma anche “la rocca di una città” ed in effetti quello di Eurialo si chiama castello perché era la rocca di Siracusa : Vincenzo Mirabella, infatti, non definì Siracusa “Pentapoli” bensì “Tetrapoli” escludendo che vi abitassero anche dei comuni cittadini. Ha concluso dicendo scherzosamente: “Del resto, <Fortezza>lasciamola solamente tra le quattro virtù teologali, assieme a Giustizia, Prudenza e Temperanza!”Interessante anche la vi-sione delle muraglie che il documentario mostra mirabilmente, sui lati meridionale e settentrionale, e che, come il Cavallari riporta “si appoggiano alle rupi dell’Eurialo a quota di metri 140 da un lato e di metri 120 dall’altro, ed essendo la parte più alta della fortezza di m.152, 40.
La parte esterna delle cinque torri sugli orli del primo fossato, misura m. 149, 07, mentre il piano inferiore di esso è di 140, 42 sicché il fossato interno è profondo m.8,65. l’’ingresso costruito nel grosso delle mura, da poter passare di fronte un solo uomo alla volta, nonché i passaggi incavati nella roccia, che servivano per il libero passaggio da un versante all’altro, senza essere obbligati a passare dentro il castello o nella terrazza.I commenti relativi alla manutenzione di così importante castello sono stati piuttosto negativi, lamentando soprattutto la così grave negligenza non solo nel mantenere in uno stato così indecoroso il così importante monumento, ma anche nel segnalarlo scarsa-mente ai numerosi turisti, mentre occorrerebbe una segnaletica più razionale ad orientarli. A tale scopo Antonio Randazzo ha proposto la realizzazione d'una strada diretta dove c'è l'Auchan fino al di sotto dell’ingresso a tenaglia esistente, dove potrebbe essere realizzato un parcheggio:ciò non sarebbe affatto costoso ma tanto utile! Egli stesso ha ricordato che tutto il documentario,con sottoscritte le relative idascalie, si trova già nel suo sito e può essere visto agevolmente da chiunque abbia interesse della stessa “visita virtuale” .
Egli stesso, prima di offrire la “sbicchierata” agli itervenuti, ha annunciato che l’incontro del prossimo martedì avrà per argomento “ ’I mistieri di ’na vota”, descritti con le pregevoli chine che Francesco Nania (ritenuto il migliore chinista di Siracusa, nonché ben noto e apprezzato giornalista, direttore d’unaTV locale e scrittore) realizzò per la seconda edizione della “Grammatica sistematica della lingua siciliana”. Esse saranno a loro volta illustrate dalle relative liriche, si capisce sempre in lingua siciliana