ultimo quadretto - Siracusa era

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Siracusa era
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ultimo quadretto

Gente di Ortigia
Tratto da Gente d'Ortigia di Salvatore Maiorca


Ultimo quadretto di Gente di Ortigia. Gente di un tempo, di oggi; gente viva, carica di umanità vera, profonda.
Non si può chiudere una galleria di gente di Ortigia senza ricordare i calafatari: quegli antichi mastri d'ascia che ancora oggi costruiscono solide barche alla maniera di un tempo, lavorando il tronco di quer¬cia, intagliandolo, scolpendolo, modellandolo, intessendo quel prodi¬gioso telaio di legni e tavole che sfidano il mare con più sicurezza di tante moderne imbarcazioni.
Sono gli ultimi maestri di quest'arte antica, di vago sapore verghia- no. Non hanno discendenza. Dopo di loro non ci sarà più questo me¬stiere a Siracusa, non ci saranno più le barche di legno costruite in Ortigia: "a varca a du pizza", tipicamente siracusana, il pescherec¬cio, la solida barca da diporto. Non ci sarà più quel tipico cantiere fatto di baracche, ai margini del porto piccolo, ai piedi di quel ponte nuovo, utile ma brutto.
Ancora oggi questi uomini lavorano più di testa e di braccia che di macchine. Il colpo d'ascia è preciso, il disegno dell'intreccio dei legni un ricamo d'ingegneria. Pescatori di mestiere e amanti del mare augurano ancora cent'anni di vita a questi arzilli ma rugosi calafatari. E sanno che dopo di loro quest'arte scomparirà
Si è invece evoluta, almeno nella gran parte dei casi, la figura del "verdumaio", il venditore di verdura. I più si son motorizzati. Tra¬sportano le loro verdure e la loro frutta in moto-furgoncini, sono provvisti di microfono ed altoparlante, che usano a tutto volume col gracchiare metallico, talvolta insopportabile, del moderno bandez- zo. Soltanto due o tre vanno ancora in giro col carrettino a mano o a traino di cavalluccio "sardegnolo". Forse tra quelli col carrettino
a mano c'è ancora l'allegrone che anni fa, scherzando sul suo stesso bandezzo, canticchiava ridendo a voce catarrosa "sinapa, sinapina, si na craaaapaaa...".
Anche il pescivendolo ambulante si è evoluto: motofurgone, mega¬fono, bandezzo modernizzato. Niente più carrettino a mano. Ma la merce in vendita è sempre la stessa: "spatu, tunnina, masculinu, alu- viri, pisci pabbrooooruuu...". Quando d'inverno c'è maltempo al pe¬sce fresco si sostituisce il baccalà e, magari, un po' di pesce congelato che talvolta si scongela e si vende per fresco. Questo, in quegli anni, non accadeva: c'era solo baccalà in caso di maltempo; niente sconge¬lamenti. E si vendeva a secco o già bagnato e pronto alla cottura, in capaci "bagnarole" piazzate sapientemente sui carrettini.
Fu una festa (ma non per gli ambulanti) quando nei negozi di generi alimentari e nelle "ncantine" fece la sua comparsa il banchetto per la vendita del baccalà "bagnato", tenuto in bagno con acqua corren¬te: garanzia di freschezza e di minimo di igiene per le massaie che vi facevano ricorso, oltre che nelle giornate di maltempo, anche quando non avevano potuto preparare nulla per il pranzo e avevano bisogno di ricorrere ad un piatto rapido e gustoso. Lo cucinavano in mille mo¬di: dal semplice bollito, con condimento di olio e prezzemolo, al piat¬to umido, con capperi e pomodoro, alla ricetta messinese con uva passa, che però non a tutti i siracusani piace, alla saporita frittura a "pastette". Sono i piatti ancora oggi in uso, ma non in tutte le case.
Non vogliamo far torto a nessuno. Ma la nostra "galleria" si chiude qui. Non ce ne vogliano i personaggi che non abbiamo ricordato. Abbiamo soltanto cercato di tracciare una rapida e sintetica serie di qua¬dretti, sperando di far cosa gradita a coloro che avessero con noi piz-zicato le corde della memoria ma soprattutto sperando di aver cosi reso un omaggio a questa amata ma non abbastanza ricordata Ortigia, a quest'Isola le cui pietre antiche ogni sera, nell'abbraccio di luminescenti tramonti, si ammantano di rosa e di carminio e di viola e di mil¬le altri bagliori: l'omaggio di un figlio devoto, pur se non troppo puntuale, all'antica madre, guardando al passato per imparare una lezione per l'avvenire.










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