Albanello vecchio
Albanello - storia di un vitigno e di un vino che sono quasi leggenda.
🔷 Lo scrittore Mario Soldati dopo un viaggio in Sicilia, fatto con l’intento ben dichiarato di occuparsi di vitigni di pregio, nel suo libro “Vino al vino”, riferì ai suoi lettori del tempo che a Siracusa, insieme con il Nero d’Avola, due erano i vitigni eccellenti: il Moscato di Siracusa e l’Albanello. “Ho trovato in Siracusa due carichi, l’asso e il tre: l’Albanello e il Moscato.”
E l’Albanello è veramente un nobile vitigno autoctono delle terre di Siracusa, la cui lunghissima storia si perde nella notte dei tempi. Nel 1958 in un articolo del Corriere Vinicolo intitolato “Vini e leggenda” si riporta un breve racconto per descrivere l’apparire dell’Albanello sulla scena vinicola: Nacque sul fiorire dell’alba per rallegrare la partenza di un crociato, poiché i familiari non potevano brindare perché privi di vino”.
bicchiere sulla botte Albanello: storia di un vitigno e di un vino
Fu l’archeologo Paolo Orsi, agli inizi del 1900, a portare alla luce, durante uno scavo in una necropoli siracusana, un vaso risalente al 1500 a. C., contenente tracce di un vino bianco, prodotto a Siracusa in cui era certo di ravvedere la presenza dell’Albanello. Ma molte altre sono le citazioni che fanno riferimento a questo vitigno, che veniva coltivato esclusivamente sulle terre del nostro territorio che facevano parte della Magna Grecia. Nel V sec. a. C., il poeta siciliano Epicarmo, cantando nei suoi versi i vini siracusani, accanto al profumato Eloro e al dolcissimo Biblino, esaltava anche “l’aristocratico Albanello”.
Tali parole sembrano note a Saverio Landolina Nava quando, nella sua dissertazione sul vino Pollio siracusano, sostiene che l’Albanello sia da preferire al Moscato perché più soave, privo di quella “grassa dolcezza” e “più fluido, brillante e delicato”, “molto raro e forse non è conosciuto fuori dalla Sicilia”.
Nell’Ottocento, l’enologo Giuseppe Rovasenda, autore di un’Ampelografia italiana, giudicò l’Albanello tra i “migliori vini”. Lo stesso fece, nel 1879, un altro enologo famoso, Giovanni Briosi: l’Albanello, egli scrive: “non è molto noto in commercio, specialmente all’estero, e pure si potrebbe con esso ricavare il migliore vino asciutto di tutta la Sicilia”.
E ancora il Soldati, nel libro già citato, afferma che a Siracusa, il primo produttore di Albanello di cui si abbia notizia fu la famiglia Landolina che nel 1712 produceva un vino ottenuto da uve Albanello e Grillo. Inoltre, l’Albanello era da molti considerato un vitigno quasi leggendario, dalle misteriose origini ormai perse tra le ingarbugliate maglie del tempo. E’certo, anche, che nel ‘700 si considerasse l’Albanello un vitigno storico di grande valore, tipico del territorio siracusano. I vini Albanello più noti e apprezzati si producevano a Siracusa e a Floridia, ad Avola e anche a Noto ed erano, inoltre, molto costosi e difficili da reperire.
Tra fine ‘800 e ‘900 la Filossera distrusse gran parte dei vigneti dell’isola e dell’Albanello non rimasero che pochissimi ceppi. Alla fine del secolo questo vitigno dopo un lungo lavoro di ricerca venne ripreso dalla Cantina Gulino di Siracusa che nel 1998 dedicò due ettari delle proprie terre alla sua coltivazione. Da questo faticoso lavoro di “restauro” nacque il vino Pretiosa, un Albanello in purezza di estrema gradevolezza, intenso e profumato, unico testimone di un vitigno leggendario.
Il vitigno grappolo uva
Albanello: storia di un vitigno e di un vino
L’ Albanello è un vitigno del territorio di Siracusa tra i più sconosciuti d’Italia, mai coltivato intensivamente, nonostante le eccezionali potenzialità per le caratteristiche organolettiche e i profumi sprigionati al bicchiere. La pianta è forte e vigorosa, con foglie di media grandezza; i grappoli sono grandi e compatti, hanno una medio-bassa fertilità potenziale dei germogli e una buona e regolare produttività negli anni. Gli acini hanno bucce mediamente spesse, di buona consistenza e colore giallo chiaro che tende al dorato se sono esposti alla luce del sole. Il sapore è dolce. Pur non essendo un vitigno particolarmente aromatico, come il Moscato, riesce a sviluppare nel tempo un suo peculiare bouquet di fragranze delicate e, allo stesso tempo, intense, capaci di catturare naso e bocca.
La vinificazione Il sistema di vinificazione prevede la raccolta a mano delle uve nella seconda decade di Settembre con uve in sovramaturazione. Deposti i grappoli in cassette, l’uva viene trasportata in cantina dove si procede con la diraspatura (la separazione degli acini dal raspo) e con la pigiatura (l’estrazione del succo per mezzo della pressatura degli acini separati dai semi e dalle bucce). La successiva fase è la macerazione pellicolare in acciaio inox, a 16°C. Il periodo di imbottigliamento è gennaio. L’affinamento avviene in silos di acciaio e in bottiglia per circa tre mesi.
Il vino pluripremiato Pretiosa, Albanello di Siracusa delle Cantine Gulino, ha grande freschezza ed eleganza. Si beve con molta facilità, ma non per questo si fa dimenticare. In un calice di Pretiosa è possibile sperimentare e riconoscere le caratteristiche che rendono speciale questo vitigno: il colore giallo paglierino con venature dorate, la personalità decisa, esaltata dai profumi intensi di macchia mediterranea, di oleandro, ginestra e sambuco, di frutta gialla e tropicale, come l’ananas e la banana, che emanano da un delicato sottofondo di spezie, agrumi e mandorle, e arricchiscono la freschezza del sorso.
Il vino Pretiosa si presta a tanti abbinamenti diversi, soprattutto con formaggi freschi e molli, carni bianche e salumeria mista, baccalà alla ghiotta, i piatti gustosi e saporiti della cucina siciliana
albanello sulla botte
Un vino antico, quindi, colto e orgoglioso che parla siciliano in ogni parte del mondo. 🔷🍷🍷🔷Zona di produzione - Siracusa - Floridia - Avola - Noto.
Vecchio Albanello di Siracusa 1945 Imbottigliato all'Origine.
Vitigno di antica coltivazione ma dalle origini sconosciute. Viene spesso ricordato per la qualità del vino omonimo, che già nel 700' era molto costoso e raro da trovare. Spesso citato da illustri Autori tra i quali l'enologo Giovanni Briosi (1879) che lo ricorda come "il miglior vino asciutto di tutta la Sicilia", Giuletti (1879), Pulliat (1888) e Viala e Vermorel (1909). Nonostante queste qualità, la sua coltivazione si è sempre limitata alla sola provincia di Siracusa, dove oggi seguendo un lento declino sta gradatamente scomparendo.
Vecchio Albanello di Siracusa 1945 Imbottigliato all'Origine.
Vitigno di antica coltivazione ma dalle origini sconosciute. Viene spesso ricordato per la qualità del vino omonimo, che già nel 700' era molto costoso e raro da trovare. Spesso citato da illustri Autori tra i quali l'enologo Giovanni Briosi (1879) che lo ricorda come "il miglior vino asciutto di tutta la Sicilia", Giuletti (1879), Pulliat (1888) e Viala e Vermorel (1909). Nonostante queste qualità, la sua coltivazione si è sempre limitata alla sola provincia di Siracusa, dove oggi seguendo un lento declino sta gradatamente scomparendo.