Catania porta Garibaldi - Provincia di Catania

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Sicilia
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Catania porta Garibaldi

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Catania la Porta Garibaldi

la Porta Garibaldi ieri

 

la Porta Garibaldi oggi



La Porta Garibaldi, un tempo Ferdinandea, può essere portata come esempio di quello stile costruito attraverso effetti scultorei, lampi vibranti di luci ed ombre, contrasti di colore e, insieme, di materie differenti combinati in ordinate alchimie ottiche di grande potenza emotiva. Al gioco strutturale e materico si somma quello psicologico e simbolico legato, da sempre, all’idea della "porta" (qui più precisamente di un arco trionfale) che vive di vita propria, slegata da un argine, un muro divisorio o un confine. Questo monumento fu realizzato, su disegni di Stefano Ittar, nel 1768 allo scopo di celebrare degnamente il matrimonio di Ferdinando IV di Borbone con Carolina d’Austria. In alto, sul fastigio dove ora è un orologio, era un grande medaglione con i ritratti dei due sovrani; in odio ai Borbone parte dell’iscrizione dedicatoria venne barbaramente cancellata. Con la fine della dominazione borbonica mutò anche il nome della porta, da Ferdinandea a Garibaldi, ma i Catanesi la riconoscono come il "Furtino", per una erronea associazione con il fortino del duca di Ligne di cui esiste una porta nelle vicinanze di via Sacchero, all’interno dello stesso quartiere. Ponendosi di fronte all’arco e guardando verso la via Garibaldi si scorge, lontana ed armoniosa, la cattedrale dedicata a S. Agata; la porta, quindi, chiude un discorso architettonico cominciato in piazza Duomo) da cui parte la via Garibaldi che incastona la gemma quadrata della piazza Mazzini per gettarsi, dopo un lungo percorso rettilineo, nel traffico) e nell’anonimato della città moderna.
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