Parco Epipoli - Archeologia Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Archeologia
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Parco Epipoli

Parco archeologico Epipoli, testo tratto da: la Sicilia illustrata di Gustavo Chiesi.

Da Tica, volgendo verso l'interno dell'Isola, a nord, si saliva alle Epipoli, cioè la parte alta e fortificata della città, ove i tiranni addensavano le milizie mercenarie colle quali tenevano in soggezione la città, pronti a lanciarle su di essa ad ogni tentativo di ribellione. Le Epipoli eran formate da tre colli: il Labdalon, l'Essapilon e l'Eurialo, il più elevato e fortificato; tutti i tre ampi castelli eran riuniti da quella famosa muraglia che Dionisio il vecchio, per premunirsi contro i Cartaginesi minaccianti Siracusa, fece sorgere in venti giorni, impiegandovi settantamila schiavi, divisi in tante squadre di duecento uomini, ognuna sotto la direzione d'un architetto, ed impiegando al traino delle pietre dalle antiche e nuove Latomie, per l'occorrenza aperte, seimila paia di buoi.
Queste mure misuravano in lunghezza trenta stadi, quasi cinque chilometri e mezzo Tucidide, fra. gli scrittori antichi, parla a lungo delle Epipoli od Epipole nella sua storia delle guerre del Peloponneso, e dice che nel circuito di quella fortezza potevano capire cinquantamila Ateniesi. È da notarsi però che al tempo della guerra tra Siracusa ed Atene i forti della Epipole non erano per anco riuniti, come qualche anno appresso, da una sola muraglia, ne, come più tardi avvenne per opera di Dionisio, erano direttamente comunicanti colla città; tuttavia l'importanza di questo baluardo estremo di Siracusa era grandissima e non poco faticarono i Siracusani a snidarvi gli Ateniesi, che di sorpresa se ne erano impadroniti ed avevano tagliati gli acquedotti alimentanti la città e che avevano origine a molta distanza nell'interno nell'alta valle dell'Anapo. Questi erano per lo più sotterranei, -ed i cittadini estraevano l'acqua da aperture, alcune delle quali ancora oggi esistono alla superficie del suolo a guisa di pozzi nel cui fondo vedonsi scorrere abbondanti canali d'acqua. Gli antichi acquedotti di Siracusa entravano nell' Epipole sotto il castello d'Eurialo ; percorrevano questa regione tenendosi quasi paralleli alle mura di Dionisio: e dopo avere fornita d'acqua Tica ed Acradina, attraversando il mare per il Porto Piccolo, finivano in Ortigia, forse ov' era ed è ancora la famosa fonte d'Aretusa.
Delle mura Dionisee dell'Epipoli, se ne vede ancora una buona parte a settentrione della strada di Catania, ove questa discénde verso il litorale, cominciando dalla località che è detta Scala Greca — perché di là l'oste di Nicia si introdusse, sembra, nella fortezza — ed andando fino al colle di Labdalon, dall'alto del quale, nella località ora detta la Targetta, si veggono gli avanzi della porta ove avvenne fra Marcello ed i Siracusani lo scambio dei prigionieri. E fu dalla sommità della Epipole, come già abbiamo detto, che Marcello, contemplando il panorama superbo della città cui stava per abbandonare agli orrori della guerra, proruppe, secondo Tito Livio, in pianto. Alte mura dividevano l' Epipole da Tica: ma una via sotterranea, nella quale potevano passare quattro cavalli di fronte, univa le due parti di Siracusa : per modo che l'una all'altra poteva recare soccorso, senza che per questo si dovessero aprire le porte con pericolo di un'irruzione nemica. L'Epipoli, per la sua natura e posizione, era un quartiere essenzialmente militare: e si hanno forti ragioni per credere che all'infuori delle milizie, ogni altra popolazione vi fosse esclusa.


localizzazione stradale

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