apprendista falegname - Antonio Randazzo artigiano

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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apprendista falegname

Anni 50 vita di bottega.
Falegnameria Sebastiano Piccione nella chiesa sconsacrata di San Biagio dei Cavalieri di Malta, piazzetta omonima in via Gargallo.
Tutti presenti ancora prima delle ore 7 del mattino con fischietto del capu mastru Raffaele Garofalo.
U capu mastru raffieli sul suo banco, il primo, pronto a segnare le tavole di ponte già squadrate per approntarle ai buchi e micce per realizzare finistruni, finestre, persiane e infissi vari.
Nel banco alla sua destra mastru Mamo intento all’incollaggio degli infissi e poi, dopo asciugati, ripuliti e riquadrati e spianati da ‘mbettu murè con la pulitrice tonda, poi levigatrice e rifiniti a mano le cornici da noi garzoni di bottega.
In fondo a destra mastru Amleto Santuccio, rann’amletu, a predisporre l’alloggiamento per cerniere e ferramenta sugli infissi pronti per il montaggio finale.
Alle macchine, già pulite da trucioli e segatura la sera precedente da noi picciotti, ‘mbettu Murè.
All’occasione collaborato nella pialla a spessore da uno di noi picciotti tutto fare per prelevare le tavole piallate e riporle accanto a mastru ‘mbettu per la seconda passata e dopo sulla parete in fondo per il successivo uso.
Tra gli operai Cammelu Santuccio, nipote di Amleto e del principale.
In alto, nell’ammezzato in travi e tavole la sezione ebanisteria, mastru ciccinu Carrubba e Turiddu….. ed io come aiuto quasi sempre a scartavetrare ma cornicette, squagghiari a coddra a caldo, addumari u fucuni per tenerla in caldo a bagnomaria.
Noi picciotti di bottega, io, Paolo Cassia e Giovanni Maieli, a primu subbizzu sbriciolare il pane raffermo per dare da mangiare ai numerosi “picciuni” ra principala, Amelia moglie ri ran mastianu Piccione.
A mezzogiorno, esatto come un orologio svizzero il fischio ro capu mastru che gridava: a mangiarii!
Sosta per il pranzo 59 minuti e subito u frischittu i raffieli e iniziare il lavoro fino alle ore 17.
Il problema era al sabato a mezzogiorno in attesa della paga settimanale che spesso non arrivava.
Così o quasi era la vita nelle botteghe artigiane di Siracusa negli anni 50/60.
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